Volontari anti Covid 19, come gestire i rapporti di lavoro

Giovane volontaria della Protezione civile
Una scelta coraggiosa che determina il diritto ad accedere a rimborsi retributivi sia per le aziende che per i lavoratori autonomi coinvolti in attività di protezione civile

Volontari contro il Covid 19. Una scelta coraggiosa, ma come deve essere gestito il rapporto di lavoro di questi volontari?

Se un dipendente di un’azienda agricola ha svolto, in questo periodo di emergenza epidemiologica, attività di volontariato nella protezione civile il suo datore di lavoro ha diritto ad essere rimborsato per gli importi retributivi elargiti al proprio dipendente durante il periodo in cui ha svolto regolare attività di volontariato presso la protezione civile.

Stessa opportunità spetta al lavoratore autonomo che decide di svolgere attività di volontariato presso un’organizzazione di protezione civile, a cui verrà riconosciuto un rimborso giustificandolo come mancato guadagno per i giorni in cui decide di svolgere attività di volontariato. La domanda di rimborso potrà essere presentata nei due anni successivi alla conclusione dell’attività di volontariato svolta.

In base all’articolo 2 comma 1 del Codice di Protezione Civile (Decreto Legislativo n.1 del 2 gennaio 2018) sono ritenute attività di protezione civile quelle riferite “alla previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi alla gestione delle emergenze e al loro superamento”.

 Come richiedere il rimborso

Il datore di lavoro agricolo potrà richiedere il rimborso degli importi retributivi elargiti ai propri dipendenti  che hanno svolto attività di volontariato di protezione civile, scegliendo tra due differenti possibilità. La prima consiste nel richiedere il rimborso mediante la liquidazione degli importi a lui spettanti a seguito dei controlli effettuati. La secondo opportunità prevede la possibilità di ricevere il rimborso attraverso il credito di imposta. Il datore di lavoro deve porre attenzione nell’effettuare la scelta circa la modalità per ottenere il rimborso, poiché una volta effettuata non può modificarla.

Spetta al Dipartimento della Protezione Civile della presidenza del Consiglio dei Ministri, una volta ricevuta la domanda, comunicare al richiedente quanto effettivamente gli spetta come rimborso mediante credito di imposta. L’importo verrà stabilito considerando il limite delle disponibilità che risultano iscritte sul pertinente capitolo del bilancio del Dipartimento della Protezione Civile.

Invece se gli interventi di protezione civile riguardano interventi autorizzati dalle singole regioni, così come stabilito dalla direttiva del presidente del Consiglio dei ministri del 9 novembre 2012, spetterà alle stesse regioni, dopo aver verificato le domanda, comunicare sia al datore di lavoro interessato che al Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, gli importi che effettivamente dovuti al datore che ne ha fatto richiesta. Successivamente spetterà al Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri stabilire gli importi relativi ai trimestri dicembre-febbraio, marzo-maggio, giugno-agosto, settembre-novembre, considerando gli importi stabiliti e comunicati dalle stesse regioni.

Cosa spetta ai lavoratori autonomi

I lavoratori autonomi potranno richiedere il rimborso allegando alla domanda la dichiarazione dei redditi dell’anno precedente all’anno in cui è stata svolta l’attività di volontariato presso la Protezione Civile. La dichiarazione dei redditi dovrà essere presentata per stabilire il mancato guadagno giornaliero che non potrà essere superiore ad €103,29 giornaliero.

Volontari anti Covid 19, come gestire i rapporti di lavoro - Ultima modifica: 2020-05-05T23:27:31+02:00 da Lorenzo Tosi

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