Barbabietola, le varietà 2016

barbabietola
Scegliere bene la selezione equivale a partire con il piede giusto

La campagna bieticola 2015, sebbene caratterizzata da andamenti climatici e sanitari sfavorevoli alla coltura, ha evidenziato come la barbabietola da zucchero sia in grado di dare soddisfazioni economiche rilevanti. Il raggiungimento di una media di 8,8 tonnellate di saccarosio per ettaro negli areali conferenti al gruppo COPROB, testimonia come i miglioramenti nelle tecniche agricole, la disponibilità di mezzi tecnici di produzione validi, ma soprattutto la volontà e le conoscenze dei bieticoltori italiani possano contribuire a superare situazioni fortemente avverse allo sviluppo della coltura.

 

L’andamento climatico dell’annata

I primi mesi dell’anno, ancora riferibili al periodo invernale, sebbene non caratterizzati da temperature particolarmente fredde, hanno fatto registrare piovosità piuttosto frequenti che hanno permesso ristorare le falde freatiche superficiali. Il periodo primaverile da marzo a giugno è stato caratterizzato da temperature non molto elevate ed eventi piovosi regolari che non hanno interferito con le semine della coltura. Il periodo estivo si è rivelato particolarmente torrido e marcatamente secco, elementi che hanno messo in stress la coltura già nella prima quindicina di luglio. Tale andamento si è protratto per tutto il mese di agosto, durante il quale le piovosità non hanno ristorato il deficit idrico della coltura. Nel mese di settembre, caratterizzato anch’esso da temperature sopra la media, gli eventi piovosi hanno dato il via a fenomeni di rivegetazione che hanno stimolato il fenomeno della retrogradazione.

In sintesi, nell’annata 2015, la coltura della barbabietola pur essendo iniziata con ottime condizioni, ha dovuto fare i conti con un clima nettamente sfavorevole allo sviluppo del fittone e all’accumulo del saccarosio. In molti casi gli apparati fogliari delle colture denunciavano fenomeni di stress idrico e appassimento già durante i primi giorni del mese di luglio.

 

Avversità della coltura

Se l’andamento climatico non ha favorito lo sviluppo della barbabietola, le avversità della coltura hanno beneficiato notevolmente dell’inverno non particolarmente freddo, delle importanti piovosità inverno – primaverili ma soprattutto delle alte temperature estive. Per quanto concerne le erbe infestanti, si segnala che i diserbi di pre-emergenza sono stati attivati favorevolmente dalle piovosità primaverili. Tutto ciò ha contribuito positivamente a mantenere basso il livello della flora infestante. Le basse temperature primaverili hanno però inibito la nascita precoce di alcune infestanti, sulle quali il controllo di pre-emergenza non ha potuto esercitare la propria residualità. Per tale motivo diverse malerbe quali ad esempio cuscuta, ombrellifere e abutilon, caratterizzate da nascite graduali, in alcuni casi hanno prevalso sulla coltura generando danni economici importanti.

Relativamente alle malattie fungine, la piovosità registrata nella seconda metà di maggio ha dato origine ad infezioni generalmente precoci di cercospora e successivamente le alte temperature e le sopravvenute carenze idriche hanno fortemente stressato la coltura favorendo lo sviluppo virulento anche di altri patogeni fogliari (ad es. Phoma ed Alternaria). La comparsa della cercosporiosi è stata particolarmente precoce nel comprensorio Veneto, dove i primi interventi di controllo sarebbero dovuti iniziare (in presenza delle prime macchie) entro la prima settimana di giugno.

Come sopra menzionato, la concomitanza con altre patologie fungine e soprattutto la presenza di bouquet fogliari senescenti per fenomeni di stress climatico sofferti dalle piante ha determinato un ridotto assorbimento degli anticercosporici (in particolare del tiofanate-metile) per cui gli interventi di protezione della coltura si sono spesso rivelati non sufficientemente efficaci.

Altre avversità che hanno trovato un ambiente ideale per il loro sviluppo sono state le nottue defogliatrici. In particolare Spodoptera exigua è ricomparsa sul nostro territorio con andamenti simili a quelli registrati nel 2003, quando arrecò danni imponenti alle coltivazioni di barbabietola. Anche in questo caso lo stato di stress in cui vertevano le coltivazioni, determinato dall’andamento meteo, ha notevolmente favorito lo sviluppo di tale nottua. La Spodoptera, fra le diverse nottue defogliatrici, risulta maggiormente di difficile controllo in quanto è in grado di compiere più generazioni durante il periodo estivo. Il parassita è quindi presente in campo contemporaneamente nelle sue diverse fasi di sviluppo (larve di diversa età e uova) per cui, anche i migliori insetticidi esistenti in commercio per il loro controllo, possono risultare non sempre sufficientemente efficaci.

 

La scelta varietale

Le imprese produttrici di seme ogni anno immettono sul mercato nuove selezioni con caratteristiche innovative di produttività, tipologia e tolleranza verso determinate avversità, la cui idoneità agli areali nazionali è testata da Beta. I risultati della sperimentazione in campo sono riassunti in tabelle di raccomandazione e suggerimento che prendono in considerazione le performance ottenute dalle cultivar in diverse annate e distinte località in maniera da poter descrivere il più oggettivamente possibile le particolarità di ciascuna di esse.

 

Coordinamento di Gianni Gnudi

Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 01/2016 L’Edicola di Terra e Vita

Barbabietola, le varietà 2016 - Ultima modifica: 2016-01-04T08:00:42+01:00 da Sandra Osti

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