Superintensivo, la scelta vincente

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Per l’azienda Di Pietro di Andria 34 ha di oliveto e 24 di mandorleto con il modello spagnolo

«Malgrado la crisi noi ampliamo l’azienda, cioè realizziamo nuovi oliveti e mandorleti secondo criteri agronomici superintensivi, ispirati alla meccanizzazione completa degli impianti. Progredire significa agire diversamente dal passato, non si può più, con i costi attuali, piantare nuovi olivi e mandorli per raccoglierli con scuotitori e reti e decine di operai. E a chi ci critica sostenendo che con gli impianti superintensivi non creiamo nuova occupazione rispondiamo che questi non sostituiscono i vecchi impianti ma si aggiungono a essi e formano di fatto nuova occupazione. In più vengono realizzati su terreni incolti o al posto di vecchi mandorleti abbandonati, quindi con un’operazione di recupero del territorio agricolo».

Per Alfonso Di Pietro, titolare insieme con il padre Riccardo e il fratello Nicola dell’azienda agricola Di Pietro di Andria, il sistema di allevamento superintensivo dell’olivo e del mandorlo è stato un “amore” a prima vista che rimane vivissimo nel tempo.

«Quando ci siamo rivolti a vivaisti spagnoli per comprare le piantine autoradicate di olivo, credevano che volessimo realizzare un impianto prova di un ettaro. Così fa in genere chi si avvicina al modello superintensivo. Perciò si sono meravigliati quando abbiamo detto che volevamo impiantare un oliveto di 23 ettari. Abbiamo le idee chiare perché per noi il superintensivo non è il ripiego di chi ha fallito con l’intensivo, ma una precisa scelta che risponde alla volontà di rendere eccellenti i risultati già ottimi raggiunti con gli oliveti e i mandorleti intensivi. Infatti non abbiamo alcuna intenzione di abbattere gli olivi di Coratina allevati in maniera intensiva che producono in media 2 q di olive a pianta o i mandorli di Filippo Ceo carichi di mandorle».

 

Due modelli complementari

I due modelli colturali, intensivo e superintensivo, per i Di Pietro non sono alternativi l’uno all’altro ma complementari. «Da diversi anni ci sentiamo dire che l’olio di Coratina è amaro e piccante e pizzica in gola e che il consumatore vuole un olio più delicato. Ebbene, noi Di Pietro, che abbiamo il secondo frantoio in Italia per quantità di olive molite, circa 500mila q previsti per il 2015, e di olio ne produciamo tanto, abbiamo deciso di offrire oli più delicati e pronti al consumo, non più monovarietali di Coratina ma blend eccellenti di olio di Coratina allevata secondo il modello intensivo e di oli più “morbidi” di altre varietà allevate secondo il modello superintensivo».

 

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Superintensivo, la scelta vincente - Ultima modifica: 2015-10-02T16:06:37+02:00 da Sandra Osti

2 Commenti

    • Gli impianti superintensivi di olivo (ed ora anche di mandorlo) sono stati recentemente proposti nel tentativo di anticipare ed esaltare la produzione della coltura, finora caratterizzata da un ritardo di circa 7-8 anni (dalla piantagione) nel conseguimento della massima produzione. La proposta più frequente riguarda il collocamento a dimora di 1.666 piante/ha (sesto 4×1,5m), per la formazione di pareti fruttificanti continue da raccogliere con macchina scavallatrice. Di seguito sono indicati i relativi prezzi orientativi di piantagione, riferiti ad un ettaro di superficie.

      Rippatura alla profondità di 70-80 cm; concimazione di impianto chimica od organica, compresi oneri di approvvigionamento e distribuzione; affinamento e sistemazione superficiale del terreno con movimenti di terra inferiori a mc 500/ha: 1.300 euro/ha circa.

      Fornitura franco azienda di pali in cemento precompresso, compresa la posa in opera e ogni altro onere; acquisto e posa in opera di pali zincati altezza 2,5 m, comprese legature e ogni altro onere; acquisto e posa in opera di canne in bambù, compresi legature e ogni alto onere; acquisto e posa in opera di filo in crapal compresi oneri per stesura, legature, fissaggi, sfridi, tagli ed ogni altro onere: 1.500 euro/ha circa.

      Acquisto e trasporto di olivi forniti in fitocella, innestati o autoradicati, compresi oneri di squadratura del terreno, scavo buchetta, messa a dimora e rinterro, legatura ai tutori ed ogni altro onere: 5.800 euro/ha circa.

      Acquisto e posa in opera di shelter: 900 euro/ha circa.

      Acquisto e posa in opera di impianto di irrigazione, relativamente alle sole operazioni di distribuzione dell’acqua, con ala gocciolante autocompensante da mm20 e percorso di adduzione fino alla centrale di approvvigionamento: 1.500 euro/ha circa.

      Il costo di piantagione di un oliveto superintensivo appare, quindi, più che doppio rispetto a quello di un tradizionale oliveto intensivo, per cui ora i vivaisti paladini del sistema propongono una nuova formula basata sulla rinuncia alla palificazione del filare e della forma di allevamento piramidale della pianta (con un solo tronco), a favore di piante cespugliose (con più tronchi), di forma ellissoidale. Anche le piantine vengono fornite ad un costo inferiore al precedente, talvolta anche riducendo la loro taglia.

      Giorgio Pannelli

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