Miele, consumi in aumento e i prezzi tengono

Il mercato 2010 è rimasto sostenuto, con la collocazione di tutta la produzione

Anche se non mancano elementi di sofferenza, il 2010 per l’apicoltura italiana può essere considerato un buon anno da molti punti di vista. Dopo la ripresa del settore avvenuta già nel 2009, nel 2010 si può stimare una produzione comparabile a quella dell’anno precedente, soprattutto grazie al buono stato di salute delle famiglie di api, escluse qualche aree a macchia di leopardo.
La produzione sarebbe stata ancora migliore se il maltempo di maggio-inizio giugno non avesse limitato il raccolto per alcuni mieli o in talune aree. A farne le spese, sono stati soprattutto i mieli di acacia, agrumi, tarassaco e i mieli di montagna.
 

 

NEL COMPLESSO 23MILA TONNELLATE
Va definitivamente consolidandosi il dato sulla produzione nazionale di miele, per il 2010 abbondantemente superiore a 20.000 tonnellate, più precisamente la stima si attesta intorno alle 23.000 t.
Prima della disamina dell’andamento nei territori e per tipo di miele, va sottolineato che l’altro elemento di positività è costituito dall’andamento di mercato che ha visto sostanzialmente un aumento dei prezzi all’ingrosso per la generalità dei mieli italiani con la collocazione di tutto il prodotto raccolto e a prezzi che possono essere considerati soddisfacenti.
L’ultima valutazione, di carattere generale, riguarda lo stato di salute delle api che deve necessariamente essere più articolata.
Da una parte si rimarca che l’apicoltura del Nord oggi è sostanzialmente indenne dagli spopolamenti primaverili estivi, cioè da quei fenomeni di moria delle api che nel 2008 hanno determinato la perdita della metà del patrimonio apistico nelle regioni a vocazione maidicola. Restano tuttavia problemi di diversa natura che riguardano comunque la salute delle api. Accanto alle patologie classiche e anche meno ricorrenti (varroa, peste, nosema, altre virosi) permangono, soprattutto al Sud, ma non solo, criticità riguardo la compatibilità fra taluni trattamenti fitosanitari e l’attività apistica e questo porta alla necessità di sviluppare ulteriormente buone pratiche di difesa fitosanitaria con miglioramenti di carattere tecnico-scientifico, normativo e di controllo del rispetto delle norme esistenti.
 

 

BUONE PROSPETTIVE PER GLI APICOLTORI
C’è un’ulteriore valutazione che va fatta riguardo il consumo di miele. Dati Nielsen documentano quella che è una percezione già avvertita nel settore: siamo di fronte a un aumento del consumo di miele nell’ordine del 14-15%.
Ciò costituisce ovviamente un elemento molto importante perché dà prospettive al settore contribuendo a mantenere alti i prezzi alla produzione.
Il giudizio può essere anche un po’ temerario però si può azzardare l’ipotesi secondo la quale i prezzi del miele all’ingrosso sono alti soprattutto perché vi è stato l’aumento del consumo, con una netta preferenza per i mieli italiani.
Se infatti applicassimo rigidamente la legge del confronto domanda-offerta non sarebbe giustificato un mantenimento dei prezzi all’ingrosso del tipo osservato nel corso del 2010 proprio perché, come si diceva prima, sono state solo alcune le produzioni sofferenti dal punto di vista della quantità prodotta. Ecco la situazione per ciascun tipo di miele.
Acacia - Il raccolto di miele di acacia è stato modesto o molto scarso per quel che riguarda le fioriture precoci, caratterizzate da brutto tempo. Buona la produzione sulla fioritura tardiva, anche se il raccolto varia da zona a zona. La qualità è generalmente ottima (prezzi in fig. 1).
 

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Risultati molto scarsi in pianura, attorno ai 5-6 Kg/alveare.
La situazione è stata migliore in collina, con produzioni verso i 15-18 kg/alveare, e a quote più alte, con medie anche superiori.
Le produzioni unitarie sono discrete:
- 25-30 kg/alveare in molte zone dell’alto Piemonte;
- 15-20 kg/alveare nelle altre zone piemontesi;
- 25-30 kg/alveare in Lombardia;
- 15-20 kg/alveare in Romagna;
- 15-25 kg/alveare in Emilia, con produzioni migliori alle quote più elevate;
- 15-25 kg/alveare anche in Toscana;
- produzioni su livelli simili anche nelle altre regioni del Centro e Sud Italia.
Agrumi - La produzione di agrumi è stata di medio livello, con un andamento altalenante da zona a zona. Le cause sono state molteplici, prima delle quali il maltempo nella fase iniziale della produzione. Tuttavia il perdurare per un lungo tempo delle fioriture ha consentito di recuperare produzione, anche se parzialmente e in modo disomogeneo. Le rese unitarie si aggirano intorno ai 20 kg/alveare in Sicilia e parte della Calabria, mentre nell’alta Calabria, Basilicata e Puglia si sono avuti picchi produttivi anche superiori ai 25 Kg (prezzi in fig. 2).

 

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Castagno - Gli apicoltori sembrano contenti del raccolto di castagno. In alcune aree, soprattutto del Nord Ovest si sono avute produzioni molto soddisfacenti: i raccolti sono stati quasi ovunque buoni, con un generale aumento di produzione consistente rispetto al 2009 ipotizzabile attorno al 20% (prezzi in fig. 3).
 

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Erba medica - Dopo l’inizio di stagione un po’ stentato, la produzione si è attestata su livelli buoni, con medie anche di 15-25 kg/alveare in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna.
Eucalipto - L’annata, si è rivelata sostanzialmente positiva.
Medie attorno ai 20-25 kg nel Centro Italia, in Basilicata e nelle Isole. La raccolta del miele autunnale in Calabria è stata buona, specie per gli apicoltori che hanno saputo sfruttare la prima fase della fioritura (prezzi in fig. 4).
 

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Girasole - Buona produzione per questo miele. Le medie produttive si aggirano sui 15-20 kg/alveare con punte di 25 kg/alveare. Buona anche la situazione in generale nel Centro Italia.
Melata di metcalfa - Annata sostanzialmente positiva per la melata di metcalfa. La produzione è stata a macchia di leopardo, ma ha dato ottime rese, con medie di 20-25 Kg/alveare, nelle zone dove è stata possibile la produzione, in particolare in alcune aree del Piemonte (prezzi in fig. 5).
 

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Millefiori - Buona produzione in tutta Italia, con punte di eccellenza che superano i 30-35 kg nel Nord ovest e nel Sud continentale (prezzi in fig. 6).
 

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Millefiori alta montagna - Scarse le produzioni di millefiori in montagna, con medie di 10-15 kg/alveare nel Piemontese, in Valle d’Aosta e nelle montagne venete.
Millefiori estivi - Le produzioni di millefiori estive sono state variabili, ma nel complesso positive. Buone produzioni, con medie che si aggirano attorno ai 20-25 kg, e picchi di 25-30 kg/alveare, in Emilia, Piemonte e in alcune aree del Sud.
Sulla - Annata positiva per questo miele, con buone produzioni in Sicilia e Calabria.
Tiglio - Ottima annata per questo miele, con una produzione superiore del 30% rispetto al 2009, soprattutto in aree come il Piemonte e Lombardia.
 

 

L’autore è presidente dell’Osservatorio nazionale del miele.

Miele, consumi in aumento e i prezzi tengono - Ultima modifica: 2011-02-24T16:11:10+01:00 da Redazione Terra e Vita

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