Si deve distinguere tra i grani teneri, il cui prezzo è già abbastanza in linea con quanto visto in annate ove la disponibilità europea e mondiale è stata ampia, e grani duri le cui quotazioni Italia restano (in senso assoluto) ancora elevate, nonostante l’ampia disponibilità di prodotto estero "medio-basso" sia in qualità che prezzo. Sui teneri la decisione potrebbe essere semplice e vincolata più alla reale qualità dei lotti che a improbabili scenari di tensioni di mercato. Sui grani duri bisognerà fare molta attenzione non solo all’andamento del mercato della qualità medio-bassa, ma anche all’evoluzione colturale e climatica nelle nostre regioni: Sud in primis. Oggi la scelta dei molini a tenero è di avere limitate scorte al luglio p.v. e ancor più limitate sono stimate le scorte presso i molini a duro, con un salto campagna di un 30-40 €/t in meno rispetto al pronto. Sul duro regnerà incertezza fino all’ultimo, e alla luce del deficit strutturale italiano si potrebbe anche attendere qualche settimana e vedere in attesa di una temporanea ripresa prima del "rush" finale verso le (basse?) quotazioni 2015/16.