Parmigiano Reggiano “re” dei listini, bene anche vitelloni e tacchini

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Dopo un paio di settimane nelle quali avevano tirato il fiato ricomincia la corsa delle due principali Dop casearie italiane. In evidenza soprattutto il Parmigiano Reggiano che guadagna dai 10 ai 15 centesimi al chilo

Caseari, i grana tornano a correre

Nel corso della settimana appena conclusa i listini dei formaggi grana a denominazione hanno presentato ancora incrementi diffusi. In particolare, si sono avuti rialzi decisi per il Parmigiano Reggiano Dop su tutte le piazze sia emiliane che lombarde, con recuperi dai 10 ai 15 centesimi al chilo. Più contenuti i recuperi per il Grana Padano Dop per il quale solo la varietà 4-12 mesi mostra una variazione congiunturale positiva dell’1,2%, mentre la 12-15 mesi si mantiene stabile rispetto a sette giorni fa e la superiore ai 20 mesi recupera lo 0,6% grazie al solo incremento registrato sulla piazza di Mantova.

Per ciò che concerne il burro, gli scambi si mantengono nella norma e sui medesimi livelli della scorsa settimana, con listini immobili su tutte le piazze. Per la crema di latte sulla piazza di Milano i corsi cedono di 4 centesimi portandosi a quota 1,82 euro al chilo. Infine, rivolgendo l’attenzione alla materia prima, si rileva un’ulteriore decisa flessione delle quotazioni all’origine del latte spot. Nel dettaglio, la contrazione evidenziata a Verona è stata pari a circa il -1,4%, con un prezzo medio sceso a 36 euro al quintale. Alla stessa stregua anche Lodi flette i valori del -1,3% chiudendo le contrattazioni a 34,78 euro al quintale.

Bovini, vitelloni di Frisona in evidenza

La quarantesima settimana dell’anno presenta sostanziale stabilità, fatte salvo alcune categorie merceologiche di bovini da ristallo e di carni macellate scambiate all’ingrosso.

I bovini da ristallo mostrano nel complesso un leggero miglioramento nei valori (+0,22% su base media nazionale), determinato dai recuperi dalle razze Charolaise/Incroci e Limousine. Va segnalata tuttavia l’influenza negativa della categoria “Razze varie” su Montichiari dove si registra un -8,7% rispetto alla scorsa settimana.

I bovini da macello mostrano stabilità per le categorie manze, scottona, tori e vitelloni e recuperi su vacche e vitelli, più pronunciati su questi ultimi: i vitelli di Frisona recuperano su Montichiari il 9,41%, seppur collocandosi a -4,12% rispetto ai valori dello stesso periodo dello scorso anno.

Le carni bovine mostrano nel complesso una sostanziale tenuta per i tagli di bovini adulti e vitellone, mentre su Modena proseguono nei recuperi i tagli di vitello.

Avicunicoli, tacchini in recupero

Recuperi nei tacchini vivi scambiati all’origine, dove a una discreta domanda è corrisposto un aumento dei prezzi sulle piazze di Padova e Verona (rispettivamente +1,57% e +1,56% variazione congiunturale). Tale prodotto nel complesso di piazze e categorie merceologiche ha recuperato lo 0,63%. Si sottolinea, comunque, come nonostante tali recuperi i valori si collocano ancora nettamente al di sotto rispetto a quelli registrati nello stesso periodo dello scorso anno, quando ci si trovava a 1,57 €/Kg di peso vivo, contro gli 1,29 €/Kg di peso vivo registrati nella quarantesima settimana di quest’anno. Mostrano stabilità conigli e polli, mentre si registrano recuperi per galline (+3,74%), con particolare enfasi su Verona, Forlì e Treviso, per i piccioni (+2,36%) e in misura minore per le faraone (+0,39%) e le anatre (+0,44%). Mercato in totale equilibrio per le uova con listini stabili per tutte le categorie su tutte le piazze

Suini, listini stabili

Gli indicatori del mercato suinicolo si volgono verso la stabilità, soprattutto per quelli da macello. Un equilibrio sul mercato tra domanda e offerta porta a una stabilità nei listini per tutte le categorie. Riguardo l’allevamento, si mantiene ancora positiva la congiuntura per tutte le classi di peso, con adeguamenti al rialzo pari a un centesimo per i suinetti seguiti anche dalle altre pezzature. Decisamente meno favorevole la dinamica mostrata dal mercato delle carni, con flessioni per tutti i tagli da macelleria, mentre per quelli destinati all’industria si registra una sostanziale tenuta dei listini ad eccezione dei prosciutti smarchiati e di quelli tipici, che recuperano rispettivamente 2 e 3 centesimi al chilo.

Olio, in leggero calo l'evo

Il mese di ottobre si è aperto con un lieve decremento delle quotazioni medie dell’olio extravergine di oliva nazionale.

Le piazze che hanno evidenziato questo andamento sono state quelle calabresi, che hanno perso ben il 9% negli ultimi sette giorni.

Situazione analoga nel segmento del vergine dove, sempre le province calabre, fanno segnare un -5%.

In crescita di due centesimi di euro al chilo, invece, l’olio lampante che assorbe il rialzo del prodotto pugliese.

Nel mercato all’ingrosso balzo in avanti per le quotazioni medie, sia del raffinato di oliva che di sansa, si evidenzia un calo, invece, per gli olii di semi di mais e arachide.

I principali mercati esteri monitorati, Spagna e Grecia, evidenzia all’opposto un generale rialzo dei listini facendo seguito all’andamento registrato in precedenza sul nostro mercato nazionale.

Vino, in lieve flessione i bianchi

Lievissima flessione per i vini comuni bianchi che, negli ultimi sette giorni, si sono attestati in media a 3,67 euro l’ettogrado. Le operazioni vendemmiali non sono ancora totalmente terminate e questi lievi assestamenti del mercato non risultano indicativi.

Stabili i vini rossi comuni a 3,91 euro l’ettogrado, che ormai da quindici giorni si portano sotto la soglia dei 4 euro.

Situazione opposta per le indicazioni geografiche, dove i vini bianchi sembrano essere maggiormente richiesti e riescono a spuntare qualche lieve incremento di prezzo.

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Parmigiano Reggiano “re” dei listini, bene anche vitelloni e tacchini - Ultima modifica: 2020-10-06T14:56:34+02:00 da Redazione Terra e Vita

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