Più sementi bio e più di qualità. Parte il Piano nazionale sementi biologiche finanziato dal Masaf e attuato dal Crea. Si tratta di un progetto triennale finalizzato a promuovere una filiera sementiera nazionale più autonoma, strutturata e autosufficiente, in grado di supportare il comparto informa con una nota l'ente presieduto da Andrea Rocchi.
L'Italia ha fame di sementi bio certificate
L'Italia si conferma tra i leader europei del biologico, sia per superficie coltivata che per numero di operatori. Eppure, la disponibilità di sementi bio certificate, è stato detto dagli esperti, "non tiene il passo con l'espansione delle superfici, penalizzando le aziende agricole che vorrebbero convertirsi al biologico, ma trovano poca disponibilità varietale. A questo si aggiunge l'uso sistematico di deroghe per sementi non biologiche, spesso ormai una prassi consolidata, non più legata a situazioni di reale emergenza, a scapito di chi produce sementi biologiche". Da qui il Piano che risponde a un'unica cabina di regia nazionale.
Il progetto triennale pone le basi per un cambiamento della filiera sementiera, con un approccio multidisciplinare e inter-istituzionale, a vantaggio della sostenibilità, della qualità e della competitività dell’agricoltura biologica nazionale. La sua finalità è incrementare la disponibilità di sementi e materiale di propagazione biologico (Mrv), contribuendo alla riduzione progressiva del 20% delle deroghe attualmente concesse per l’utilizzo di sementi convenzionali in agricoltura biologica.
Inoltre, il Piano prevede anche la messa a punto di varietà biologiche e “varietà equivalenti”, selezionate in condizioni bio, la valorizzazione del miglioramento genetico partecipativo - coinvolgendo direttamente agricoltori, tecnici, ricercatori e aziende sementiere - e la predisposizione di strumenti per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di sementi biologiche. Si tratta di obiettivi sfidanti, ma fondamentali per rafforzare l’identità e la coerenza del settore biologico, sostenendone la crescita, in linea con le aspettative dei consumatori e con i principi sanciti dalle normative europee (Reg. Ue 2018/848 e successive modifiche).
Otto i centri di ricerca del Crea coinvolti: Cerealicoltura e Colture Industriali, Genomica e Bioinformatica, Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari, Orticoltura e Florovivaismo, Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura, Politiche e Bioeconomia, Viticoltura ed Enologia sotto il coordinamento dell'Area Sementi del Centro di ricerca Difesa e Certificazione.
Obiettivo ridurre le deroghe
«Migliorare la quantità e la qualità delle sementi bio è un presupposto perché possa proseguire la crescita di un settore in cui l'Italia è leader a livello internazionale. Tra gli obiettivi del Piano c'è quello di aumentare la loro disponibilità per una riduzione progressiva e significativa del numero di deroghe, con piante che rispondano ai bisogni degli agricoltori. Un percorso in cui avrà un ruolo chiave la ricerca, attraverso il lavoro del Crea e dei suoi centri», ha sottolineato il sottosegretario all'Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, con delega al biologico, Luigi D'Eramo, in occasione della riunione svoltasi per il lancio del Piano.










