Export agroalimentare: +9% tra gennaio e ottobre 2024

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Superati i 47 miliardi di euro grazie anche all'accelerazione delle vendite negli Stati Uniti: +18,4% nei primi dieci mesi dell'anno. Ma c'è lo spettro dazi

Secondo l'elaborazione dati del Centro Studi di Federalimentare sulle statistiche diffuse dall'Istat, tra gennaio e ottobre 2024 l'industria alimentare italiana ha registrato una quota export di oltre 47 miliardi di euro, con una crescita tendenziale del 9% sullo stesso periodo del 2023, superiore al +8,6% segnato sui nove mesi. In accelerazione quindi. Il decollo dell'export food si lega alle performance di molti mercati, ma in gran parte alla spinta specifica del mercato statunitense, che ha segnato un +18,4% sui dieci mesi.

Piazza Usa che dovrebbe toccare perciò, a consuntivo 2024, una quota pari a 7,8 miliardi, ponendosi a ridosso della Germania, mercato estero leader da sempre dell'alimentare italiano. Si affiancano le spinte dei mercati europei, della Spagna (+7,7%), del Regno Unito (+6,3%), della Germania (+6,6%) e della Francia (+4,4%). Tra le categorie merceologiche volano gli "oli e grassi" (+28%), seguiti dal "dolciario" (+16,6%) e dalla "trasformazione ittica" (+16,2%).

E se a quelle dell'industria aggiungiamo le spedizioni oltreconfine del settore primario (agro-zootecnico)  di oltre 9 miliardi di euro, con una crescita tendenziale del 7,3%, dopo il +7,2% dei nove mesi, l'agroalimentare complessivo registra una quota export di oltre 56 miliardi, con un tendenziale del +8,7%.

Verso un nuovo record con l'incubo dazi

Il 2024 potrebbe agganciare il record di sempre delle esportazioni agroalimentari made in Italy sfiorando i 70 miliardi di euro. Ma non c'è tempo e modo per crogiolarsi sugli allori: lo spauracchio di una nuova tornata di dazi, minacciata dal presidente Usa Donald Trump già nei primi giorni di insediamento alla Casa Bianca, rischia di togliere splendore al traguardo già raggiunto nei primi dieci mesi del 2024 con un incremento del 9% delle vendite alimentari sui mercati internazionali.

«Il problema dei dazi potremo porcelo quando le parole del presidente Trump troveranno una loro concretezza attraverso atti politici che come sistema Paese potremo analizzare e valutare – fa sapere il presidente di Federalimentare Paolo Mascarino –. Al momento, come industria alimentare siamo focalizzati a rendere strutturali le ottime performance di questi mesi alla luce degli ottimi dati sull'export registrati nei primi 10 mesi del 2024».

«Come Italia, anche nel passato – ricorda Mascarino – e precisamente durante il primo mandato di Trump, affrontammo la questione dazi con effetti complessivamente contenuti al settore che comunque - sottolinea - non causarono flessioni del nostro export del food and beverage totale. Sono fiducioso - afferma il presidente di Federalimentare - che, qualora gli stessi timori dell'epoca dovessero ripresentarsi, il governo italiano saprà rispondere con autorevolezza a questi rischi, mettendo in campo politiche che saranno in grado di proteggere le nostre catene del valore, il nostro export e le nostre produzioni».

A non celare preoccupazione per l'ipotesi di introduzione dei dazi Usa "per chi non produce in America" è il Consorzio del Prosciutto di San Daniele che negli States nel 2024 ha registrato un aumento del +19,6% rispetto all'export dell'anno precedente. Intanto, fra i grandi mercati di sbocco della nostra industria alimentare, il centro studi di Federalimentare segnala anche le crescite a due cifre della Polonia (+18,7%), del Canada (+16,6%), del Giappone (+12,5%) e dell'Australia (+15,4%).

Export agroalimentare: +9% tra gennaio e ottobre 2024 - Ultima modifica: 2025-01-24T10:19:08+01:00 da Redazione Terra e Vita

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