Grano duro, la campagna nordamericana spinge il prezzo al ribasso

grano duro
Cresce tuttavia l'incertezza sull’evoluzione delle quotazioni nel breve termine. Il tenero invece si apprezza, in rialzo pure i foraggeri

Grano tenero, offerta attendista e scambi moderati

Italia Terra e Vita

Continua il momento di apprezzamento sulle nostre piazze sull’onda delle notizie che vedono richiesta trasversale dal settore zootecnico e prospettive di utilizzo (food e feed) ben tenute. L’offerta si fa più attendista a fronte di una domanda che, nonostante le incertezze dalla recessione, è attesa confermarsi, anche se con maggiore pressione sui grani panificabili, oltreché di forza. Scambi moderati con coperture degli utilizzatori che si riducono, in attesa di maggiore chiarezza sull’evoluzione dei prezzi. Su Milano rincari di 3-5 €/t e su Bologna di 3-4 €/t per un grano di forza “tipo Bologna” quotato sui 433 €/t, con i panificabili superiori sui 394 €/t e i “misti” a 385 €/t; Comunitari panificabili in aumento di un 3-5 €/t ed esteri “spring” stabili.

Europa terra e vita

I responsi di campi parlano di rese/ha confermate inferiori al 2021 e di un 15-20% inferiori alla media storica. Offerta che rallenta in regime di prezzi al rialzo, con pressione da parte del settore zootecnico e qualche fenomeno di ritenzione speculativa. La qualità è riportata essere mediamente buona, con lieve calo dei pesi specifici, soprattutto nelle zone che hanno ricevuto piogge tardive, e tenore proteico inferiore al 2021. Panificabili ben tenuti e grani di forza che restano sostenuti; entrambi in attesa di capire l’evoluzione dell’offerta extra-Ue sia in entrata sia sulle piazze extracomunitarie usuali destinazione dei grani europei. Ritorna la domanda dalla Penisola Iberica e dal Nord. Su Euronext il Settembre a 328 €/t e il Dicembre 321 €/t, con il Fob sui 334 €/t.

Mondo

Il Nordamerica è atteso tornare a rese/ha medio-alte per una produzione che nel complesso conferma le aspettative ribassiste di una domanda finora alla finestra. È ancora presto per indicare la qualità media dei grani primaverili di Usa e Canada, ma le prospettive sono per buone caratteristiche merceologiche e tenore proteico nella media. Scambi che rivedono premere l’offerta, ad anticipare una revisione della supply-demand verso un lento rientro di dubbi e incertezze sulla disponibilità di campagna; determinate sarà l’evoluzione nei prossimi mesi dei raccolti nell’Emisfero Sud. Dal Mar Nero c’è la conferma di un’ampia produzione della Russia, confermata dall’aggressività commerciale dell’Orso nelle aste di acquisto dei paesi del Mediterraneo; ancora da verificare il ritorno alla normalità dell’export ucraino. Prezzi: l’Argentino “pane” a 400 $/t, l’Australiano Soft Whunite a 345 $/t, il Dns Pacifico a 393 $/t, il “milling” Russo a 315 $/t.

Grano duro, tonfo da 20 euro la tonnellata

Italia

Le positive notizie dal Nordamerica e un indebolimento delle quotazioni europee si riflettono sulle Borse Merci che, dopo la cauta ripresa post-estiva, cedono pesantemente. La domanda rallenta a causa delle coperture (costose) già in essere che impongono attenzione prima di allungare le scorte. In regime di prezzi calanti gli scambi si fanno ridotti, con tenuta del prezzo della semola, ma crescente incertezza sull’evoluzione delle quotazioni sul secondo trimestre di campagna. Da Milano a Foggia i prezzi scendono di un 20 €/t per un valore arrivo del tipo “Fino” a ridosso dei 500 €/t; Comunitari ed esteri tendenzialmente deboli.

Europa terra e vita

Con il settore molitorio coperto a prezzi superiori al “pronto” e con limitato spazio per ulteriori acquisti, si registra un'offerta prevalente sulla domanda. I prezzi cedono gradualmente anche sotto la crescente pressione dei venditori internazionali, che offrono a prezzi più concorrenziali l’origine Usa-Canada sia nei paesi Comunitari sia nel Sud Mediterraneo, riducendo la possibilità di esportazione dei detentori del Vecchio Continente. Poco o nulla da segnalare come scambi, con i prezzi Fob Mediterraneo che per il Francese “milling” si collocano a ridosso dei 450 €/t.

Mondo

Rese decisamente superiori alla media, anche se parzialmente a discapito del contenuto proteico, che nel complesso fanno prevedere una qualità media “grado 1” con solo fattore degradante il peso specifico, dove la siccità ha colpito maggiormente in giugno-luglio. Confermato il cambio di direzione dei mercati d’oltreoceano con maggiore offerta Fob e Cif da Usa e Canada, ove la raccolta procede spedita in buone condizioni meteorologiche; si stima che a metà settembre la maggior parte della loro produzione sarà nei magazzini. Offerta che comincia a premere anche se sarebbero già state vendute oltre 1 mio/t per imbarchi da settembre a dicembre; quotazioni in calo limitano la domanda. Per un “grado 3 or better” si indicano prezzi inferiori ai 485 $/t reso porto Mediterraneo.

