«Con una malattia come il complesso del disseccamento rapido dell’olivo si deve imparare a convivere. L’esperienza con altri batteri che hanno colpito altre specie arboree da frutto (batteriosi del kiwi, Ervinia amylovora del pero ) conferma che l’eradicazione delle piante è inutile di fronte a batteri come Xylella fastidiosa, ospite non solo dell’olivo ma di centinaia di altre specie di piante. Bisogna invece rafforzare le difese delle piante, tornando a nutrire il terreno con sostanza organica e a rispolverare buone pratiche come la trinciatura delle malerbe e la potatura, annuale e con piccoli tagli, perché l’ulivo ha bisogno di luce e aria in ogni sua parte».
Cristos Xiloyannis, ordinario di Fisiologia delle specie da frutto, Frutticoltura generale e tecniche vivaistiche presso il Dipartimento delle Colture europee e del Mediterraneo (DiCEM) dell’Università della Basilicata, non condivide la misura d’emergenza dell’eradicazione degli ulivi.
Anche in California - «Dalla bibliografia scientifica si rileva che lo stesso batterio, sottospecie multiplex, è stato rinvenuto alcuni anni fa in California proprio su olivo. Eminenti studiosi hanno pubblicato, nel 2014, un lavoro scientifico che ha portato all’isolamento di sei ceppi di X. fastidiosa subsp. multiplex. Di questi, quattro sono stati inoculati (sia inoculo meccanico che attraverso il vettore – cicalina) su 300 olivi in vaso posti in ambiente controllato, cioè in serra. Dopo un anno di osservazioni solo sul 2-3% delle piante inoculate hanno ritrovato il batterio».
L'articolo completo è pubblicato su Terra e Vita n. 19/2015