È “pace armata” sui prezzi del grano tenero, scende la soia

grano duro
Intanto, per il duro si guarda alla nuova campagna. Sul mais, già si prevede un minore raccolto rispetto al 2021, mentre la colza riprende quota

Grano tenero stabile sul breve, ma nuovi aumenti in prospettiva

Italia terra e vita

Situazione di mercato che si mantiene senza variazioni di rilievo sul breve termine, con i soli grani di forza a mostrare un segnale rialzista (+2 €/t) su Ager Bologna; le altre classi fanno registrare quotazioni invariate, a sottolineare un momento di stasi negli scambi, con la domanda poco presente e l’offerta che non preme più di tanto per collocare quanto resta da vendere. A rafforzare uno scenario di stabilità anche il miglioramento dello stato delle colture con previsioni di resa “medie” nonostante la siccità invernale occorsa. I rimpiazzi europei sono più tenuti rispetto alla scorsa settimana, mentre i grani di forza d’oltreoceano segnano un più 20 €/t. Il “tipo Bologna” vale un 425-430 €/t partenza, i panificabili un 400 €/t, i “misti” un 395 €/t.

Europa grano duro

Il “weather market”, alla pari dei riflessi bellici, sostiene le quotazioni sulle principali piazze comunitarie, dove si riflettono l’influenza di una domanda mondiale molto presente e il rischio siccità in aree dell’Europa Occidentale, Francia inclusa. Lo stato delle colture resta comunque buono-ottimo nell'89% dei casi, ma l’insieme dei fattori di mercato mantengono incertezza sui prezzi sia sul breve sia sul medio termine, dove la Comunità potrebbe essere ancora richiesta compensare i “default” russo-ucraini. La domanda interna è poco presente e questo fa prevedere stock finali al Giugno p.v. in lieve aumento sul 2021. Sul mercato di Parigi, il “future” di riferimento per i prossimi 3 mesi oltrepassa i 410 €/t, un livello ai massimi assoluti degli ultimi anni. Su Euronext il Settembre vale sui 413 €/t, con il Fob Rouen a 400 €/t.

Mondo grano duro

Se il conflitto russo-ucraino non dà segnali di risoluzione, a sostenere i mercati arrivano le notizie dagli Usa: stato dei grani vernini ottimo solo nel 30% dei casi, semine al Nord al 30% in ritardo. In Canada, stock visibili nei magazzini in calo del 30% sul 2021. In Ucraina si lavora per migliorare la logistica terrestre mentre la Russia, nonostante le attese, continua ad esportare con ottime prospettive di raccolto 2022. Prospettive di raccolto che si riducono in India, riportandola su valori storici e cancellando le stime di maggiore esportazione sul 2022/23. Borse a termine che tornano al rialzo anche per fenomeni speculativi, ma l’orizzonte di mercato sul medio termine non è ancora definito in attesa di valori finali di semine e primi raccolti nell’Emisfero Nord. Prezzi Fob: l’Argentino “pane” a 456 $/t, l’Australiano Soft White a 391 $/t, il DNS Pacifico a 504 $/t, il “milling” Russo a 395 $/t.

Grano duro, scambi fiacchi in attesa del nuovo raccolto

Italia terra e vita

Poco o nulla di rilevante a modificare una situazione di stabilità di prezzi e mercati che si mantiene da parecchie settimane. Si dibatte su rese/ha e produzione Italia 2022 alla luce dell’inverno secco e del recupero (solo parziale?) occorso con l’arrivo delle recenti piogge. La domanda interna latita e ciò porta ad avere un’offerta prevalente che compensa la scarsità di prodotto sul mercato, di fatto congelando da Sud a Nord le quotazioni sui livelli delle ultime sessioni di Borsa Merci. I molini hanno adeguate coperture sul breve periodo, mentre sul medio attendono prima di prendere posizioni oltre gli acquisti “tecnici” di ogni salto di campagna. La qualità di quanto resta è medio-alta e questo limita la volontà di vendere dei detentori (stante il dubbio sulle specifiche proteiche del nuovo raccolto). Il tipo “Fino” si conferma a 545 €/t reso Bologna e 555 €/t arrivo Milano, con Foggia partenza a 550 €/t.

Europa terra e vita

L’attività di scambio sul vecchio raccolto è pressoché nulla da settimane, mentre per il nuovo si parla solo di possibili affari per lotti con specifiche “generiche” e basso tenore proteico, traslando ogni compra-vendita di duri con qualità superiore a dopo la trebbiatura; l’assenza di stock di riporto di qualità suggerisce a produttori e stoccatori la massima cautela. Sul fronte climatico non si prevedono precipitazioni nella prossima settimana, quando le temperature resteranno elevate, e torna il timore di condizioni siccitose, soprattutto in Francia e Penisola Iberica. Le ultime stime del raccolto 2022 non vanno oltre i 7,6 mio/t, in calo del 2% sul 2021, di cui: 1,6 mio/t Francia, 0,8 mio/t Spagna e 0,9 mio/t Grecia. Quotazioni che entrano nel periodo di sospensione a ridosso dei primi tagli 2022; il nuovo raccolto “milling” reso Fob porto del Mediterraneo sui 500 €/t.