Mais, in Europa c'è la tendenza di rimpiazzarlo coi cereali a paglia

Italia

Lo scenario di mercato locale è delineato e metabolizzato da settimane. L’insoddisfacente (in volume e caratteristiche) produzione 2022 non è sufficiente a tenere il livello dei prezzi che tornano a scendere di 1-5 €/t su Milano e di un 2 €/t su Bologna. La domanda zootecnica risente delle incognite recessive e il supporto dei cereali a paglia ha minore effetto che nel recente passato. I rimpiazzi Comunitari ed esteri, in prospettiva, a sconto sulle quotazioni del nazionale sul “pronto”, dettano la tendenza. Su Bologna il mais “con caratteristiche” vale un 383 €/t, su Milano un 388 €/t con il “generico” sui 373-374 €/t.

Europa Terra e Vita

Si conferma un’annata con rese/ha molto inferiori allo storico e ulteriore deterioramento in molte aree di Francia, Ungheria e Romania. La scarsa produzione prevista fa lievitare i prezzi interni a livelli simili al grano, innescando il fenomeno della sostituzione nelle diete zootecniche a favore dei cereali a paglia. Si acuisce la difficoltà a reperire mais non Ogm stante i dubbi sulla qualità del rimpiazzo ucraino. I prezzi recuperano con il reso Fob Bordeaux sui 341 €/t ed il “futuro” di Parigi che quota il Novembre 2022 – Agosto 2023 sui 318-319 €/t.

Mondo terra e vita

Il panorama commerciale vede contrapporsi segnali rialzisti, come il deterioramento dello stato delle colture in Usa ed Europa, e ribassisti, come il miglioramento agro-climatico in Sud America o la ripresa dell’export Ucraino in concomitanza con fenomeni di recessione della domanda. In Cina perdurano condizioni di siccità che preoccupano, mentre per il 2023 sono ottimistici i raccolti di Brasile (sui 126 mio/t) e Argentina (sui 55 mio/t). Prezzi al rialzo sul CBOT americano e su Parigi. Prezzi Fob: l’USA a 325 $/t, l’Ucraino NQ, l’Argentino 290 $/t il Brasiliano a 301 $/t.

Orzi sostenuti, alta volatilità per la colza

Italia Terra e Vita

Cereali foraggeri: dopo i rialzi della scorsa settimana le quotazioni si consolidano con qualche segnale di ripresa per gli orzi che toccano i 340 €/t reso; stabili arrivo il grano a 375 €/t e il sorgo bianco sui 370 €/t. Pochi scambi. Oleaginose: la colza mantiene una certa volatilità con il girasole ben tenuto. La soia, influenzata dal calo della richiesta mangimistica, non quota come origine Italia, mentre l’estera scende a 680 €/t reso Milano o Bologna.

Europa terra e vita

Cereali foraggeri: produzione europea degli orzi rivista in calo sui 50 mio/t (-3% sul 2021); si confermano come prezzo i grani e il sorgo. La riapertura delle consegne dal Mar Nero e un contesto di potenziale minore richiesta dal settore zootecnico pesano sulle quotazioni. Oleaginose: settimana con segnali contrastanti per tutte le tipologie, con la colza che sconta una buona produzione 2022. C'è incertezza sulle semine per la campagna 2023. La colza Fob Rouen sui 620 €/t, con il “future” Novembre di Parigi sui 605 €/t; il girasole “oleico” francese 2022 si mantiene a 740 €/t reso S.Nazaire.

Mondo terra e vita

Cereali foraggeri: la domanda per gli orzi e il grano latita anche per l’assenza della Cina, che finora ne aveva supportato le quotazioni. Prezzi abbastanza stabili nell’attesa del responso finale della raccolta nell’Emisfero Nord. Orzo Fob Mar Nero a 278 $/t, l’Australiano a 323 $/t; il grano SRW Fob Golfo a 345 $/t e l’Ucraino NQ. Oleaginose: la soia perde quota sull’onda della recessione e delle stime di raccolti levati in Sudamerica; una perdurante carenza idrica del terreno e alte temperature mettono a rischio le rese/ha in Usa. Mercato degli olii vegetali, incluso il “palma”, meno tonici per dubbi sulla domanda asiatica e bio-energetica. Prezzi Fob: la soia Usa a 633 $/t, la Brasiliana a 613 $/t e l’Argentina a 611 $/t; la colza canadese Fob sotto i 700 $/t.

Grano duro, la campagna nordamericana spinge il prezzo al ribasso - Ultima modifica: 2022-09-02T10:44:46+02:00 da Marco Pederzoli

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