Miscugli di frumenti antichi nelle aree montane

frumenti antichi
Tutti i vantaggi di Bio2, un progetto del partenariato per l’innovazione (Pei) dell'Emilia-Romagna. Tutela del reddito e garanzie verso il cambiamento climatico grazie all’adattabilità delle popolazioni

Cereali? Meglio coltivarli “in miscuglio”, seminando insieme, nello stesso appezzamento, combinazioni di genotipi differenti. Questi, soprattutto in aree a bassa fertilità come quelle montane, in regime biologico, avranno modo di esprimere, nelle loro differenze genetiche, importanti peculiarità sia agronomiche che nutrizionali.

 

Campi aperti al pubblico

A sostegno di queste tesi, in controtendenza rispetto alla classica selezione operata sulle più moderne varietà di cereali, esiste un progetto, denominato “Bio2” (www.bioalquadrato.it) specifico per la cerealicoltura di montagna dell’Emilia-Romagna, sviluppato grazie all’attività di innovation brokering della società Open Fields, nell’ambito del programma di sviluppo rurale 2014 - 2020, attraverso la misura 16.1 “cooperazione per l’innovazione”.

L’iniziativa, incentrata sulla costituzione di un Gruppo Operativo per l’Innovazione (Go), mira a mettere a confronto linee avanzate e varietà antiche di grano tenero e duro e di tutte le tipologie di farro (monococco, dicocco e spelta) per individuare i genotipi più adatti a comporre miscele in grado di garantire risultati interessanti indipendentemente dalla variabilità climatica stagionale.

Per illustrare ai produttori i risultati del progetto, lunedì 12 giugno sono stati aperti al pubblico due campi sperimentali a Reggio Emilia e Parma in cui erano evidenti le diverse espressioni fenotipiche delle varietà e dei miscugli sviluppati. Il progetto mira all’aumento della competitività delle aziende agricole di montagna e di alta collina.

bio2

 

Montagna, ambiente ideale

Diverse ricerche hanno infatti dimostrato che le varietà storiche di tenero e duro e i farri riducono di molto la distanza produttiva nei confronti delle varietà moderne quando sono coltivate in condizioni di bassa fertilità e riduzione degli input agronomici. Questo fattore, assieme al crescente successo commerciale riscosso da queste varietà, può garantire importanti risultati in termini di reddito e di valorizzazione della biodiversità cerealicola in regime biologico. Le aziende agricole saranno direttamente coinvolte nel processo di selezione partecipata dei miscugli e della loro successiva moltiplicazione nelle proprie aziende, assistititi dall’Azienda Stuard e da Salvatore Ceccarelli.

La collaborazione nella selezione partecipata dei miscugli tra le aziende agricole e gli altri partner ne consentirà, oltre che la valutazione dal punto di vista della resa, anche la caratterizzazione dell’attitudine alla trasformazione (Molino Grassi) e delle caratteristiche salutistico-nutrizionali (Università di Parma). La montagna diventa così l’ambiente ideale per il recupero di varietà che possono portare alla riscoperta di caratteristiche nutrizionali salutisticamente interessanti. E i miscugli, popolazioni evolutive costituite da varietà non geneticamente uniformi, sono in grado di adattarsi esprimendo una stabilità sia di resa che di qualità.

 

Il valore della biodiversità

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Ceccarelli dialoga con l’assessore Caselli. Tra i plus di Bio2: l’impatto sulla biodiversità

«Utilizzare un miscuglio di grani – spiega Salvatore Ceccarelli, consulente del progetto – significa compiere un passo indietro di 10mila anni per tornare ai tempi in cui in cui per gli agricoltori non era facile reperire il seme e lo si doveva fare da più piante fra loro, pur se simili, geneticamente differenti». L’opposto di quanto si fa oggi con le tecniche convenzionali nelle quali si utilizzano semi perfettamente selezionati e standardizzati. Secondo Ceccarelli, che per una vita ha condotto sperimentazioni sui miscugli, prevalentemente in Siria ma anche in Francia e in India, il miscuglio di cereali è un «cibo intelligente» perché fa bene al consumatore, all’ambiente ed al produttore.

