Mais, tra clima e guerra i prezzi restano alti

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All’orizzonte non si intravede un’inversione dei prezzi. Stime produttive buone ma resta l’incognita meteo

In un contesto di mercati estremamente volatili anche su base giornaliera, l’evoluzione del mais non fa eccezione e resta anomala. I riflessi di incertezza derivanti dall’instabilità geopolitica del complesso dei cereali a paglia al momento non permette una stabile inversione dei prezzi e le prospettive di breve termine sono ancora turbate da segnali di “tempesta”. Se nelle ultime settimane il nostro mais (allargando l’analisi all’Europa) ha beneficiato del supporto in prezzo del grano, nei prossimi mesi la situazione non dovrebbe mutare radicalmente, rimanendo entro binari simili agli attuali, con il weather market e il conflitto russo-ucraino a puntualmente dettare il trend.

Globalmente le incognite climatiche restano elevate, soprattutto in Brasile (fonte di mais no-Ogm alternativo all’ucraino) dove, nonostante il lieve miglioramento dopo le recenti piogge, le riserve idriche nel terreno sono scarse mettendo a rischio il secondo raccolto (Safrinha) fin qui penalizzato da condizioni di forte stress anche nelle aree più vocate come il Mato Grosso. Le recenti stime Usda parlano di una produzione sui 116 mln/t, ma il dato potrebbe essere a breve rivisto al ribasso e una minore produzione in queste regioni avrebbe riflessi sugli scambi dal Sudamerica verso la Cina (che di recente ha “fitosanitariamente” certificato il Brasile) e il resto del mondo, con evidenti effetti sul già labili equilibri in Europa ed Eurasia.

Stime Usda positive per le produzioni

Comunque, anche se il Brasile riducesse la sua voce commerciale, è opinione comune che il mercato potrebbe non risentirne più di tanto in quanto fonti produttive Usa indicano che negli ultimi giorni i progressi sono stati evidenti e, grazie a un clima attualmente favorevole, le prossime stime “globali” Usda tornerebbero a essere positive. Poiché i prezzi sul Cbot hanno forte influenza sulle altre piazze mondiali, un prossimo rapporto Usda “rassicurante” darebbe segnali di un graduale percorso verso la normalità anche perché le ultime notizie dall’Ucraina indicano un (inatteso?) buon andamento della semina con quasi 4,4 mln di ettari coltivati, un livello simile a quanto già visto nel periodo 2017-2019. Comunque quando si parla di clima e guerra tutto resta labile e sarà importante monitorare a 360 gradi l’evoluzione agronomica e geopolitica in generale e la conferma viene dal recentissimo e straordinario maltempo in Francia.

 

Mais, tra clima e guerra i prezzi restano alti - Ultima modifica: 2022-06-09T08:55:37+02:00 da K4

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