Come previsto dall’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, quello 2024 è stato il marzo più caldo di sempre con una temperatura media globale di 14,11 gradi (+0,07°C sul precedente record del 2016), ma soprattutto con una crescente anomalia termica, arrivata a toccare, il 1° aprile, i 14,73 gradi, cioè +0,26°C rispetto al precedente record del 2017 e addirittura +0,84°C sulla media 1991-2020! Ciò non solo qualifica il primo trimestre di quest’anno come il più caldo di sempre in epoca moderna, ma suggerisce un preoccupante cambio di prospettiva, ipotizzandolo come il più fresco degli anni a venire.
D’altronde i dati forniti dal sistema Copernicus confermano come la crisi climatica sia globale e molto grave: a Pasqua la colonnina di mercurio è salita oltre i 30 gradi, non solo in Sicilia, ma anche in Romania, Bulgaria e Serbia; sui Balcani ed in Germania, Austria, Polonia e nelle Repubbliche Baltiche, la temperatura ha superato ogni precedente record, oscillando tra +8 e +12 gradi sulla media del periodo.
Idem per i mari, che hanno raggiunto, il 1° aprile, il primato di 21,06 °C: +0,17° sul record precedente (2023) e +0,53 C° sulla media 1991-2020.
Senza bacini l'acqua corre verso il mare
«Sono questi dati, che devono richiamare l’attenzione sulla necessità di porre la questione climatica al centro del confronto politico in vista delle prossime elezioni europee. L’innalzamento delle temperature sta stravolgendo le economie del territorio, ma se comune è il problema non altrettanto possono essere le soluzioni, date le molteplici realtà, che fanno la ricchezza del Vecchio Continente e dell’Italia, in primis. Affermati i principi e condivisi gi obbiettivi è necessario che i provvedimenti per l’adattamento siano modulati sulle specifiche realtà, ad iniziare proprio dalla gestione delle acque» afferma Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
«Di fronte all’estremizzazione degli eventi atmosferici, dettata dalla crisi climatica, siamo fortemente preoccupati dalla grande quantità d’acqua, che stiamo rilasciando verso il mare per l’assenza di un’adeguata rete di bacini. Il timore è che possano seguire settimane senza pioggia e speriamo allora di non dover rimpiangere la ricchezza idrica, che oggi tratteniamo solo in piccola parte. Il territorio ha bisogno manutenzione straordinaria, nonché di nuove e adeguate infrastrutture idrauliche» aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.
Osservatorio Anbi sulle risorse idriche
Nell’Italia settentrionale l’acqua è perfino troppa, mentre al Sud, le temperature raggiungono ormai i 30°, continua a non piovere e ne sono conseguenza incendi anzitempo come quello, che ha incenerito la macchia mediterranea a Gibilrossa, in provincia di Palermo, alimentato anche dai venti di scirocco.
Vediamo nel dettaglio la situazione regione per regione nel settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche del 2 aprile 2024.
In Valle d’Aosta, le montagne sono cariche di neve (3 metri e mezzo a Morgex-Lavancher) ed aumentano anche le portate della Dora Baltea e del torrente Lys.
In Piemonte, tutti i fiumi registrano livelli in forte crescita: nel Tanaro attualmente scorre il 276% di acqua in più rispetto al consueto e la Toce segna addirittura +687%!
Il lago Maggiore (con un afflusso di oltre 2240 metri cubi al secondo) ha superato di ben 54 centimetri il livello record del periodo, arrivando a toccare il 158% di riempimento con conseguenti esondazioni; anche gli altri, grandi bacini naturali del Nord sfiorano o superano la capacità massima: Lario al 76,5%, Sebino al 96,4%, Garda al 101,4% (fonte: Enti Regolatori dei Grandi Laghi).
In Lombardia, i grandi apporti idrici rilasciati dal lago di Como riempiono l’alveo del fiume Adda, in cui ora scorrono ben 602 metri cubi d’acqua al secondo.
