Si parla sempre più del fenomeno El Niño. Guardando al passato non possiamo dire con certezza il reale rischio, che dipenderà dall’entità in magnitudo e (soprattutto) dalla durata del fenomeno. Il dubbio sulla speculazione è che in un periodo di abbondanza di disponibilità, creare tensione mediatica aiuti a sostenere i prezzi, tuttavia l’evidenza del surriscaldamento oceanografico alla base del fenomeno El Niño esiste e le prime avvisaglie si registrano nel ritardo dei monsoni in India e nella siccità latente nell’emisfero Sud Australe. Se questi primi indizi saranno realtà ecco che la produzione di grano e cereali (in generale) in India e Cina (paesi popolosi e talvolta esportatori) e Australia (esportatore netto) calerebbero e di molto riportando il mondo a fare “conti” su stock, consumi e cambiando rapidamente l’attuale "sentiment" di calma sui mercati. Il vero rischio non è tanto sui reali volumi (oggi il mondo ha ampie scorte), ma sulla volontà o meno di creare tensione sui mercati da parte di chi si intende di finanza e considera i cereali alla stregua dei metalli, con la differenza che i primi portano alle “primavere arabe” e i secondi a costi maggiori su beni non essenziali.
Prezzi cereali, tra rischio El Niño e speculazione
Ritardo dei monsoni in India e siccità latente nell’emisfero Sud Australe surriscaldano il clima anche sul mercato cereali