Risparmio idrico, il Trentino è in prima linea

In un convegno che si è tenuto nell’Istituto tecnico di San Michele si è fatto il punto su come la Provincia sta affrontando il problema della gestione dell’acqua. Grazie al progetto IrriTre è possibile promuovere un uso più sostenibile dell’acqua mediante pratiche di irrigazione di precisione

«In Trentino a fronte di una disponibilità d’acqua per uso irriguo che si attesta sui 600 milioni di metri cubi all’anno, grazie all’uso parsimonioso della risorsa idrica promosso negli ultimi decenni dalla Provincia Autonoma attraverso specifici investimenti finalizzati alla trasformazione dei sistemi irrigui dall’irrigazione sovra chioma in impianti a goccia, il fabbisogno si attesta sui 120 milioni di metri cubi».

Mario Tonina

Lo ha reso noto il vicepresidente della Provincia Autonoma di Trento Mario Tonina, in apertura del convegno sulla gestione dell’acqua per uso irriguo svoltosi all’Istituto Agrario di San Michele il quale ha ricordato che ben l’80% dei 20 mila ettari di colture arboree, orticole e arbustive irrigate in Trentino sono irrigate a goccia.

Molte le indicazioni tecniche emerse dal lavoro di ricerca della Fem oltre che della Fondazione Bruno Kessler, e finanziate dal Dipartimento Agricoltura della Provincia Autonoma di Trento.

Una corretta gestione

Il tema di una corretta gestione dell’acqua a fini irrigui è di grande attualità viste l’estrema variabilità del clima ed è per questo che le indicazioni dei ricercatori e dei tecnici stanno diventando molto preziose. I più interessati sono sicuramente i consorzi irrigui e di miglioramento fondiario che coprono l’intero territorio agricolo trentino, i cui dirigenti erano presenti al convegno.

Tonina,  introducendo i lavori del convegno, ha ricordato come quello agricolo sia un comparto strategico per i risparmi d’acqua perché è quello che ne consuma di più, ma il Trentino si sta dimostrando virtuoso fra efficienza e risparmio. I molti bacini realizzati con la doppia finalità di produzione di energia elettrica e uso irriguo hanno infatti permesso un buon accumulo delle acque prima che queste scendano a valle. Quello dei bacini in quota è un obiettivo strategico anche per il futuro; in questo ha un ruolo importante l’Autonomia provinciale oltre alla cooperazione, alla Fem e alla Fbk, come ha ricordato il vicepresidente della Provincia che invitato anche le altre regioni a fare altrettanto per risparmiare l’acqua.

Progetti per un uso sostenibile

Mirco Maria Franco Cattani

Il presidente di FEM Mirco Maria Franco Cattani ha sottolineato i numerosi progetti in corso sul corretto uso dell’acqua per irrigazione in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler, con Trentino digitale e con il Dipartimento Agricoltura della Provincia. Il progetto IrriTre, per esempio, ha l’obiettivo di promuovere un uso più sostenibile dell’acqua mediante pratiche di irrigazione di precisione che derivano dall’adozione di protocolli e linee guida in grado di interagire con i sistemi di controllo e distribuzione irrigua già presenti e con quelli che verranno realizzati in futuro. Il tutto all’interno di un piano irriguo provinciale che coinvolge anche Uni Trento e sistema dei consorzi irrigui e di miglioramento fondiario.

Misurazione dei consumi

Due i temi centrali dell’incontro: il fabbisogno di acqua nei vari stadi fenologici delle più importanti colture agrarie del Trentino e i moderni sistemi di misurazione del reale fabbisogno di acqua con il sistema SVAB, un modello ideato alla FEM. Il tutto partendo da strumenti già a disposizione cominciando dalla carta dei suoli, fondamentale per pianificare la quantità d’acqua da usare per l’irrigazione.

Sono stati catalogati circa 150 tipi di terreni, ognuno diverso dagli altri anche come tenuta dell’acqua, come ha ricordato Stefano Pedò, che ha sottolineato l’importante efficientamento dell’utilizzo irriguo dell’acqua. Pedò ha presentato i dati sui fabbisogni d’acqua delle varie colture, dal melo all’olivo alla vite, e su ciascun settore è stato fatto una ricerca da parte di CTT di FEM. «Ma l’acqua è importante anche nelle produzioni foraggere» ha ricordato il responsabile di settore all’interno del CTT.

Stress idrico controllato

«Partendo da una consolidata conoscenza dei suoli, dell’atmosfera e dalla dimensione della specie da frutta o di vite coltivata, dalla chioma delle piante, dal tipo di pianta se melo, vite, olivo - ha affermato Fabio Zottele della FEM -, con le nuove tecnologie, come i sensori di misurazione dell’umidità del suolo collegati con le reti di sensori basati su internet, è possibile raccogliere i dati in tempo reale sullo stato dello stadio del suolo, utili per alimentare e migliorare il modello di bilancio irriguo».

È stato anche dimostrato come non sia raccomandabile una quantità d’acqua irrigua pari alla completa evapotraspirazione in tutte le fasi fenologiche. Melo, uva e olivo hanno infatti fasi fenologiche nelle quali non è necessario la completa restituzione dell’acqua consumata in quanto tali piante in fase di maturazione non subiscono danni in conseguenza di un lieve stress idrico, al contrario questo può migliorare la qualità e shelf life del frutto.

Risparmio idrico, il Trentino è in prima linea - Ultima modifica: 2023-06-01T17:46:27+02:00 da Alessandro Maresca

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