Giù duro e mais, stop al tenero. L’orzo continua a correre

grano duro
Frumento tenero appesantito dalla situazione internazionale, il duro paga il rallentamento della domanda, soprattutto di prodotti finiti per l'export. Giù anche la soia nazionale

 

 

Grano tenero, stop all'ascesa dei prezzi

Italiaterra e vita

Si ferma la salita di tutte le classi in conseguenza a un’inversione dei prezzi a livello globale che si è ripercossa anche sull’origine nazionale. La domanda si mantiene a livelli medi del periodo con una lieve flessione a ridosso delle festività; offerta che si ripresenta più pressante con il timore di un’inversione di tendenza. Disponibilità in volume e di “qualità” adeguate a soddisfare le richieste dei molini che mantengono un buon livello di scorte; scambi in lieve contrazione. Con Bologna e Milano che quotano invariato, i grani di forza “tipo Bologna” valgono un 375 €/t reso Nord Ovest e un 390 €/t reso Nord Est; panificabili e “misti” si confermano a sconto di 40-50 €/t rispetto alla classe 1, con comunitari invariati ed esteri e “spring” in lieve calo di 1-2 €/t.

Europa

Lo scenario si rasserena, nonostante l’incognita pandemica, con quotazioni che fanno tornare competitivo il vecchio continente rispetto al Mar Nero. Il calo dei prezzi su Parigi ha riflessi anche sul mercato fisico, anche se è stato principalmente dovuto alla volontà degli investitori di monetizzare i margini. Scambi locali in ripresa con lo scendere delle quotazioni, ma è presto per affermare che sia vera inversione del corso. Determinati saranno i progressi dell’export Comunitario verso il Mediterraneo e l’evoluzione della domanda trasversale dal settore mangimistico. L’Euronext Dicembre sui 282 €/t con il 76-11-220 Fob Costanza a 300 €/t ed il Fob Rouen 297 €/t.

Mondo Terra e Vita

Migliorano le prospettive di produzione nell’Emisfero Sud e questo porta ad un indebolimento della pressione “speculativa” sulle borse mondiali con prospettive di mercato più stabili. Sale anche la stima di export dalla Russia nonostante dazi e futuri contingenti, ma il fattore determinante per un’inversione di tendenza, dopo undici settimane di rincari, resta il clima in Australia; la domanda si mantiene pressante e si coniuga col rischio pandemico. Prezzi Fob: l’Argentino “pane” a 311 $/t, l’Australiano Soft White a 314 $/t, il DNS Pacifico a 432 $/t, ed il “milling” Russo a 341 $/t.


Grano duro penalizzato dai consumi stagnanti

Italia

Quarta settimana di calo dei prezzi da Nord a Sud con ulteriore ribasso di 5 €/t su tutte le Borse Merci. La situazione vede una netta preferenza per l’origine nazionale, che è scambiata a prezzi inferiori ai rimpiazzi esteri, che mantiene vivo lo scambio anche se si evidenzia un minore interesse della domanda sul pronto e attendismo dell’offerta a quotare il 2022. A mantenere al ribasso il mercato sono essenzialmente la stagnazione dei consumi, soprattutto verso l’export, e le notizie internazionali di quotazioni in calo. Semine che proseguono rallentate dalle condizioni climatiche. Il tipo “Fino vale 540 €/t reso destino al Nord con il reso Sud che quota un 570 €/t arrivo; comunitari assenti e origini estere poco offerte.

Europa

Il riflesso dei ribassi Italiani ed il rallentamento della domanda si manifestano anche sulle piazze Comunitarie ove si registra un limitato livello di scambi sia locali che verso l’export. La qualità francese ne limita la vendita sul Nord Africa e da Spagna (quotazioni partenza simili all’Italia) e Grecia la disponibilità è sempre più esigua anche se i fabbisogni locali sono coperti da settimane. Le prospettive di export extra-UE sono esigue, causa la qualità della granella, anche se i prezzi sono competitivi rispetto al Nordamerica. Attesa per nuovi dati sulle semine e la conferma del più 7-8% sul 2020. Il “tipo Fino” proteico CIF Italia sui 550 €/t.