In Veneto, le portate dei corsi d’acqua sono tutte ampiamente sopra le medie del periodo e la piena del Tagliamento ha provocato anche lo straripamento dello scolmatore di Cavrato (in Friuli, il livello del fiume ha subìto un’impennata di ben 2 metri in 24 ore). La portata dell’Adige, sfiorando i 279 metri cubi al secondo, è del 62% superiore alla media mensile; analogo trend per i principali flussi fluviali: +102% nel Brenta, +173% nel Bacchiglione, +263% nel Muson dei Sassi (fonte: Arpa Veneto).
In Emilia Romagna solo la costa romagnola rimane deficitaria in quanto a piogge, tant’è che la portata del fiume Reno è ampiamente sotto media (-73%) ed inferiore anche a quella del 2023; per il resto, i fiumi della regione attualmente sono ricchissimi d’acqua (Secchia +355%, Enza +569%, Trebbia +586%) e gli invasi piacentini sono al colmo (Mignano al 99,3% di riempimento, Molato al 101%).
Ovunque la portata del fiume Po, così come avviene da una quarantina di giorni, si mantiene largamente al di sopra della media del periodo: a Cremona, il flusso in alveo è di 3081,88 metri cubi al secondo, pari ad un surplus del 175%.
In Liguria i livelli dei fiumi (Entella, Vara, Magra, Argentina) hanno registrato l’innalzamento di oltre 1 metro in 7 giorni.
Le piogge della Settimana Santa hanno arricchito anche i bacini fluviali della Toscana: l’Arno raddoppia la propria portata (ora mc/s 139,30) così come la Sieve (mc/s 23,60), mentre il Serchio la quadruplica (adesso mc/s161,50) e l’Ombrone addirittura la quintuplica (mc/s 59,80).
Segno più anche per i fiumi delle Marche (Potenza, Esino, Sentino e Tronto); buona anche la condizione degli invasi artificiali, che questa settimana segnano un importante incremento di 2 milioni di metri cubi d’acqua.
In Umbria, per la prima volta dopo mesi, l’altezza idrica del lago Trasimeno cresce di 5 centimetri, così come i livelli dei fiumi Chiascio, Topino e Paglia.
Nel Lazio, se il livello del lago di Bracciano sale di 4 centimetri, quello di Nemi rimane stabile su quote basse; buone le performances dei fiumi Tevere ed Aniene, che però restano ampiamente sotto media così come in calo è il Velino, mentre la Fiora consolida il surplus d’acqua in alveo (ora +99%).
In Campania crescono i livelli dei fiumi Volturno e Garigliano, mentre restano stabili quelli della Sele.
E’ la dorsale appenninica a fare da spartiacque climatico e, al contrario dell’arco alpino, continua ad essere brulla: salvo i 22 centimetri di Campo Imperatore in Abruzzo, sulle restanti cime dell’Italia centro-meridionale la coltre bianca rimane solo un ricordo.
In Basilicata la poca pioggia caduta in questi giorni ha solamente scalfito l’enorme divario tra le riserve idriche, stoccate l’anno scorso (determinanti nel consentire all’agricoltura regionale di affrontare le torride temperature estive) e quelle di questo 2024: il deficit quindi si aggira ancora sui 100 milioni di metri cubi e gli invasi attualmente sono pieni solo per il 46%.
In Puglia i bacini del Tavoliere sono al 58% dei volumi invasabili, comunque lontani dai 100 milioni di metri cubi di aprile 2023.
Purtroppo, nei giorni scorsi, dal cielo di Sicilia è caduta nient’altro che sabbia del Sahara: mentre al Nord nevicava e diluviava, sull’isola non solo non pioveva, ma le alte temperature roventi hanno favorito l’evaporazione della poca acqua trattenuta nei bacini. Nel mese di marzo la pioggia caduta sull’Isola è praticamente dimezzata (mm.36 contro una media mensile di mm.73, fonte: SIAS) così come al 50% del riempimento sono i bacini palermitani, costringendo al razionamento delle forniture idriche.