La Commissione sperimentale nazionale (Csn) grano duro rappresenta uno strumento necessario per la determinazione del prezzo del grano duro e sarà operativa già da metà ottobre. È quanto deciso dai rappresentanti dei produttori e dei trasformatori di grano duro in un incontro al Masaf alla presenza del sottosegretario Patrizio La Pietra. Tornerà dunque attiva la Csn grano duro, il cui impegno sperimentale era terminato il 15 novembre 2022. In pratica a breve dovrebbe diventare operativa la tanto sospirata Cun grano duro.
La Pietra: «Csn operativa per fare il prezzo del duro»
«La riunione odierna della Commissione sperimentale nazionale grano duro (Cun) è stato un momento di svolta concreta per l'intero comparto – ha dichiarato La Pietra, al termine dell’incontro fra i rappresentanti degli agricoltori e quelli dei trasformatori –. Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Liberi Agricoltori, per la parte agricola, e Italmopa, per la trasformazione, si sono riuniti al Masaf per trovare la sintesi e aiutare il settore del grano duro ad affrontare la crisi l’attuale crisi dei prezzi. Una crisi aggravata dal contesto internazionale e che necessita di risposte concrete per superare le difficoltà che stiamo attraversando. Dall'incontro siamo usciti con la volontà unitaria di far ripartire la Csn, che rappresenta uno strumento necessario per la determinazione del prezzo del grano duro e sarà operativa già da metà ottobre. Il clima di collaborazione registrato nell’incontro odierno è di buon auspicio per il futuro del comparto ed è un primo passo per il rilancio del settore, che necessita però di ulteriori interventi strategici, a partire dall’incentivare gli accordi di filiera».
Cia: «Primo passo concreto dopo mesi di battaglie».
Per la Cia-Agricoltori Italiani la riattivazione della Commissione unica nazionale del grano duro (Cun) è strategica per assicurare più trasparenza sul mercato, ha affermato Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia e vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani, espriemndo cauta soddisfazione all’uscita dall’incontro al Masaf che ne ha ufficializzato il riavvio.
«È una buona notizia ed è un punto di partenza, segno che la straordinaria mobilitazione della Cia in questi mesi ha cominciato a dare i suoi frutti. È una vittoria importante della petizione nazionale “salva-grano” targata Cia-Agricoltori Italiani e arrivata su change.org (https://chng.it/zVC8sWyT75) a oltre 72 mila firme. La Puglia è stata decisiva. La battaglia però continua sui contratti di filiera, i controlli nei porti sul grano importato e le misure di Granaio Italia».
Per Cia il presidente nazionale Cristiano Fini e il vicepresidente Sicolo hanno subito ringraziato il sottosegretario La Pietra «per aver sostenuto con fermezza la causa e le nostre incessanti sollecitazioni», in occasione sia del primo Tavolo di filiera, ad agosto, sia dell’incontro successivo con il ministro Lollobrigida per la consegna del dossier di richieste e proposte della Cia, documento sottoscritto da agricoltori e cittadini, enti e istituzioni sul territorio, a partire da oltre 40 Comuni pugliesi, e sostenuto da Regione Puglia, Anci Puglia, Provincia di Foggia e diverse associazioni di consumatori.
Cia: «Avanti ora su contratti di filiera e Granaio Italia»
«Ma l’impegno di Cia per il grano non si ferma qua – ha sottolineato Fini –. Ci sono ancora tanti nodi da sciogliere, fra cui il potenziamento dei contratti di filiera tra agricoltori e industria e l’avvio di Granaio Italia, il Registro telematico dei cereali. Sono priorità fondamentali a difesa degli agricoltori, del loro lavoro e della qualità del grano duro italiano, nonché dei consumatori, ancora dentro la bolla inflattiva.
Per Cia occorre continuare a ribadire un fermo “no” alle speculazioni commerciali e dare nuovo impulso ai controlli sull’etichettatura e la tracciabilità del grano duro. Portiamo avanti una battaglia di civiltà e salvare il grano 100% italiano è un’occasione importante per dare forma a quella sovranità alimentare ben enunciata nel nome del Ministero».
Da Sicolo appello ai consumatori
Nell’occasione Sicolo ha rilanciato un appello ai consumatori. «Chiediamo di sostenere questa battaglia acquistando solo ed esclusivamente pasta realizzata al 100% con grano italiano.
È importante principalmente per due motivi:
- il primo è che i nostri standard qualitativi e di sicurezza alimentare non hanno eguali al mondo;
- il secondo è che così facendo contribuiremo tutti a dare un futuro alla cerealicoltura italiana, un settore che ha un’enorme importanza non solo dai punti di vista produttivo, economico e occupazionale, ma anche per gli aspetti sociali e culturali.
Il grano duro è la nostra storia, la nostra identità, il nostro paesaggio. Dobbiamo tutelare il grano duro italiano. Lo ripeto: ai consumatori chiediamo di leggere bene le etichette e di acquistare e consumare esclusivamente pasta realizzata al 100% con grano duro italiano. La sovranità alimentare si difende innanzitutto a partire dalle nostre scelte consapevoli al supermercato».
Coldiretti: Bene Cun grano duro, stop speculazioni
L’impegno per far ripartire finalmente la Cun è una svolta importante in un periodo in cui i prezzi sono crollati del 60%, su valori, al di sotto dei costi di produzione, che mettono a rischio il futuro di decine di migliaia di aziende agricole e della coltivazione lungo la Penisola. Anche Coldiretti commenta positivamente l’incontro al Masaf per affrontare una emergenza senza precedenti.
In un periodo di mercato particolarmente difficile per le quotazioni insostenibili alla produzione agricola e per le tensioni internazionali provocate dalla guerra in Ucraina con il rischio concreto di triangolazioni da Russia e Turchia che sconvolgono i mercati, far ripartire la Cun, conclude Coldiretti, significa fornire alla filiera uno strumento particolarmente importante che va incontro alle esigenze dei produttori per la formulazione di un prezzo equo e trasparente.