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La Pac «non è intoccabile» e anzi «verrà
immediatamente avviato un processo di
screening completo dell’impianto legislativo
». Ad annunciarlo, nella sua prima uscita
ufficiale in Italia al Forum Internazionale della
Coldiretti, il neo Commissario designato
agricoltura Ue, Phil Hogan.
«Può sembrare prematura la revisione di una
norma non ancora entrata in vigore, ma questa
è una politica molto complessa e dobbiamo
semplificare». Un annuncio accolto con
favore dalla Coldiretti e rilanciato dal ministro
per le Politiche agricole, Maurizio Martina,
che ha parlato di cinque priorità da affrontare
nell’immediato futuro: semplificazione
della pac, «che ha prodotto nuova burocrazia
»; revisione degli strumenti e dei budget
per la gestione dei rischi di mercato, «rivelatisi
inadeguati come dimostra la crisi russa»;
tracciabilità ed etichettatura dei prodotti in
Europa; interventi sul credito per i giovani;
piano per accompagnare il settore lattierocaseario
dopo la fine delle quote latte. Temi
condivisi anche da Paolo De Castro, per il
quale si aprono nuovi spiragli con la nomina
di Hogan: «In questi anni è mancato il gioco
di squadra, non si è riusciti a far comprendere
le potenzialità dell’agroalimentare per la crescita
economica del continente».
Si profila insomma, almeno nelle intenzioni,
una cambio di rotta nella politica comunitaria:
«dobbiamo rafforzare – ha proseguito Hogan
– il ruolo dell’agricoltura, tutelando i redditi dei
produttori. Il futuro ci riserva la grande opportunità
di nutrire un pianeta in crescita».
E parlando di opportunità, è stata forte l’attenzione
sull’accordo di libero scambio con
gli Stati Uniti (attualmente vantiamo una bilancia
attiva di 5 miliardi di euro): «dobbiamo
raggiungere un’intesa bilanciata e razionale.
Non sacrificherò la qualità delle nostre produzioni
sull’altare del puro trading». Una rassicurazione
molto apprezzata dal presidente
della Coldiretti, Roberto Moncalvo, che ha
messo in guardia sul “rischio” di aprire agli
ogm: «Dobbiamo stare attenti nella sensazione,
che definirei diabolica, di poter cedere
in questa trattativa sul fronte della qualità
in cambio di un leggero aumento del nostro
export. Il nostro è un no di natura socio-economica:
come possiamo essere competitivi
rinunciando alla nostra distintività in favore
dell’omologazione e del basso costo?». La
ricetta Coldiretti ha tre ingredienti: regole
chiare e certe (in particolare sull’origine);
lotta all’illegalità, dentro e fuori i confini nazionali;
risorse per il settore. «Le sfide che ci
attendono sono ardue, ma il nostro modello
di sviluppo è sempre più condiviso in Italia, in
Europa e nel mondo» ha concluso Moncalvo.