Mais e obbligo di rotazione. Cosa dice la nuova Pac 2023

mais
Le indicazioni per chi decide di aderire all’ecoschema 4. Conto economico positivo soprattutto per il trinciato, ma senza contributi la coltivazione sarebbe in perdita

Siamo ormai nel vivo della nuova campagna di coltivazione che deve fare i conti con le nuove norme che, a partire dal 1 gennaio 2023, hanno introdotto importanti novità per gli agricoltori europei. Tra gli obiettivi della nuova Pac 2023/2027 abbiamo trovato il rafforzamento di quelli relativi all’ambiente, il clima e il benessere degli animali, che già facevano parte delle precedenti impostazioni.

Il Regolamento 2021/2115 definisce già nei “considerato” iniziali i cosiddetti “regimi ecologici” (ecoschemi). L’articolo 31 dello stesso regolamento li introduce in maniera chiara e li inquadra tra quelli volontari. L’adesione è quindi facoltà dell’agricoltore che, in base alle sue scelte, può ricevere un aiuto supplementare specifico.

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Il nostro Piano Strategico della Pac li declina in 5 possibili opzioni. Il successivo Decreto Ministeriale del 23 dicembre 2022, all’art. 20 definisce nel dettaglio quello che in questi mesi abbiamo semplificato come adesione all’obbligo di rotazione. Alla luce di quanto prevedono le nuove disposizioni occorrerà quindi pianificare una serie di sistemi colturali più sostenibili che, senza pregiudizi e paure, preveda anche un ritorno a principi agronomici che nel passato hanno costituito le basi di un’agricoltura più sostenibile.

Prendiamo in esame la coltivazione del mais e il collegamento alla nuova norma che ha introdotto l’obbligo di rotazione per gli agricoltori che intendono aderire in maniera volontaria all’ecoschema 4. Nella sostanza l’agricoltore che aderisce deve rispettare l’impegno di rotazione almeno biennale inserendo nel proprio piano di coltivazione una coltura miglioratrice proteica o oleaginosa o da rinnovo. Il mais è una coltura da rinnovo (all. VIII DM 23 dicembre 2022).

Le opzioni a disposizione

A questo punto vediamo quali sono le scelte possibili e quali possono essere le conseguenze economiche e pratiche per l’agricoltore che intende coltivare mais aderendo all’ecoschema 4. Occorre in questa fase ricordare che, a seguito delle deroghe intervenute in base alla attuale e persistente congiuntura internazionale, l’anno “zero” da prendere in considerazione sarà il 2024.

Le rotazioni possibili valutate in questi mesi da parte degli agricoltori e dei loro consulenti prevedono una rotazione “ordinaria” mais-grano o mais-soia. In alternativa, viste le norme che lo consentono e per le aziende che “non possono fare a meno” del mais in primo raccolto, si potrebbe optare nelle zone vocate per una coltura intercalare (che deve rimanere in campo almeno 90 giorni) che prevede ad esempio: mais (aprile/settembre), loietto (settembre/aprile), mais (aprile/settembre).

Il loietto, o loiessa, è una coltivazione molto diffusa in Italia e nel 2023, anche in virtù delle possibilità offerte dalla combinazione considerata ammissibile per l’ecoschema 4, potrebbe ulteriormente incrementare la sua presenza sul nostro territorio. Il suo utilizzo come foraggera o come coltura da sovescio fa sì che la sua introduzione sia un ottimo e possibile mezzo per soddisfare quanto previsto dalle nuove opzioni della Pac 2023/2027. Ai fini del nostro ragionamento la consideriamo “neutra” dal punto di vista economico e utile a soddisfare e rispettare le regole dell’Eco 4.

Costi e ricavi

L’esame degli oneri per la produzione del mais in un’azienda media situata in Pianura Padana con produzioni di granella pari a 120 q/ettaro e trinciato pari a 600 q/ha porta a una definizione dei costi medi totali per 3.267 €/ha per la granella e 3.075 €/ha per il trinciato. Nel caso della granella 1.330 €/ha sono da attribuire ai mezzi tecnici, 1.843 €/ha alle lavorazioni e 145 €/ha come spese generali (tab. 1). La differenza importante tra le due coltivazioni, rispetto ai costi è legata fondamentalmente ai maggiori costi stimati per l’essicazione della granella.

In generale il vertiginoso aumento dei costi energetici diretti e di quelli necessari alla produzione e trasporto dei mezzi tecnici costituiscono elemento che ha causato nell’ultimo biennio l’aumento complessivo dei costi di produzione anche nel modo agricolo.

