Vasta operazione anti caporalato tra Basilicata e Calabria

Coinvolte 14 aziende agricole che sono state sequestrate. La ministra Bellanova: «L’operazione conferma l’urgenza della norma per la regolarizzazione e l'emersione della manodopera contenuta nel decreto rilancio»

«Un'operazione fortemente significativa che conferma, se mai ce ne fosse bisogno, la giustezza della legge 199 contro il caporalato approvata nel 2016 e l'urgenza della norma su regolarizzazione ed emersione del lavoro italiano e straniero approvata con il Dl Rilancio».

Condizioni disumane in un contesto di degrado

Così commenta la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova l’Operazione

Teresa Bellanova

Demetra. Un’operazione anti-caporalato condotta dalla guardia di finanza di Cosenza tra Calabria e Basilicata che ha messo in luce un contesto degradato in cui, assieme al reato di caporalato, sono state riscontrate condizioni di vita e lavoro disumane, nessun dispositivo di protezione individuale, alloggi in strutture fatiscenti per cui si pagava anche un affitto, matrimoni di comodo per ottenere il permesso di soggiorno agli immigrati.

Nella guida al Decreto Rilancio scaricabile dall’App di Terra e Vita, tutte le procedure per la regolarizzazione dei lavoratori stagionali irregolari

60 arresti, sequestri per 8 milioni

Il gip del tribunale di Castrovillari, Luca Colitta, su richiesta del sostituto procuratore Flavio Serracchiani, ha disposto 60 misure cautelari (tra ordinanze di custodia cautelare in carcere, domiciliari e obbligo di presentazione).

I finanzieri hanno sequestrato 14 aziende agricole (12 in provincia di Matera e 2 a Cosenza), per un valore di quasi 8 milioni di euro; sequestrati anche 20 automezzi utilizzati per il trasporto dei braccianti agricoli reclutati dai caporali.

Tra gli indagati ci sono diversi imprenditori che usufruivano dei migranti per i lavori nei campi e anche un dipendente del comune di Rossano (Cs) che favoriva i caporali, rilasciando documenti di identità e certificati di residenza in favore dei braccianti. Le due organizzazioni criminali scoperte operavano sia in provincia di Cosenza che in quella di Matera.

I reati contestati

I reati contestati vanno dall'associazione per delinquere finalizzata all'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

I caporali sono immigrati di vari paesi che sfruttavano il lavoro di altri immigrati, circa 200, reclutati anche nei centri di accoglienza. I titolari delle aziende agricole avrebbero usato i braccianti attraverso una rete di assunzioni fittizie, utili a ottenere risparmi fiscali e previdenziali. C'era anche una rete che combinava matrimoni di facciata che servivano solo a ottenere i permessi di soggiorno; subito dopo partivano le pratiche di divorzio.

L’impegno della ministra Bellanova

«Il Colonnello Nastasi, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza – continua Bellanova - ha descritto contesti degradanti e fatiscenti, parlando di persone considerate alla stregua di oggetti di proprietà. Dinanzi a tutto questo, la norma su emersione e regolarizzazione voluta dal Governo si conferma come inderogabile».

Per la ministra emerge con sempre più evidenza la necessità «di un'informazione corretta e puntuale rivolta a questi lavoratori e su cui devono sentirsi impegnati tutti: intera filiera istituzionale, associazioni di volontariato laiche e cattoliche attive nel welfare di prossimità, tutti coloro che si sentono moralmente e politicamente coinvolti in questo cambio di passo per la dignità, la giustizia sociale, la regolarità del lavoro e la concorrenza virtuosa tra le imprese. Solo svuotando la platea del lavoro sommerso e clandestino - conclude - si toglie acqua ai caporali e alla concorrenza sleale tra imprese che avvelena e inquina i rapporti di filiera».

Il commento della ministra Lamorgese

Anche  la ministra dell'interno Luciana Lamorgese esprime «soddisfazione per

Luciana Lamorgese

un’operazione frutto di una attività investigativa durata più di un anno che testimonia l'impegno e la determinazione di magistratura e forze dell'ordine per contrastare chi impone condizioni di vita degradanti a lavoratrici e lavoratori, approfittando del loro stato di vulnerabilità o di bisogno»

«È forte l'impegno di tutte le istituzioni contro ogni forma di sfruttamento della manodopera per difendere i diritti dei lavoratori nonche' delle imprese che scelgono di operare nella legalità».

Vasta operazione anti caporalato tra Basilicata e Calabria - Ultima modifica: 2020-06-11T00:10:31+02:00 da Lorenzo Tosi

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