In vista del 36° convegno sulla biodinamica che si terrà fra tre giorni, il 12 novembre, abbiamo intervistato Raffaella Pergamo, ricercatrice in materie economiche del Crea, che da anni segue con passione la tematica.
Dottoressa, come viene percepita secondo lei, in questo periodo di emergenza sanitaria la realtà dell’agricoltura biodinamica italiana da parte dei consumatori?
«Con la pandemia i consumatori hanno mantenuto e rafforzato l’interesse e la sensibilità sul tema della sostenibilità delle produzioni, riconoscendo un ruolo fondamentale per la tutela dell’ambiente anche il privilegiare l’acquisto di prodotti biologici e biodinamici, che sono stati maggiormente richiesti dalle famiglie sia nei negozi specializzati, sia con l’e-commerce».
Quanto è determinante il canale estero?
«I prodotti biodinamici necessitano, di sicuro, di una pubblicità mirata e di un “salto culturale” perché il metodo dell’agricoltura biodinamica, pur essendo legato al biologico, è meno noto e i suoi prodotti non sono così diffusi o legati spesso a catene distributive di nicchia. È sicuramente il canale estero che continua a essere il traino di queste produzioni e che vede aumentare le richieste notevolmente soprattutto nel Nord Europa, così come si intravedono prospettive interessanti sia in un potenziamento di piattaforme di vendita on line, sia nella diffusione di ristoranti specializzati».
Il doppio filo che lega questo metodo di coltivazione all’agricoltura biologica è destinato a durare? L’incremento del biologico quanto incide sul biodinamico?
«È da ricordare quale retaggio culturale e storico ha l’approccio biodinamico, che ha concepito i primi disciplinari di qualità agroalimentare ecologica già negli anni Venti, disciplinari che hanno ispirato quelli europei del biologico, prodotti quasi settanta anni dopo. Per questo i mezzi tecnici e le pratiche biodinamiche sono tutti ammessi dai regolamenti Ue della bioagricoltura, senza dimenticare, poi, che possono conseguire la certificazione biodinamica solo le aziende biologiche certificate. Tutto questo chiarisce che I due metodi sono strettamente collegati e che il passaggio alla biodinamica richiede una preparazione non solo agronomica ma anche ambientale e sociale, considerando che la domanda di politica del settore biodinamico si focalizza, oggi, su temi condivisi come la qualità dei cibi prodotti e la diffusione del marchio, la tutela del paesaggio e della biodiversità, la garanzia di dignità sociale di chi lavora. Allo stesso modo, un rafforzamento del biologico e delle sue produzioni con normativa ad hoc e fondi dedicati, avrà una eco positiva per il biodinamico con un aumento dei potenziali aderenti e con una diffusa consapevolezza del valore aggiunto che queste pratiche sostenibili comportano per l’agricoltura».
La biodinamica secondo il suo punto di vista può considerarsi un sistema economico con prospettive solide per il futuro? Su quali elementi lei vede possibilità di sviluppo ulteriori?
«La realtà agricola biodinamica rientra nel filone dell’agro-sostenibilità, è l’unica equiparata all’agricoltura biologica nei regolamenti Ue e presenta dati di comparto consistenti e in crescita, considerando le quasi 5mila aziende agricole censite in Italia con un incremento del 17% circa in tre anni, dal 2016 al 2019, e un fatturato medio per ettaro che è pari a 13.309 €, con dei margini di gran lunga superiori sia a quelli riportati dal biologico (2.441 € circa), sia a quelli registrati dal convenzionale (3.207 €). Nello stesso periodo l’incremento dei trasformatori è stato del 43%. Dietro la compagine agro-trasformatrice si colloca il movimento biodinamico, presente in oltre 60 paesi nel mondo, e rappresentato in Italia da due storiche organizzazioni, l’associazione per l’Agricoltura per l’Agricoltura Biodinamica, fondata nel 1947, che si occupa di divulgazione del metodo biodinamico, di ricerca e di formazione e Demeter Italia, associazione fondata nel 1984 che tutela la qualità biodinamica».
Associazione Biodinamica e Demeter cosa stanno facendo a sostegno dello sviluppo del settore?