Tabella 1 - Costi e ricavi nella produzione di mais
DESCRIZIONE euro/ettaro
Granella Trinciato
COSTI
MEZZI TECNICI
Fertilizzante pre-semina 260 260
Fertilizzante copertura 520 520
Seme 230 230
Diserbante 210 210
Insetticida 110 110
Totale mezzi tecnici 1.330 1.330
LAVORAZIONI
Aratura leggera e fresatura 270 270
Semina 70 70
Distribuzione concime 50 50
Diserbo 70 70
Trattamento insetticida 40 40
Sarchiatura 60 60
Irrigazioni (n. 3) 700 700
Trebbiatura/Trinciatura e stoccaggio 292 390
Essiccazione, trasporto e stoccaggio in silos 290
Totale lavorazioni 1.842 1.650
SPESE GENERALI
Polizza assicurativa 50 50
Costi Amministrativi 95 95
Totale Generali 145 145
TOTALE COSTI 3.267 3.075
RICAVI
Plv (q/ha) 3.240 3.300
Premio Unico 170 170
Ecoschema 4 110 110
TOTALE RICAVI 3.520 3.580
UTILE 253 505
Dati elaborati dall’autore. Costi operazioni colturali medie tariffe contoterzisti principali piazze nord Italia

Il valore della produzione a ettaro stimato, a prezzi correnti, è pari a 3.240 € (27 €/q) per la granella e 3.300 € (5,5 €/q) per il trinciato. A questo valore si dovranno sommare gli importi derivanti dal Premio Unico Pac che si stimano prendendo a riferimento i dati della media nazionale che sono pari a 170 €/ha. A questi va sommato il premio per l’adesione all’ecoschema 4 che, in zone normali, prevede un importo massimo erogabile di 110 €/ha. La somma dei ricavi sarà quindi pari a 3.520 €/ha per la granella e 3.580 €/ha per il trinciato.

È doveroso precisare che l’importo massimo attribuito agli agricoltori che aderiscono a questa “misura” (Eco4) potrebbe subire riduzioni in funzione del numero di agricoltori (che si stima elevato) che lo inseriranno nel loro piano aziendale di coltivazione. In ogni caso il “margine” per gli agricoltori che hanno deciso di coltivare mais per il 2023 aderendo all’ecoschema 4 sarà molto probabilmente positivo e, a seconda della tipologia di azienda e di destinazione del prodotto finale, potrebbe assestarsi tra i 250 €/ha per la produzione di granella e i 500 €/ha per il mais destinato alla produzione di foraggio da insilare.

Da sottolineare che il margine è certamente medio e può risentire della specifica organizzazione di ogni singola azienda. I valori definiti nelle nostre stime sono stati desunti, per le lavorazioni, dalle tabelle aggiornate dei lavori effettuati da contoterzisti e dei prezzi di mercato dei mezzi tecnici impiegati per una coltivazione “media”. Sono stati inoltre introdotti oneri di carattere generale rappresentati in sostanza dai costi assicurativi e dalle spese amministrative che, in questi anni, hanno assunto una rilevanza sempre maggiore.

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Risultanze economiche positive

Quindi il gioco vale la candela per il singolo agricoltore? Le risultanze economiche sono positive e la risposta che ci sentiamo di dare è affermativa. Ogni azienda dovrà, però, fare i conti con la propria organizzazione, con il livello di dotazione di macchine e attrezzi, della presenza o meno di manodopera che, come sappiamo influisce in maniera rilevante e che spesso, per la tipologia di azienda “familiare” che caratterizza lo scenario italiano, non viene tenuta nella dovuta considerazione quando si predispone un bilancio.

Se guardiamo anche oltre agli aspetti economici di breve periodo, dobbiamo ricordare che la reintroduzione strutturale delle rotazioni, oltre a soddisfare le vecchie e nuove regole di salvaguardia del clima e dell’ambiente, permettono di ottenere nel tempo produzioni più elevate. Le valutazioni fatte da ricerche in questo campo hanno portato a un miglioramento netto che si assesta intorno a un + 10% di produzione per aziende che praticano la rotazione contro quelle a monosuccessione mais/mais.

In un più ampio ragionamento che va nella direzione voluta dai cittadini della comunità sarà certamente da prendere in seria considerazione in questo contesto, in base alle condizioni ambientali e alle possibilità di introdurre la rotazione con leguminose, con beneficio effettivo per le produzioni ottenute anche nelle aziende che oltre al mais abbiano in programma coltivazioni con cereali a paglia.


Lorenzo Benanti

Direttore del Caa Liberi Professionisti

Mais e obbligo di rotazione. Cosa dice la nuova Pac 2023 - Ultima modifica: 2023-05-31T16:50:37+02:00 da K4

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