Nel Tarantino crisi idrica senza precedenti

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Cia Due Mari (Brindisi-Taranto) chiede interventi immediati per evitare che la prossima campagna irrigua fallisca in partenza

Pochissima acqua negli invasi, assenza di precipitazioni atmosferiche e alte temperature a novembre. Ecco la sintesi della crisi idrica che tocca pesantemente le campagne del Tarantino e fa prefigurare una prossima stagione irrigua, da marzo-aprile 2025 in poi, davvero difficile.

È una sintesi sulla cui base Cia Due Mari (Brindisi-Taranto) chiede interventi immediati per evitare, dichiara il presidente Pietro De Padova, «che la stagione irrigua 2025 salti in partenza e con essa il reddito e i sacrifici dei nostri agricoltori e di migliaia di lavoratori agricoli. Ci siamo messi alle spalle una stagione irrigua “presa per i capelli” e salvata solo in extremis grazie alla buona volontà di alcuni attori in campo. Da tempo abbiamo chiesto pianificazione per il prossimo futuro. Non è accaduto nulla di tutto questo e ora si rischia il fallimento. I numeri mettono tutti di spalle al muro e mentre gli agricoltori di Taranto e provincia restano in ginocchio, la crisi idrica rischia di coinvolgere anche l’approvvigionamento potabile, certamente prioritario rispetto a quello destinato all’uso irriguo».

Tarantino, crisi idrica poggia su dati precisi

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Canale irriguo a secco in provincia di Taranto

Le conclusioni di Cia Due Mari poggiano su dati precisi, sottolinea il direttore Vito Rubino.

«Le campagne tarantine attingono acqua da invasi lucani. Ma, rispetto a novembre 2023, oggi nella diga di San Giuliano, in provincia di Matera, ci sono circa 13 milioni e mezzo di metri cubi di acqua in meno, invece in quella di Monte Cotugno, in provincia di Potenza, addirittura 117 milioni di metri cubi in meno. Il livello degli invasi è, quindi, bassissimo: piove poco, le temperature sono alte e la preoccupazione è tangibile. Non più di un mese fa avevamo sollecitato il completamento di lavori di manutenzione straordinaria alla diga di San Giuliano ma, da fonti non ufficiali, ci risulta addirittura che ad oggi non siano nemmeno cominciati.

Di conseguenza, per la prossima stagione irrigua, la Puglia rischia di non poter utilizzare nemmeno il 50% dell’acqua presente nella diga di San Giuliano, di cui è comproprietaria. A completare il solito quadro ci sono la mancanza di pulizia dei canali, la scarsissima manutenzione degli impianti, l’immobilismo e il menefreghismo dei diversi attori coinvolti nella vicenda e lo strapotere e l’arroganza di qualche gestore dell’acqua in Basilicata, che fa il bello e il cattivo tempo e che non viene adeguatamente contrastato dai comproprietari della diga».

Programmazione seria e oculata delle risorse idriche

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Per Cia Due Mari occorre rendere fruibili tutte le fonti idriche presenti nel versante occidentale della provincia di Taranto

Cia Due Mari, evidenzia Rubino, rende ugualmente merito al lavoro sinora svolto dall’assessorato regionale pugliese all’Agricoltura in sinergia con Arif e Consorzio di bonifica, questi ultimi due enti gestiti negli ultimi mesi da una figura unica, che in molte situazioni è servita a semplificare e velocizzare gli interventi e le decisioni da assumere.

«Allo stesso tempo però chiediamo a tutti gli attori in campo un rapido cambio di passo. La politica nazionale e regionale intervenga subito mettendo sul tavolo risorse e soluzioni concrete. Alcune di esse sono già individuate, ma servono i soldi per realizzarle e renderle operative. Per Cia Due Mari non ci sono alternative valide a una programmazione seria e oculata. Occorre manutenere i mezzi e le strutture e rendere fruibili tutte le possibili fonti idriche presenti nel versante occidentale della provincia di Taranto: dal fiume Tara al fiume Bradano, passando dai pozzi esistenti e non ancora messi in esercizio su tutto il territorio. Inoltre, occorre attivarsi per l’utilizzo delle acque reflue nei vari comuni, inserendole laddove possibile, nelle reti consortili esistenti. Si faccia tesoro degli errori commessi nel recente passato e si porti avanti una campagna informativa costante e rispettosa di tutti gli agricoltori del Tarantino che hanno il diritto di conoscere, prima di mettere a dimora le piante e avviare investimenti sulle colture, la quantità d’acqua a disposizione e quella presente negli invasi».

 

Nel Tarantino crisi idrica senza precedenti - Ultima modifica: 2024-11-10T19:30:23+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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