Gli alberi di olivo, specialmente in alcune zone della Puglia, hanno un’età e una configurazione che li fa ritenere veri e propri monumenti naturali, per cui vanno trattati come tali e non possono rientrare in un generale piano di abbattimento senza prima aver fatto le dovute verifiche.
Questa in sostanza la motivazione di un’ordinanza del Tar della Puglia pubblicata il 7 marzo che ha sospeso la disposizione dell'Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia che imponeva al ricorrente di estirpare, nella propria azienda nel Comune di Ceglie Messapica in provincia di Brindisi una pianta di ulivo risultata infetta da Xylella fastidiosa nonché tutte le piante ospiti nel raggio di 100 m dalla stessa, anche se sane, presenti nel fondo di proprietà del ricorrente medesimo per un totale di circa 50 olivi.
L’ordinanza dei giudici amministratavi del Tar di Bari motiva la sospensione dell’esecuzione della disposizione di abbattimento, affermando che l’estirpazione è stata ordinata a prescindere dalla verifica circa l’eventuale qualificazione delle piante interessate come monumentali e, in ipotesi affermativa, dalla sottoposizione delle stesse ad analisi e campionatura onde stabilirne l’infezione in corso come peraltro disposto dalla normativa regionale in materia. I giudici non hanno preso in considerazione neppure la dichiarazione in corso di udienza fatta dall’Amministrazione opposta che tali accertamenti sarebbero stati eseguiti sicuramente prima di dar corso all’eradicazione.
L’ordinanza rappresenta un nuovo spunto di discussione nella controversa questione riguardante le misure per bloccare la Xylella che continua la sua marcia di attacco agli olivi pugliesi.
L’ordinanza del Tar potrebbe bloccare anche altri sradicamenti in corso di esecuzione dimostrando la monumentalità degli olivi da abbattere e il grado di infezione da Xylella presente e che potrebbe essere curato senza ricorrere alla cura drastica dell’estirpazione.
Preoccupazione da parte delle organizzazioni dei produttori e in particolare del Consorzio nazionale olivicoltori, il cui Presidente Gennaro Sicolo ha dichiarato che «l'avanzata del batterio è inarrestabile e non bastano più le parole che illudono tanti olivicoltori ma bisogna procedere subito con l'eradicazione delle piante infette e con gli immediati rimborsi per gli agricoltori colpiti». Secondo il presidente Sicolo non si può più aspettare «attendere significa consentire al batterio di avanzare ancora e compromettere il futuro dell'olivicoltura nazionale».