Grano duro in evidenza, carni e grana in ripresa

L'ultima settimana di giugno mostra un consolidamento dei listini per le carni, sia bovine che suine, dopo i ribassi causati dalla pandemia di Covid-19. Stabili i prezzi dei due grana Dop, anch'essi "colpiti" dal virus. Bene l'olio extravergine d'oliva, lievi cali per il vino

Cereali, in salita il grano duro

Il mese di giugno si chiude con listini ancora in aumento per il frumento duro nazionale, in media, per le tre varietà, si è evidenziato un +1,5% ascrivibile principalmente al prodotto siciliano. Anche le variazioni tendenziali riflettono il buon andamento.

Per quel che riguarda il frumento tenero si rilevano le prime trebbiature in particolare negli areali lombardi dove il prezzo risulta in via di formazione a causa della ancora limitata quantità di prodotto. Le informazioni a riguardo indicano un prodotto sano e di buon peso ettolitrico, ma le rese si preannunciano molto variabili da zona a zona.

Al contrario, risultano in flessione i prezzi medi esteri, sia comunitario che non comunitario.

Sul mercato all’ingrosso, inoltre, si riscontra un generalizzato aumento dei prezzi delle semole di frumento duro - che risente del medesimo andamento della materia prima - mentre le farine di frumento tenero rimangono sostanzialmente stabili.

Caseari, stabili i due grana

Relativamente al mercato dei due formaggi grana a denominazione, sui principali mercati nazionali, l’ultima settimana monitorata non ha evidenziato variazioni nelle quotazioni. Dopo settimane di flessioni, invero, la novità saliente è rappresentata da listini che ricalcano fedelmente quelli dei sette giorni precedenti. Nel corso della settimana in analisi gli scambi sia del Parmigiano Reggiano che del Grana Padano, su tutti i principali centri di contrattazione sono stati definiti nella norma da parte degli operatori.

Sul fronte delle materie grasse e i burri non si rilevano particolari scostamenti nei valori, con gli scambi che si mantengono sui medesimi livelli rispetto alla scorsa settimana. per ciò che concerne la materia prima, sulle piazze di Lodi (35 euro al quintale) e Verona (36 euro al quintale) i listini del latte spot hanno mostrato una congiuntura flessiva, ampliando il differenziale negativo su base annua (-20% variazione tendenziale).

Bovini, baliotti e vitelli da macello in crescita

Il mercato dei bovini, in un contesto mercantile calmo, ha registrato un lieve apprezzamento dei vitelli baliotti nelle piazze di Montichiari e Padova che hanno evidenziato recuperi tra i 4 e i 5 centesimi al chilo, mentre sempre sulla piazza Padova non riescono a mantenere i precedenti valori i vitelli da ristallo. Per contro, risultano in sostanziale tenuta i prezzi delle vitelle. Riguardo ai bovini da macello il mercato è caratterizzato da un ritmo degli scambi piuttosto lento e da listini che hanno faticato a mantenere le posizioni della precedente settimana. Nello specifico accusano ulteriori flessioni i vitelloni e le manze su Modena Padova e Montichiari.

Si mostra invece più in equilibrio il mercato dei vitelli da macello, i quali a fronte di una tenuta su tutti i mercati riescono ad aggiungere a Reggio Emilia 5 centesimi al chilo. Sul fronte del macellato si rilevano recuperi per le mezzene e i quarti posteriori di vitellone sulla piazza di Modena rispettivamente di 20 e 10 centesimi al chilo.

Avicunicoli, prezzi in consolidamento

La settimana appena trascorsa è stata di sostanziale consolidamento dei prezzi, mostrando ancora recuperi per alcuni prodotti, seppur in maniera meno accentuata della precedente. Per i polli gli operatori segnalano un ridimensionamento della domanda rispetto alle precedenti settimane, per i quali la riduzione di prodotto presente sul mercato ha di fatto mantenuto i listini in sostanziale tenuta sulla maggior parte dei centri di scambio. Solo su Perugia e Cuneo sia la taglia leggera che pesante aggiungono qualche centesimo mantenendosi comunque in linea con i valori delle altre piazze.

Mostrano stabilità congiunturale i tacchini, che si assestano su valori molto bassi rispetto allo scorso anno (-22,94% variazione tendenziale). Nello specifico si segnalano rallentamenti nella domanda e un’eccedenza di prodotto riguardo la fesa soprattutto determinato dalla presenza di prodotto estero sul mercato con conseguenti erosioni di listini all’ingrosso. Per i conigli la spinta inflattiva delle scorse settimane sembra essersi esaurita, mostrando prezzi ancorati sui medesimi livelli di sette giorni fa. Per le uova nel corso della settimana si assiste ad un mercato che sembra aver trovato il suo punto di equilibrio tra domanda e offerta, infatti i prezzi arrestano l’andamento ribassista dell’ultimo periodo mantenendo stabili i listini sulla maggior parte delle piazze.

Suini, la tendenza si è invertita

Gli indicatori del mercato suinicolo, dopo settimane di costanti cali, sembrano volgersi stabilmente verso l’aumento per quanto riguarda i suini da macello con una domanda stabile a fronte di un’offerta pressoché stazionaria. Dopo settimane di flessioni nei prezzi cominciano a registrare i primi segni di stabilità anche i suinetti con domanda ed offerta in equilibrio. Registrano segni di movimento anche i listini del mercato all’ingrosso sia quelli destinati al consumo fresco che quelli destinati all’industria tra questi ultimi risultano rilevanti gli scostamenti sul listino della pancetta fresca e del pancettone.

Vino, ritocchi al ribasso

Qualche ritocco al ribasso ha caratterizzato, negli ultimi sette giorni, il mercato vinicolo nazionale. In particolare, è stato l'areale laziale, che ha visto una diminuzione dei listini del prodotto comune rosso.

Su base congiunturale il mese di giugno chiude con segno negativo in media del 1,5% per l'intero comparto. Continua ad esserci stallo nelle contrattazioni e difficoltà nel programmare il futuro, anche a breve termine. In lieve flessione anche le produzioni ad indicazione geografica.

Olio, bene l'extravergine

Non si evidenziano variazioni rilevanti nel comparto olivicolo nazionale. Negli ultimi sette giorni si è assistito a qualche rialzo per i valori medi del prodotto extravergine e vergine calabrese, mentre resta stabile il listino dell’olio lampante.

Andando ad analizzare l’intero mese di giugno si evidenzia una tendenza rialzista per l’olio E.V.O. che però si evidenzia in appena due centesimi sui listini medi.

Tendenza opposta per le qualità vergine e lampante che negli ultimi trenta giorni perdono in media l’1%. Sempre su base congiunturale si conferma un lieve aumento per i prodotti raffinati di olive e sansa e per i rettificati di semi.

I prezzi dei prodotti agricoli del 29 giugno
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Grano duro in evidenza, carni e grana in ripresa - Ultima modifica: 2020-07-01T21:14:19+02:00 da Redazione Terra e Vita

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