Il certificato antimafia slitta al 2020

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Prorogato l’esonero al certificato antimafia per aiuti Pac fino a 25mila euro. Il Decreto Sicurezza risolve (fino al 2020) un nodo che rischiava di appesantire il carico di burocrazia sulle aziende agricole. L’annuncio da parte dei Senatori GianPaolo Vallardi e Giorgio Bergesio

«Con l'approvazione odierna del decreto sicurezza da parte del Senato viene ratificata la proroga al 31 dicembre del 2019 dell'esonero dalla presentazione della certificazione antimafia per le aziende agricole che abbiano prodotto istanza o siano titolari a vario titolo di aiuti Pac fino a 25.000 euro.

Giampaolo Vallardi

Ciò è stato possibile grazie ad un emendamento presentato dalla Lega che pone fine ai timori di molti piccoli produttori di doversi scontrare con una burocrazia che frena il recepimento di risorse in molti casi vitali per la sopravvivenza delle aziende. Per queste realtà produttive, dunque, l'obbligo di acquisizione dell'informativa antimafia e della comunicazione scatterà dal 1 gennaio 2020». Ad annunciarlo sono il presidente della Commissione agricoltura del Senato Gianpaolo Vallardi e il capogruppo lega in Commissione Agricoltura al Senato Giorgio Maria Bergesio.

Un peso per 135mila agricoltori

«Si trattava di un peso burocratico che avrebbe gravato su 135.000 imprenditori agricoli in italia per un importo medio erogato ciascuno tra i 10 ed i 15.000 euro medi. bene ha fatto la commissione prima e l'aula dopo ad approvare la modifica portando il limite da 5.000 a 25.000 euro. i problemi veri con la certificazione antimafia non sono da rinvenirsi tra questi piccoli produttori che lavorano la terra con enormi sacrifici. ora siamo in attesa dell'approvazione definitiva della camera dei deputati che, confidiamo, non andrà a modificare questa importante abrogazione burocratica».

La soddisfazione di Agrinsieme

Positiva la reazione del coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari, che esprime «soddisfazione per l'accoglimento, grazie a un emendamento, delle legittime richieste dei produttori».

«La preoccupazione maggiore – sottolinea il coordinamento - era riferita al possibile inasprimento burocratico e al rischio di blocco dei pagamenti per centinaia di migliaia di aziende agricole, derivante dalla mancata produzione della richiesta documentazione antimafia, che le imprese sono tenute a fornire per poter accedere ai contributi comunitari. Si tratta dunque di un primo passo importante che recepisce un'istanza molto sentita dal mondo agricolo, della quale Agrinsieme si è fatto portavoce in più occasioni e che ha chiesto durante una recente audizione in Commissione affari costituzionali del Senato».

Agrinsieme si augura che questa misura venga confermata anche durante l'esame del provvedimento alla camera e che il governo utilizzi questa ulteriore proroga per individuare misure strutturali e definitive non eccessivamente penalizzanti in termini di carico burocratico.

Il certificato antimafia slitta al 2020 - Ultima modifica: 2018-11-08T08:46:03+01:00 da Lorenzo Tosi

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