Coltivatori di valori, le Patate di Bologna Dop si raccontano al consumatore

    Al via ieri la tracciabilità delle confezioni tramite QRcode. Storia di un prodotto di nicchia che nel 2020 punta a 6 milioni di confezioni

    Comunicare ai consumatori i valori che le Patate di Bologna Dop acquisiscono dalla semina in poi: tradizione, impegno, naturalità, sostenibilità. Con questo obiettivo il Consorzio di tutela ha lanciato ieri, 6 novembre, il progetto di tracciabilità “Coltivatori di valori”. Le patate bolognesi, primi tuberi ad avere ottenuto in Italia la Denominazione d’origine protetta, sono infatti un prodotto ricco di storia, passione e bontà, garantite anche dall'impiego della varietà Primura, coltivata sapientemente dai produttori in un territorio che, appunto, vanta condizioni pedoclimatiche ideali.

    Alla presentazione del progetto, ieri a FicoEataly World, c’era anche l’Assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, che ha esordito ricordando le 44 Dop e Igp dell’Emilia Romagna: «Una scelta agricola, agroalimentare e culturale, per rimanere attaccati alle proprie radici».

    La rintracciabilità diventa il biglietto da visita di un prodotto che continua a crescere, valorizzando il territorio e la sua storia «per essere distinguibili e non imitabili». «Attraverso le proprie strutture tecniche – ha spiegato Caselli - la Regione si fa interprete delle esigenze dei produttori e dà un forte sostegno alla ricerca, come nel caso del progetto sulla certificazione analitica della patata dell'Emilia Romagna, finanziato con la Misura di innovazione nell’ambito dei progetti di filiera del Psr. L’iniziativa di oggi dà l’avvio al secondo dei due importanti progetti di promozione della patata bolognese che la Regione ha finanziato al Consorzio, sempre tramite il Psr, per più di 400mila euro».

    Filippo Alfini dell’Università di Parma ha quindi illustrato le principali caratteristiche delle Indicazioni geografiche che «hanno la capacità di mettere insieme gestori, produttori, consumatori e mediare tra caratteristiche naturali del territorio, tecnologie produttive ed esigenze di consumo creando valore per sé e per il territorio».

    Lo storytelling di un prodotto verissimo

    A due produttori, poi, il compito di raccontare come si ottiene questa eccellenza del territorio bolognese. Annarita Muzzarelli e Riccardo Carafoli hanno ricordato come si tratti di un prodotto di nicchia che va valorizzato grazie alla sua distintività organolettica: «Ora con la tracciabilità sarà più facile raccontare il nostro lavoro, un misto di passione e professionalità, al consumatore finale. Mettendo al centro Primura, la varietà che ha questo nome perché è la migliore, la prima in termini di qualità. Qualità che si vede a cominciare dalla buccia liscia, il colore chiaro e, poi, dalla consistenza soda».

    Da sinistra Patrizio Roversi, Filippo Alfini, Annarita Muzzarelli, Riccardo Carafoli e Davide Martelli

    Per Davide Martelli, presidente del Consorzio, il progetto “Coltivatori di valori” permetterà di dimostrare la trasparenza nei confronti dei consumatori, i quali devono essere sicuri e informati sulla qualità e sulla tracciabilità del prodotto che vanno ad acquistare. «Nel rispetto di un severo Disciplinare di produzione, dell'ambiente e del territorio, tutti i soci del Consorzio valorizzano la tipica bontà della Patata di Bologna Dop con passione e dedizione. E il consumatore potrà raggiungere ognuno di quei produttori e ciascuno di quei terreni, assaporandone tutta la storia e la tradizione pataticola».

    Oggi si producono 11mila tonnellate di patate di Bologna Dop, corrispondenti a circa 5 milioni di sacchetti da 2 kg che il presidente Martelli stima possano diventare 6 milioni già nel 2020. Le patate di Bologna Dop sono vendute esclusivamente nelle bag del Consorzio e in cobranding quali Sapori e Dintorni, Solarelli e così di seguito. Da ieri, dunque, in ogni sacchetto si trova un QRCode e un codice di rintracciabilità. Inquadrando il QRCode con il proprio smartphone oppure accedendo al sito, dopo l’inserimento del codice, si entra direttamente nella pagina dedicata al produttore e al campo dove sono state coltivate le patate acquistate, con una serie di informazioni sugli ettari coltivati e altre curiosità.

    Coltivatori di valori, le Patate di Bologna Dop si raccontano al consumatore - Ultima modifica: 2019-11-07T00:23:57+01:00 da Raffaella Quadretti

    LASCIA UN COMMENTO

    Per favore inserisci il tuo commento
    Per favore inserisci il tuo nome