Trentino, annata vitivinicola segnata dalle avversità climatiche

    Trentino
    Il punto alla sedicesima giornata della Vite e del Vino organizzata dalla Fondazione Edmund Mach. Abbondanti precipitazioni e grandinate hanno influito sulle rese. Complicata la difesa da peronospora e oidio

    La sedicesima giornata della Vite e del Vino, organizzata del Centro di Trasferimento Tecnologico (Ctt), della Fondazione Edmund Mach, è stata l’occasione per mettere a fuoco tutte le tematiche legate a viticoltura ed enologia del Trentino, una vitienologia che punta a una produzione di sempre maggiore qualità con un modello di viticoltura sostenibile. Cosa peraltro non semplice perché i cambiamenti climatici incidono sempre di più sulla difesa da insetti e funghi. La giornata che ha visto ben sei relazioni è stata moderata dal dirigente del Ctt Maurizio Bottura.

    Un bilancio sull’andamento dell’annata è stato fatto da Alberto Gelmetti, che ha ricordato come l’annata 2023 sia stata caratterizzata da un andamento climatico che ha fortemente influenzato lo sviluppo della vite, rendendo complicata la gestione fitosanitaria e agronomica dei vigneti. Nonostante ciò la produzione totale di uva nel 2023 si attesta su livelli vicini alla media dell’ultimo decennio: 1.146.042 quintali (dato del Consorzio Vini del Trentino).

    Grandine e troppa pioggia

    La vendemmia 2023 è stata influenzata dall’andamento meteo, soprattutto per le consistenti precipitazioni e le forti grandinate che hanno interessato molte zone e un’estesa superficie agricola (determinando danni che hanno inciso in maniera non trascurabile sulla produzione provinciale), le elevate temperature di agosto (2,1° C sopra la media e 16 giorni consecutivi con massime sopra i 30° C) e l’evento temporalesco di fine agosto. Per le varietà principali a bacca bianca il grado zuccherino medio dei campioni analizzati era più basso rispetto all’anno scorso, tranne che per il Pinot grigio che risultava in linea con gli ultimi anni. Lo Chardonnay si è preferito raccoglierlo dando maggior peso ai valori di acidità totale, risultata in media a livelli ideali e più elevati rispetto al 2022, rispetto al contenuto zuccherino. Per le varietà a bacca rossa la stabilità del meteo per le prime due settimane di settembre e le buone temperature hanno consentito un buon accumulo zuccherino.

    Peronospora e oidio "pressanti"

    Le condizioni meteorologiche - in generale molto altalenanti - hanno favorito, a partire da maggio, un graduale aumento della pressione di peronospora e, a partire da giugno, quella dell’oidio. La difesa fitosanitaria preventiva consigliata è stata molto impegnativa, soprattutto per quella con metodo biologico: i trattamenti hanno richiesto elevata tempestività d’intervento. La presenza, comunque, di “finestre” d’intervento tra i numerosi eventi piovosi di maggio e una fase meteorologica più stabile a giugno hanno consentito, in generale, una difesa efficace dalla peronospora, soprattutto sui grappoli.

    «Maggiori criticità invece sono emerse per la difesa dalla peronospora della nuova vegetazione nella parte finale della stagione – ha sottolineato Gelmetti – come conseguenza dell’elevata piovosità di luglio (il doppio della media storica) e per il controllo dell’oidio specialmente in alcune linee di difesa».

    Lotta agli insetti dannosi

    Tra le attività del Ctt il monitoraggio di malattie e degli organismi nocivi rilevanti dal punto di vista territoriale riveste un ruolo e un impegno importante. Oltre al controllo sulla diffusione di Flavescenza dorata e del suo principale insetto vettore Scaphoideus titanus, è attivo un sistema di ispezioni visive, uso di trappole e raccolta di campioni eseguito - su incarico e in collaborazione con l’Ufficio Fitosanitario provinciale - per 16 organismi nocivi prioritari e 25 organismi regolamentati secondo la normativa Ue (insetti, batteri, funghi e nematodi). Le attività per la vite interessano principalmente Popillia japonica (insetto fitofago che dal 2017 sta creando diverse criticità alle coltivazioni in Piemonte e Lombardia) e Xylella fastidiosa (batterio della malattia di Pierce, non presente in Italia).

    Per quanto riguarda i giallumi, in Trentino, Flavescenza dorata e Legno nero sono presenti già da molto tempo ma negli ultimi anni abbiamo assistito ad un cambiamento della loro diffusione. Accanto all’attenta attività di monitoraggio su vite è stata avviata una valutazione di altre specie ospiti diverse da vite e la definizione dei sottogruppi del fitoplasma presenti nei vigneti oggetto di indagine. Altro tema: l'irrigazione di precisione la pratica agricola che mira a garantire che le viti ricevano la quantità ottimale di acqua durante la stagione vegetativa. Questo obiettivo diventa particolarmente complesso in Trentino, una regione alpina caratterizzata da una notevole variabilità nei tipi di suoli e nei microclimi. I fabbisogni irrigui della vite sono influenzati da una serie di fattori, tra cui le condizioni meteorologiche mutevoli e le proprietà idrauliche del suolo.

    Futuro sostenibile

    "Le nuove sfide della viticoltura trentina" è stato il tema trattato dal Claudio Ioriatti, del Centro ricerca e innovazione. La difesa fitosanitaria della vite negli ultimi anni si è trovata ad affrontare nuove sfide a seguito degli effetti dei cambiamenti climatici, che oltre a modificare la fisiologia e fenologica della pianta, hanno determinato modifiche dell’areale di distribuzione di talune specie fitofaghe, cambiando i rapporti fra pianta, organismi dannosi e loro antagonisti e, più in generale, accrescendo la virulenza dell’insieme delle avversità biotiche.

    Inoltre, l’incremento degli interscambi commerciali su scala globale ha promosso l’introduzione di organismi alieni che in molti casi si sono rilevati invasivi in quanto causa di significativi danni economici alla coltura. Questo in un contesto di evoluzione della normativa sull'utilizzo di fitofarmaci di sintesi che in base alle richieste dell'Unione europea dovrà ridursi. Un accenno anche alla fertilità del suolo, sempre più scarsa.

    A fronte delle ripercussioni di tutti questi fattori sulla viticoltura trentina, la Fem sta sviluppando valide alternative ai fitofarmaci di sintesi da integrare in un contesto di protezione integrata e consentire, in un domani non troppo lontano, un più agevole perseguimento degli obiettivi di sostenibilità.

    Trentino, annata vitivinicola segnata dalle avversità climatiche - Ultima modifica: 2023-12-14T17:03:36+01:00 da Simone Martarello

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