Quantità superiore al 2014 del 10%. Le prime stime di Assoenologi (formulate il 29 agosto) dicono che quest’anno si produrranno tra i 46 e i 47 milioni di ettolitri di vino e mosto, a fronte della media quinquennale (2010/2014) di 44,1 milioni di ettolitri e di quella decennale (2005/2014) di 45,5 milioni di ettolitri. Parte la corsa, sempre più precoce, per le prime stime vendemmiali. L’annata però, nonostante il caldo record in estate, non è anticipata e spinge a considerare con cautela l’affidabilità di stime affrettate. L’associazione italiana enologi ed enotecnici costiuisce da decenni una delle fonti più attendibili. La sua elaborazione fa infatti ipotizzare che la produzione di uva possa oscillare fra i 63 e i 65 milioni di quintali (coefficiente medio di trasformazione del 73%). Fatta eccezione della Toscana (-5%), della Lombardia e della Sardegna (produzione uguale al 2014), tutte le altre regioni registrano un incremento produttivo oscillante da +5% (Emilia-Romagna) a +25% (Puglia).L’annata, declamata da molti canali d’informazione come una delle più calde degli ultimi 100 anni non ha dunque lasciato un segno pesante in vigneto. «In Emilia-Romagna – testimonia Marisa Fontana, enologo e autrice della rivista Vignevini – fenomeni di scottatura degli acini si sono registrati in alcuni casi in agosto, ma in genere non gravi. Rispetto al millesimo 2003, anch’esso caratterizzato da caldo record, a fare la differenza è stata la dotazione idrica del suolo, alimentata dalle abbondanti piogge primaverili». La produzione, quindi, ritorna nelle medie pluriennali, dopo i forti decrementi del 2014 (42,1), del 2012 (41,1) e del 2011 (42,7). Il Veneto, con ben 9,1 milioni di ettolitri, si conferma la regione italiana più produttiva. Veneto, Emilia-Romagna, Puglia e Sicilia insieme nel 2015 produrranno oltre 28 milioni di ettolitri, ossia più del 60% di tutto il vino italiano.
Buone notizie dal fronte della qualità. Giudicata da Assoenologi ottima/eccellente in tutt’Italia, un millesimo che dovrebbe essere “da ricordare”. Ma questo dato va letto con cautela. «Siamo tecnici – stigmatizza il presidente Riccardo Cotarella – non preveggenti. Per la qualità della vendemmia sono determinanti gli ultimi 20-25 giorni e le previsioni di Assoenologi escono prima». Come del resto quelle di tutti gli altri concorrenti: da prendere “con le molle”.
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