Il 9 agosto Cia Due Mari con un post sulla propria pagina Facebook annunciava “Finalmente l’acqua per i nostri agricoltori! Conclusi dopo oltre un anno i lavori alla galleria di San Giuliano, si pone la parola fine alla crisi idrica che ha attanagliato a lungo il versante occidentale della provincia di Taranto”. E con alcune immagini, scattate lo stesso giorno nel corso di un sopralluogo tecnico presso la diga di San Giuliano e il ripartitore di San Marco, certificava “la splendida notizia che attendevamo da tempo”.
Ringraziando per l’impegno profuso l’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, il direttore dell’Arif e commissario del Consorzio di Bonifica Centro Sud Puglia Francesco Ferraro e tutti coloro che, insieme con la stessa Cia Due Mari, nel corso degli ultimi mesi si sono spesi affinché tutto potesse risolversi, annunciava che “molto presto, finalmente, i nostri agricoltori avranno acqua a sufficienza per le colture di pregio del Tarantino!”.
Cia Due Mari critica gestione diga San Giuliano

Dopo neppure due settimane dal ripristino dell’erogazione di acqua dalla diga le cose non vanno bene, denuncia il direttore di Cia Due Mari, Vito Rubino. «È infatti ricominciato il balletto della fornitura alla Puglia che viene continuamente ridotta o aumentata senza alcun preavviso o condivisione ma in maniera unilaterale da parte del Consorzio di Bradano e Metaponto. Consorzio che dovrebbe gestire in maniera paritetica le quantità presenti in diga, il 50% alla Puglia e il 50% alla Basilicata, pertanto il lupo cambia il pelo ma non il vizio. A ciò aggiungo che il lavoro di ripristino, secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Potenza del 13 agosto scorso, è costato 2,4 milioni di euro: peccato però che la stessa opera manca di un giunto di dilatazione all’imbocco della galleria, che causa attualmente una perdita di acqua stimata in 0,5 litri al secondo. Per questi motivi sarebbe utile chiedere a chi ha gestito l’opera come mai, pur avendo avuto a disposizione oltre un anno per approvvigionarsi di tale giunto da posizionare al termine dei lavori, non lo abbia fatto, tanto che oggi si registra una perdita di acqua considerevole, in un periodo di grave crisi idrica».
Misteriosa scomparsa di 6,4 milioni di metri cubi di acqua
Inoltre, aggiunge Rubino, vorremmo chiedere alla dirigenza del Consorzio di Bradano e Metaponto «che fine hanno fatto i circa 6,4 milioni di metri cubi di acqua presenti in diga alla data dell’8 maggio 2025 e magicamente scomparsi/volatilizzati alla data dell’8 agosto 2025 (fonte ufficiale Autorità di Bacino) e soprattutto come hanno fatto a essere sottratti alla diga, tenuto conto che la condotta è inutilizzata da giugno 2024. Misteri circa i quali sarebbe interessante ricevere una risposta: visto che la Puglia è comproprietaria della diga vorremmo sapere dove sono stati utilizzati e soprattutto come sono stati prelevati così tanti metri cubi».
Diga per irrigare Metapontino e provincia di Taranto
«A coloro i quali fanno finta di non capire, di non comprendere o di avere la memoria corta» il direttore di Cia Due Mari rammenta che la diga di San Giuliano è un’opera realizzata nel secondo dopoguerra (1950), grazie ai finanziamenti pubblici del Piano Marshall, per sbarrare il fiume Bradano e creare un bacino idrico destinato all'irrigazione del Metapontino e della provincia di Taranto.
Gestione della diga da condividere fra Basilicata e Puglia

«Con molta probabilità negli ultimi 20 anni i vari commissari regionali e i dirigenti che si sono succeduti alla guida dell’ex Consorzio Stornara e Tara erano impegnati in altre faccende e sono stati poco attenti a gestire la comproprietà della diga di San Giuliano. Il Consorzio di bonifica della Basilicata, il cui quadro dirigenziale è rimasto quasi immutato, ha quindi gestito in proprio senza alcuna condivisione la risorsa idrica presente nella diga di San Giuliano. È giunta l’ora – conclude Rubino – che l’assessore all’Agricoltura della Puglia e il Commissario unico dei Consorzi di Bonifica Centro Sud, ai quali vanno tutti i nostri apprezzamenti per l’impegno profuso nel gestire al meglio la stagione irrigua 2024-2025 con le poche risorse idriche a disposizione, si approprino della comproprietà della diga ed entrino nel merito della gestione di una risorsa così importante. Non possiamo solo essere comproprietari sulla carta e subire passivamente le decisioni della Basilicata».