Mondoterra e vita

Il dato ufficiale della produzione Canadese è stato ulteriormente rivisto al ribasso a meno di 3 mio/t con risicata disponibilità all’export sul proseguo di campagna rispetto alla media storica e alle stime di utilizzo; stime di utilizzo riviste in calo nei paesi principali importatori ove cresce l’utilizzo di grani teneri “vitrei”. A fare mercato, in attesa si dipani il dubbio sulla qualità in Australia, restano USA e Canada con offerta di lotti con ottime specifiche merceologiche e proteina. Le ultime aste del Nord Africa registrano prezzi inferiori al passato a marcare il momento di incertezza. Il “grado 3 or better” sui 680 $/t CIF Mediterraneo.



Mais affossato dal tenero

Italia

Il rallentamento del grano tenero toglie sostegno ai prezzi che mostrano più pesantezza sia per l’ampia disponibilità di prodotto sul mercato “a breve” che per la qualità non perfetta dell’origine nazionale rispetto ai rimpiazzi aggressivi in prezzo e con migliori specifiche. Domanda mangimistica senza grosse variazioni per un livello di scambi poco vivace. Sulle piazze del Nord il regresso delle quotazioni è su Bologna e principalmente per il mais “con caratteristiche” che vale 295 €/t (-3) con Milano invariato. Generici a sconto di 4-5 €/t, con comunitari invariati ed esteri più deboli.

Europaterra e vita

Sulle piazze Comunitarie si respirano i riflessi (ribassisti) globali intersecati con un problema logistico interno che da un lato stimola nuova domanda (di rimpiazzo) a compensare ritardi nelle consegne da alcune aree. I fondamentali di produzione e consumi locali restano invariati rispetto alle scorse settimane e si respira pesantezza anche per la crescente pressione della concorrenza Ucraina; scambi intra-UE vivaci soprattutto verso il Sud del Continente. Il Fob Bordeaux 255 €/t.

Mondo terra e vita

Più che i fondamentali oggi pesano il rischio di minore domanda bio-energetica a causa delle varianti Covid. Se il fenomeno del La Niña e l’aumento dei fertilizzanti mettono dubbi sulla produzione nel 2022/23, la quasi certezza di una riduzione dell’utilizzo bio-energetico e degli olii, a fronte di adeguata disponibilità sul breve termine, sono fattori prevalenti. La domanda Asiatica non rallenta ma la percezione di mercato è cambiata e le Borse rallentano con gli operatori ad incassare parte dei margini fin qui accumulati. Prezzi Fob: l’USA a 266 $/t, l’Ucraino a 275 $/t, l’Argentino 253 $/t il Brasiliano a 271 $/t.


Oleaginose e cereali foraggeri, orzo sempre tonico

ItaliaTerra e Vita

Cereali foraggeri: tenero stabile e orzi nostrani che si apprezzano di 5-7 €/t su tutte le piazze con il sorgo bianco che consolida un più 3 €/t. Domanda zootecnica che si mantiene invariata nelle scelte in attesa di conferma dell’evoluzione prezzi. Teneri a 325 €/t su Milano e 345 di Bologna. Orzi pesanti oltre i 300 €/t e Sorgo sui 300 €/t. Oleaginose: la soia nazionale sui 610-6115 €/t (-5) in regresso con l’estera invariata a Bologna e meno 8 €/t su Milano.

Europa terra e vita

Cereali foraggieri: la parziale uscita dei fondi dal Matif grano, effetto Covid, si somma con la maggiore disponibilità (locale e extra-UE) per un generale ribasso dei prezzi; gli orzi di qualità restano più tenuti. Oleaginose: il calo del prezzo del petrolio deprime la colza ed anche il girasole entra in stallo. La colza a 667 €/t resa Rouen; il girasole reso Bordeaux a 630 €/t.

Mondo

Cereali Foraggeri: il miglioramento climatico in Sudamerica e maggiori produzioni di grano e orzo in Australia riducono dubbi ed incertezze con ribassi per i cereali con specifiche “generiche”; scambi sostenuti con offerta adeguata. Orzo Fob Ucraina a 300 $/t, l’Australiano a 279 $/t; il grano SRW Fob Golfo a 338 $/t e l’Ucraino a 328 $/t. Oleaginose: la ridotta disponibilità di colza si combina con la quinta ondata pandemica, ma la tenuta del “palma” e il “weather market” per la soia Sudamericana limitano il calo dei prezzi nel comparto. Prezzi Fob: la soia USA a 495 $/t, l’Argentina a 522 $/t, la colza Canadese a 837 $/t.

Giù duro e mais, stop al tenero. L’orzo continua a correre - Ultima modifica: 2021-12-03T16:41:56+01:00 da Roberta Ponci