Mentre si avvicinano al via le operazioni di trebbiatura del nuovo raccolto, i listini degli orzi a uso zootecnico continuano ad evidenziare cali di prezzo, sia per il prodotto di origine nazionale che di provenienza estera, sebbene a livello comunitario permangano incertezze sull’impatto delle ridotte precipitazioni sui raccolti. A pesare, per gli orzi come per il resto dei cereali foraggeri, è una domanda zootecnica che in questa fase si conferma limitata, con ripercussioni negative sui listini.
Orzo vicino ai minimi stagionali
Presso la Borsa Merci di Bologna l’orzo nazionale (pesante) ha registrato un ulteriore arretramento, scendendo sui 167-170 €/t (franco arrivo), in calo dell’1,2% rispetto a sette giorni fa e vicino ai minimi dell’attuale campagna commerciale. Segno “meno” anche alla Borsa Merci di Roma, dove i valori sono scesi sui 156-160 €/t (franco partenza), l’1,3% in meno rispetto alla settimana precedente. Maggiore stabilità si è osservata per il sorgo, invariato su tutte le principali piazze di scambio nazionali, con l’unica eccezione del rialzo (+2,8%) osservato alla Granaria di Milano.
Tra i cereali ad uso zootecnico, prosegue la fase di lento ma costante ribasso per il mais, sia di origine nazionale (-0,6% per quello standard quotato alla Borsa Merci di Bologna) che di provenienza estera (-0,5% per quello di provenienza extra Ue), in un mercato che registra ancora consumi contenuti e scambi limitati. Oltreoceano, variazioni limitate alla Borsa di Chicago, dove le quotazioni future del mais hanno chiuso la settimana sulla soglia dei 320 centesimi di dollari, di fatto invariati rispetto alla settimana precedente.
Farine proteiche, a quella di soia la maglia nera
Il segno “meno” continua a caratterizzare anche l’andamento attuale dei prezzi all’ingrosso delle farine proteiche, proseguendo dunque una tendenza in atto sin dall’avvio dello scorso aprile. E’ la soia, ancora una volta, a registrare le maggiori perdite, sia per le farine che per i semi di provenienza estera.
Alla Borsa Merci di Bologna la farina di soia convenzionale di origine estera ha perso un ulteriore 3,3% su base settimanale, con i prezzi che sono scesi sulla soglia dei 325 €/t (franco arrivo). Si è ridotta ulteriormente la crescita rispetto allo scorso anno, ora pari all'1,8%. Calo che si è osservato anche alla Borsa di Chicago, dove le quotazioni futures della farina di soia hanno chiuso la settimana sui 284 $/t, l’1,2% in meno rispetto a sette giorni prima, sulla scia delle tensioni crescenti tra Usa e Cina e di possibili ripercussioni anche sul commercio di soia.
Dopo aver mostrato una sostanziale tenuta nelle scorse settimane, la terza settimana di maggio ha visto tornare in discesa anche i prezzi all’ingrosso della farina di colza (-1,2% alla Granaria di Milano). All’Euronext di Parigi, intanto, le quotazioni dei semi di colza hanno evidenziato un leggero recupero, chiudendo la settimana sui 375 €/t, sulla scia del rimbalzo osservato per le quotazioni del petrolio.
I prezzi dei cereali e delle materie prime nella settimana dal 18 al 22 maggio 2020