Mondo terra e vita

Dopo la conferma di maggiori superfici in Usa e Canada, ora il mercato attende i progressi di semina nelle pianure prima di riposizionare le proprie strategie commerciali. Offerta molto cauta e intenzionata a vendere la qualità media, conservando fino all’ultimo gli stock 2021 che, grazie all’elevata qualità, potrebbero essere utilizzati come miglioratore di lotti con specifiche generiche. La domanda locale ha in parte coperto i fabbisogni del salto di campagna, mentre quella globale, prima di prendere posizione, attende l’evidenza delle produzioni (volumi e qualità) nel sud Mediterraneo. Resta l’incognita dei consumi (pasta, cous-cous, bulgur) e del mantenimento di percentuali di tenero a sostituire il costoso duro. Dal Messico e dall’Australia si eseguono i contratti in essere “pre-bellici”.

Mais, produzione 2022 in lieve diminuzione rispetto al 2021

Italia terra e vita

L’arrivo delle piogge al Nord ha, al momento, risolto il problema di carenza idrica nelle prime fasi di crescita. Questo, assieme a uno scenario di mercato che resta poco vivace, ha consolidato i prezzi. In base alle semine, in lieve flessione sul 2021, e alle rese/ha su valori medi, il raccolto 2022 si attesterebbe sui 5,6 mio/t, di poco inferiore al 2021. Sul breve periodo non si prospettano significativi cambiamenti di tendenza, con adeguata offerta “any origin”; per il nuovo raccolto saranno determinanti sia l’evoluzione “geopolitica” che l’andamento climatico nelle prossime settimane. Borse merci “invariate” con il mais “con caratteristiche” su valori di 380 €/t reso Nord Ovest e un 384 €/t reso Nord Est; il “generico” a sconto di 2-5 €/t con i rimpiazzi comunitari più tenuti.

Europa grano duro

Sui mercati si conferma uno scarso dinamismo negli scambi anche per il rafforzamento immotivato dei prezzi, a fronte di una domanda interna scostante e limitata al brevissimo. La concorrenza delle origini alternative al Comunitario sale di rilevanza, ma il contesto internazionale non deprime più di tanto i mercati, anche se la Spagna dirige parte della sua richiesta verso il Sudamerica. Se la previsione del raccolto 2022 si consolida sui 67 mio/t, meno 2 mio/t sul 2021, a preoccupare gli operatori sono i minori utilizzi interni zootecnici e l’insorgenza di casi di influenza aviaria. Quotazioni comunque al rialzo sia sul fisico che sul “termine”. L’origine francese reso porto di Bordeaux vale un 367 €/t con l’Euronext nearby sui 364 €/t.

Mondo

Continua a preoccupare il ritardo nelle semine in Usa, mentre restano promettenti le stime di raccolto in Sudamerica. Gli ultimi dati Usda indicano un aumento degli stock mondiali e dei raccolti in Brasile e Argentina, a delineare un mercato sempre ben tenuto per l’assenza dell’Ucraina, ma non del tutto problematico se e quando la domanda internazionale si riducesse o i flussi commerciali dal Mar Nero riprendessero anche se a basso regime. Prezzi Fob: l’Usa a 357 $/t, l’Ucraino NQ, l’Argentino 314 $/t, il Brasiliano a 331 $/t.

Oleaginose e cereali foraggeri, cala la soia, "tiene" l'orzo

Italia grano duro

Cereali foraggeri: mercato interno poco attivo con scambi scarsi. L'attenzione è rivolta alla nuova campagna, con limitato interesse delle parti a prendere posizione prima di maggiori certezze su volumi e qualità 2022. Prezzi tenuti dal contesto geopolitico e dal deprezzamento dell’euro: il sorgo vale sui 380-385 €/t, l’orzo pesante oltre i 390 €/t, i teneri sui 405-410 €/t. Oleaginose: la soia a livello globale dà segnali di debolezza che si riflettono sulle quotazioni sia della nazionale, in calo di un 15 €/t a 685 €/t, sia dell’estera, in calo di 12 €/t per un valore arrivo sui 675 €/t.

Europa grano duro

Cereali foraggeri: mercato degli orzi meno tenuto per carenza di scambi e buone prospettive di nuovo raccolto, mentre i teneri tengono le posizioni. Offerta generalmente prudente, con domanda principalmente dai porti; mangimifici alla finestra. Oleaginose: la colza riprende quota sostenuta dalla “canola” Canadese e da prospettive di maggiori consumi locali; il ribasso del “palma” e della soia sul Cbot sono fattori da monitorare. Resa Fob Rouen la colza vale un 852 €/t con il “future” Agosto su Parigi a 849 €/t; il girasole “oleico” francese reso S. Nazaire a 995 €/t.

Mondo terra e vita

Cereali foraggeri: volatilità e generale tendenza rialzista caratterizzano i mercati di tenero e orzo, con le semine canadesi di quest’ultimo in ritardo sullo storico. Le aste in Tunisia sono aggiudicate “any origin escluso Russia” e questo crea tensione. Orzo Fob Mar Nero sui 385 $/t, l’Australiano a 361 $/t; il grano Srw Fob Golfo a 442 $/t e l’Ucraino NQ. Oleaginose: la settimana registra debolezza della soia sulle piazze delle Americhe con il progredire delle semine Usa, la raccolta (al 95%) in Brasile e minori prospettive di export sulla Cina. Migliorano gli stock di “palma” e questo ne deprime le quotazioni. Prezzi Fob: la soia Usa a 647 $/t, la Brasiliana a 642 $/t, la colza Canadese a 930 $/t.

È “pace armata” sui prezzi del grano tenero, scende la soia - Ultima modifica: 2022-05-13T10:28:28+02:00 da Marco Pederzoli

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