Questi i motivi:

- per il consumatore, nel momento in cui le caratteristiche nutrizionali di queste produzioni sono migliorative rispetto alle varietà standard. Da questo punto di vista non mancano casi di farine di grano tenero che diventano adatte anche agli intolleranti al glutine o farine di grano duro dalle quali è possibile ottenere paste che tengono perfettamente la cottura. Anche il latte di animali alimentati con cereali da miscuglio talvolta è più digeribile.

- per l’ambiente, uno degli aspetti più interessanti è quello che le varietà storiche o antiche del territorio sono predisposte ad adattarsi all’ambiente nel quale vengono reintrodotte senza dimenticare però che in questo ambito, nel corso degli anni, continueranno a modificarsi e selezionarsi in modo naturale adattandosi peraltro ai cambiamenti climatici. Un vantaggio non da poco, visto che le entità delle evoluzioni climatiche che ci attendono nei prossimi anni non sono prevedibili e che le selezioni classiche sono tendenzialmente meno adattabili rispetto a quelle del miscuglio. «Per questo motivo la selezione naturale – spiega Ceccarelli – è più saggia di quella scientifica». I cereali in miscuglio oltretutto esercitano un migliore controllo delle infestanti. Questo sia per la loro maggiore altezza rispetto alle cultivar “moderne” che per le difformi caratteristiche dagli apparati radicali, geneticamente variabili, che sviluppandosi in modo molto eterogeneo lasciano meno spazio all’insediamento di infestanti. Analogo il discorso di resistenza ai parassiti dovuto all’assortimento della popolazione di piante presenti, che finisce per rendere la coltura meno vulnerabile rispetto a quelle convenzionali.

- dal punto di vista economico infine i grani antichi e la produzione di questa tipologia di farine potrebbe rappresentare una risorsa per i territori più disagiati. Questo ovviamente anche con la complicità di un momento favorevole per questa tipologia di prodotti Biologici

 

Un occhio al futuro

Secondo Ceccarelli, che ha guidato le visite ai campi sperimentali di confronto, l’utilizzo dei miscugli di cereali è un investimento per il futuro dei nostri figli, visto che in pochi metri quadri migliaia di individui differenti possono continuare a evolversi e modificarsi. Il tutto senza mai condurre a produzioni quantitativamente eccezionali ma, proprio per l’estremo adattamento che hanno compiuto, non porteranno nemmeno a produzioni troppo scarse.

E a proposito di investimenti il paragone proposto dal ricercatore è proprio di carattere economico. «Anche in economia si differenziano gli investimenti – conclude Ceccarelli - per smussare i rischi e spalmare gli svantaggi. Questo ragionamento calza perfettamente anche a proposito dei miscugli di grano».

 

Serve una regolamentazione

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Chiarezza normativa sulle varietà antiche:
è l’impegno della Senatrice Leana Pignedoli

Alla luce delle considerazioni presentate a Castelnovo né Monti (Re), presso l’Azienda Agricola Bismantova, e a Compiano di Parma (Pr), all’Azienda Agricola Angus, è emersa una necessità urgente: quella di una legge che regolamenti la produzione e il commercio di varietà antiche, oggi possibile solo con autorizzazioni ministeriali in deroga.

La presenza all’incontro e alla visita dei campi sperimentali della senatrice Leana Pignedoli, vice presidente Commissione agricoltura al Senato e dell’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli, lasciano ben sperare in un immediato fattivo impegno per dar vita a procedure di riconoscimento snelle e veloci.

 

 

Ecco I PARTNER DEL GO che lavorano su Bio2

  • Open Fields
  • Bismantova Azienda Agricola di Castelnovo ne’ Monti (RE)
  • Le Piagne Società Agricola di Vogno di Toano (RE)
  • Azienda Agricola Grossi di Lesignano de Bagni (PR)
  • Azienda Elena di Cunial di Traversetolo (PR)
  • Angus Azienda Agricola di Bedonia (PR)
  • Azienda Agricola sperimentale Stuard
  • Molino Grassi
  • Agriform (ente di formazione nel settore agricolo)
  • Università degli studi di Parma, Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco

 

Leggi l’articolo su Terra e Vita 22/2017 L’Edicola di Terra e Vita

Miscugli di frumenti antichi nelle aree montane - Ultima modifica: 2017-07-12T11:10:29+02:00 da Barbara Gamberini

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