L’evoluzione elettrica

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raccoglitrice
Alcune raccoglitrici offrono concreti vantaggi ambientali: niente rumore nè gas di scarico

Il lavoro in serra è da sempre soggetto a regole proprie, che in buona parte differiscono da quelle, più generali, valide in agricoltura e nella stessa orticoltura. Una di queste regole dice, molto chiaramente, che tutto quel che una macchina scarica nell’ambiente, in una serra, resta lì, perché in uno spazio chiuso il ricambio d’aria è molto più lento e difficoltoso.
Caratteristica che in certe occasioni (vedi i trattamenti) può avere anche ripercussioni positive, ma che più spesso rappresenta un problema. Chi ci legge sa meglio di noi quando possa essere fastidioso lavorare un giorno intero in un ambiente che odora di scarico. Fastidioso e, anche, dannoso per la salute. Senza contare che i fumi degli scarichi, puliti finché si vuole ma pur sempre tossici, si depositano in parte anche sul prodotto.

Le grandi catene, che cercano in ogni modo di rassicurare i consumatori, questo lo sanno bene. E lo fanno notare, a volte in modo anche pressante.

Da qualche anno, tuttavia, esiste una soluzione, perlomeno in fase di raccolta. Parliamo ovviamente delle raccoglitrici elettriche, novità ormai non più recentissima ma per molti addetti ai lavori ancora semi-sconosciuta. Per questo motivo abbiamo deciso di dedicare qualche pagina all’analisi di queste macchine e, soprattutto, valutarne pro e contro rispetto alle raccoglitrici tradizionali.

 

Tre sul mercato e una in arrivo

Al momento attuale chi volesse acquistare una raccoglitrice elettrica per insalate ha tre possibilità. Al Sud, in provincia di Salerno, opera la Durso, ditta che con la Ell-E ha vinto anche un premio Eima.

 

Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 19/2016 L’Edicola di Terra e Vita

L’evoluzione elettrica - Ultima modifica: 2016-05-12T08:00:59+02:00 da Sandra Osti

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