«L’Associazione Biodinamica e Demeter Italia hanno costruito insieme un sistema altamente strutturato, pertanto la formazione per gli imprenditori agricoli che vogliono attuare il metodo biodinamico deve essere orientata ai settori della produzione primaria, della trasformazione e della gestione del mercato. La principale caratteristica di questo tipo di agricoltura, che la differenzia anche dal biologico, è l’economia circolare in un l’approccio olistico, in cui l’azienda tende al cosiddetto ciclo chiuso (ei casi in cui le condizioni aziendali non consentano la chiusura del ciclo, si ricorre allora a forme di cooperazione tra aziende biodinamiche presenti sul territorio che, integrandosi, riproducono un unico sistema in grado di chiudere il ciclo.) con la quasi totalità degli input produttivi derivanti da attività dell’azienda stessa, come la presenza costante dell’allevamento zootecnico che fornisce l’elemento primario, il letame, per garantire la vitalità del suolo; allo stesso modo, in questo modello produttivo vige la politica del 10% di superficie agricola lasciata non coltivata per favorire e preservare la biodiversità, confermando una vicinanza negli intenti e nella sostanza alle principali indicazioni della Strategia Farm to Fork per il Green Deal europeo».
Come si può inserire a pieno titolo il biodinamico in questo ambizioso progetto?
«Una strategia mirata per la biodinamica, potrà garantire, sicuramente, un processo equilibrato di adeguamento ai dettami della Strategia Farm to Fork, puntando su temi come la gestione agronomica ed economica del periodo di conversione da agricoltura convenzionale a sistema biologico e dal biologico al metodo biodinamico nonchè la gestione di rapporti con il mercato e quindi le competenze necessarie per fare impresa e innovazione in agricoltura».
IL CONVEGNO
Il 36° convegno dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica Un’agricoltura di salute. ricerca, innovazione e formazione per il futuro della terra introdotto dal presidente per l'Associazione italiana biodinamica Carlo Triarico sarà un’occasione per approfondire questi temi a partire da un approfondimento sulle basi scientifiche dell’agricoltura biodinamica. Interventi di Erik Baar (medico ed epidemiologo, professore ordinario di Medicina Antroposofica Università di Scienze applicate di Leida, Paesi Bassi), Alessandro Piccolo (professore di Chimica Agraria Università degli Studi di Napoli Federico II), Gianpaolo Donzelli (presidente Fondazione Meyer, professore di Medicina Università di Firenze e membro Comitato nazionale per la Bioetica), Nadia Scialabba (esperta internazionale di ecologia alimentare, già dirigente Fao responsabile del programma inter-disciplinare per l’agricoltura biologica), Stefano Masini (responsabile Ambiente, territorio e consumi, Coldiretti), Luigi Montano (medico Uro-andrologo, coordinatore Progetto EcoFoodFertility, presidente Società italiana di Riproduzione umana) e Maurizio Rivolta (vicepresidente Fai-Fondo Ambiente Italiano).
Il convegno ha i patrocini del Ministero delle Poltiche agricole alimentari e forestali, del Ministero dell’Ambiente, del Conaf (Consiglio dell’Ordine nazionale dei Dottori agronomi e dei Dottori forestali) e del Disei (Dipartimento di Scienze per l’economia e l’impresa dell’Università di Firenze).
Numerose le figure istituzionali che porteranno i loro saluti tra cui il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e il vicesindaco di Firenze Alessia Bettini.
Il convegno si svolge solo on-line, attraverso tre webinar di cui il primo il 12 novembre alle ore 15:00 in diretta streaming da Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecento, Firenze. La diretta streaming sarà trasmessa sui siti convegnobiodinamica.it e agricolturabio.info. Non è necessario registrarsi. I successivi webinar sono il 30 novembre e il 10 dicembre. Il convegno sottolinea il ruolo centrale della ricerca in agricoltura biodinamica attraverso l’istituzione della Società scientifica per la ricerca in agricoltura biodinamica e sarà l’occasione per l’istituzione della borsa di ricerca intitolata a Giulia Maria Crespi.