Il grimaldello dell’Akis

Pei Agri: Bruxelles cambia la politica sull’innovazione per innescare la transizione

Dal sistema Akis, idee vincenti per un'agricoltura smart
Parte la nuova programmazione 2023-2027 del partenariato europeo per l’innovazione. I nuovi strumenti e le criticità da risolvere

L’agricoltura attuale alla Commissione europea proprio non va a genio.

Un concetto che la presidente Ursula Von Der Leyen ha ribadito nel discorso di presentazione del Green Deal all’EuroParlamento.

«Con questo strumento – ha detto – vogliamo aprire la strada a una trasformazione verde e inclusiva della società e delle economie, a partire dalla transizione ecologica e digitale di quella agricola». Per questo l’esecutivo Ue investe nel rinnovamento delle politiche di innovazione. Una sfida epocale.

Sintesi da Terra e Vita  10/2023

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L’innovazione come mezzo

«La Ue vuole ribaltare un approccio in cui la tecnologia è vista come un fine delle politiche di sviluppo, invece ora è opposto: la tecnologia è un mezzo per risolvere sfide e opportunità individuate attraverso la condivisione delle esperienze, ad esempio all’interno di un Gruppo operativo (Go)».

È l’analisi di Gianluca Brunori, Ordinario di Economia all’Università di Pisa espressa nel convegno «Innovazione e sostenibilità ambientale: obiettivi e strumenti della Pac 2023 -27» organizzato a Roma dal Crea, assieme a Rete Rurale nazionale, Masaf e Rete Pei Agri.

I tre Gruppi operativi premiati

Un obiettivo orizzontale di conoscenza, innovazione e digitalizzazione che la nuova Pac appena partita vuole realizzare attraverso il cosiddetto sistema Akis (Agricultural Knowledge and Innovation Systems). Il problema è che il piano strategico italiano per la nuova Pac riserva a questo obiettivo strategico solo il 3% dei 35 miliardi di risorse totali.

Da suddividere, nei diversi Akis regionali, tra servizi di consulenza, formazione, informazione e azioni dimostrative. Occorre quindi fare di necessità virtù, e l’incontro di Roma nasce proprio per stimolare la capacità tutta italiana di fare rete e scambiarsi idee.

Back office e cooperazione

Anna Vagnozzi

«Il Pei Agri – testimonia Anna Vagnozzi del Crea Pb – riparte nel nome dell’innovazione». «L’esperienza della precedente programmazione è stato più che positivo, consentendo di valorizzare il contributo di veri innovatori non solo sul fronte tecnico, ma anche istituzionale e sociale».

«Dimostrando che il modello interattivo dei Go, capace di mettere insieme mondo della produzione, ricerca e istituzioni è il più efficace per trasferire innovazione in agricoltura».

Ora il nuovo Akis rinnova la sua sfida, dibattuta nella tavola rotonda, moderata da Terra e Vita, con i protagonisti del partenariato. Sullo sfondo, in particolare l’interpretazione da dare ai nuovi strumenti del “Back Office” e della “Cooperazione per azioni di supporto all’innovazione”.


I due nuovi strumenti

Back office: E' un servizio composito offerto ai consulenti che operano in campo per consentire loro di essere aggiornati sulle novità scientifiche e sulle conoscenze pratiche.
Può essere gestito da consulenti specializzati o da esperti e riguarda tutti gli ambiti dell'attività agroalimentare e forestale. Sostanzialmente fornisce strumenti informativi avanzati (database, Strumenti di Supporto per le Decisioni, ecc), competenze metodologiche per realizzare azioni di animazione, analisi dei bisogni degli utenti agricoli e forestali.
Servizi di supporto all'innovazione: Sono tutte le attività utili a cogliere le esigenze delle imprese, a individuare le soluzioni innovative disponibili e a renderle fruibili agli utenti. A tal fine, i servizi a supporto dell'innovazione realizzano azioni di brokeraggio dell'innovazione, di facilitazione nella creazione di partenariati, di incontro fra domanda e offerta, di verifica dei finanziamenti disponibili.


Il confronto sul trasferimento delle innovazioni

Il confronto sul pei Agri

Secondo Elena Brugna della Regione Lombardia «occorre allestire strutture e strumenti di amplificazione a livello territoriale per ottimizzare l’attività di disseminazione delle innovazioni».

Luigi Trotta (Regione Puglia), ritiene che le aziende agricole debbano essere al centro di queste azioni. «In Puglia in alcuni casi sono arrivate a rappresentare veri centri di competenza per l’innovazione».

«La figura del progettista coordinatore – riferisce Claudia Fedi di Coldiretti – sviluppata nell’ambito di alcuni Go in Toscana, consente di far interagire tutto il partenariato, dando all’impresa lo spazio per segnalare le proprie esigenze sia in fase di progettazione che di svolgimento del Go».

«Va preservato – secondo Matteo Ansanelli di Cia – il ruolo dell’imprenditore come capofila del progetto di ricerca e calibrare i temi della nuova programmazione in base alle nuove esigenze determinate dal profondo mutamento del panorama di riferimento».

Fausta Fabbri (Rete dei referenti per la ricerca e i servizi), insiste sul ruolo della rete come terreno di confronto per dare risposta alla necessità, finora disattesa, di attivare anche Go interregionali, consentendo anche scambi d’esperienze con analoghe iniziative estere.

Andrea Bordoni (Amap) porta l’esperienza dell’Agenzia marchigiana che coordina e che ha svolto attività di animazione per la costituzione e il sostegno in itinere dei Go, ponendo le basi per la costituzione di una rete di agenzie regionali che oggi copre buona parte del territorio nazionale.

Lina Pecora (Conaf) ribadisce la necessità di valorizzare il ruolo dei consulenti, una figura poco considerata nel periodo 2014 -2020, che ora invece diventa centrale. Stefano Ciliberti (Università di Perugia) evidenzia la difficoltà della funzione di ricerca, soprattutto quando persistono divergenze con gli obiettivi dei bandi Ue.

Andrea Porcelluzzi del Crpa assicura, in base all’esperienza del suo centro di afferenza, di coniugare sperimentazione e trasferimento tecnologico assumendo il ruolo di innovation broker.

È tempo di “disseminare”

Patrizia Borsotto, Crea Pb

La Pei Agri sta per concedere il bis, una sfida che spesso è più difficile per un’iniziativa che ha riscosso tanto successo. Dopo 706 Go e altrettante iniziative di innovazione, la fantasia può difettare.

Tra le nuove modalità per affrontare la nuova programmazione, emerse dai tavoli di confronto che hanno messo insieme tutti i ricercatori e gli stakeholder che hanno partecipato alla giornata romana, Patrizia Borsotto del Crea Pb, chiamata a riassumerli, mette in evidenza la necessità di rafforzare un approccio bottom to up che metta in evidenza i veri fabbisogni di innovazione delle aziende attraverso attività di scouting, contest, portali web o attività di filiera.

Alessandro Monteleone, Crea Pb

Per Alessandro Monteleone del Crea, la rete Pei Agri è un vero processo di apprendimento per le attività di policy del settore. «Il lavoro fatto – conclude – è tanto. Il nodo più importante ora appare quello dell’efficacia della condivisione del trasferimento tecnologico».

«Da questo dipende il successo e il significato dell’intera Pac.

Leggi anche:

Pei Agri, tre gruppi operativi premiati tra i 700 realizzati

 

Il grimaldello dell’Akis - Ultima modifica: 2023-04-12T11:06:10+02:00 da Lorenzo Tosi

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