In tutta la Puglia centinaia di aziende agricole, che hanno partecipato al bando per la misura 11 “Agricoltura biologica” del Psr 2014-2020, hanno ricevuto, dal 14 agosto, comunicazioni di Agea che espongono sostanziali differenze fra quanto dichiarato dagli agricoltori nelle domande di richiesta di contributo e quanto rilevato dall’ente pagatore.
Se gli agricoltori non chiariranno le anomalie, o presunte tali, entro il 5 ottobre p.v., perderanno il 60% della quota comunitaria di contributo. È quanto comunica Cia Agricoltori Italiani della Puglia, denunciando che le cosiddette anomalie derivano da software imperfetti di Agea.
Carrabba: «Software Agea difettosi»
«Le diversità interpretative di Agea derivano da suoi software che, per difetti interni, alterano i dati comunicati dagli agricoltori – dichiara il presidente regionale di Cia Puglia, Raffaele Carrabba –.
Riporto dei casi concreti. Un’azienda agricola pugliese possiede 10 ha a oliveto e 5 ha a seminativi, ebbene il software Agea ha interpretato i 15 ha di superficie come interamente olivicoli o a seminativi.
Un agricoltore compra un vigneto, regolarmente accatastato come tale, invece per Agea i terreni del vigneto sono destinati a seminativo o ad altre colture, ma non coltivati a vite!».
Si tratta dell’ennesima disfunzione tecnica e burocratica a danno degli agricoltori pugliesi, sostiene Carrabba, dovuta alla presenza delle solite anomalie informatiche che bloccano e ritardano i processi partecipativi e le erogazioni dei fondi.
«Agea, come spesso accade per gli adempimenti che gravano sugli agricoltori, sta usando toni perentori. Entro pochi giorni l’azienda deve contestare le non conformità tra lo stato di fatto e quanto rilevato da Agea; contestazioni che, in caso di mancata opposizione, determinerebbero la decurtazione del premio richiesto.
La lettera di riscontro, inoltre, va inviata, oltre che ad Agea, anche agli Uffici provinciali dell’agricoltura di competenza. Dopo anni di inspiegabile silenzio, adesso Agea si risveglia di colpo e mette fretta a produttori e tecnici.
Si deve far presto per correggere le anomalie determinate dal suo sistema informatico e non per errata indicazione da parte degli agricoltori o dei tecnici. La responsabilità del disguido, dunque, è di Agea, ma le conseguenze come al solito vengono scaricate sugli agricoltori».
Penalizzazione del 60% della quota di contributo comunitario
Malgrado la comunicazione sia stata inviata a metà agosto, quando gli studi tecnici sono in ferie, gli agricoltori si sono mossi per tempo, ma in alcuni casi, pur essendosi rivolti agli Upa o agli Ispettorati agrari, non è proprio possibile sanare.
«Il rischio è che dette anomalie informatiche, se non risolte entro il 5 ottobre, determineranno per Agea una penalizzazione del 60% della quota comunitaria. C’è il rischio, dunque, che l’Unione europea intervenga per punire l’inefficienza di Agea, penalizzando però di fatto gli agricoltori, sui quali verrebbe ribaltata tale perdita.
Occorre che Governo centrale e Regione Puglia intervengano per evitare nuove e ingiuste penalizzazioni per gli agricoltori pugliesi».
Zecca: «Non solo Agea, i problemi sono tanti»
Intorno alle Misure agroambientali 10 e 11 del Psr Puglia 2014-2020 si è creata una situazione di profondo disagio, commenta Roberto Zecca, funzionario della Regione Puglia responsabile di esse, per un complesso di ragioni.
«La denuncia di Cia Puglia è sicuramente motivata. Ma i problemi sono anche altri: tecnici poco solerti che pensano di riparare a errori o sviste con un semplice copia-incolla attinto da altre pratiche, superficialità dei Centri di assistenza agricola, carenza di personale presso gli uffici regionali, il tutto aggravato dall’emergenza Coronavirus.
In Puglia sono state presentate ben 14.000 domande relative alle Misure agroambientali, ma gli uffici della Regione Puglia sono svuotati di professionalità adeguate. Molti dipendenti sono stati prepensionati e non sostituiti da un opportuno ricambio. E quelli rimasti spesso non hanno le competenze necessarie.
Così è molto difficile istruire tante domande e farlo bene. Se a ciò si sommano altri fattori, come i limiti interni di Agea, è chiaro che tutto va a rilento e male, certamente non procede nella maniera desiderata dagli agricoltori».