La Commissione europea ha presentato un piano d'azione per lo sviluppo della produzione biologica con l'obiettivo generale di aumentare la produzione e il consumo di prodotti biologici, per raggiungere il 25% dei terreni agricoli in agricoltura biologica entro il 2030. Bruxelles chiede agli Stati membri di sviluppare piani d'azione nazionali per aumentare la loro quota nazionale di agricoltura biologica. Esistono differenze significative nella quota di terreni in cui si pratica l'agricoltura biologica, che vanno dallo 0,5% a oltre il 25%. I piani d'azione nazionali per il biologico integreranno i piani strategici nazionali della politica agricola comune, definendo misure che vanno oltre l'agricoltura e ciò che viene offerto nell'ambito della Pac.
Nella nuova Pac più risorse per il biologico
Attualmente, circa l'8,5% della superficie agricola dell'Ue è coltivata in regime biologico e le tendenze mostrano che con l'attuale tasso di crescita, si raggiungerà il 15-18% entro il 2030. Secondo la Commissione questo piano d'azione fornisce il kit di strumenti per dare una spinta in più e raggiungere il 25%. Sebbene il piano d'azione si concentri in gran parte sull'effetto di attrazione del lato della domanda, la Pac rimarrà uno strumento chiave per sostenere la conversione. Oggi circa l'1,8% (7,5 miliardi di euro) della Pac viene utilizzato per sostenere l'agricoltura biologica. La futura programmazioni includerà programmi ecologici che saranno sostenuti da un bilancio di 38-58 miliardi di euro, per il periodo 2023-2027, a seconda dell'esito dei negoziati. Anche gli eco-schemi potranno essere utilizzati per promuovere l'agricoltura biologica.
Si prevedono investimenti per stimolare il consumo di alimenti biologici nell'ambito delle politiche di promozione, a partire da uno stanziamento di 49 milioni di euro per il 2021, e l'istituzione di "appalti pubblici green", che prevedano l'integrazione dei prodotti biologici nei criteri minimi obbligatori per gli appalti sostenibili.
Ci sarà anche la realizzazione di uno studio approfondito sul prezzo reale del cibo per impostare una fiscalità per le produzioni biologiche che compensi le esternalità positive per l'ambiente e la società. Significativa, inoltre, l'istituzione della "Giornata del biologico" da tenersi ogni anno nell'Unione europea la promozione dei distretti biologici e il collegamento con la nuova Pac, affinché il Piano d'azione venga attuato dagli Stati Membri attraverso i Piani Strategici Nazionali, con misure per sostenere la conversione e il mantenimento del biologico e con l'indicazione degli obiettivi specifici per ogni Stato.
Soddisfatta Federbio
«Un piano che punta a incrementare sia la produzione che la domanda di prodotti biologici». In linea con Ifoam Organic Europe, la Federazione delle associazioni del biologico a livello europeo, FederBio esprime grande soddisfazione per il nuovo Piano d'azione 2021-2027, presentato dalla Commissione Ue.
«Esprimiamo grande apprezzamento per il lavoro della Commissione europea sul Piano d'azione per il biologico, che mette a disposizione degli Stati Membri strumenti e azioni concrete per raggiungere gli obiettivi delle strategie "Farm to Fork" e "Biodiversità 2030", con investimenti strategici in ricerca e innovazione per la transizione al biologico – ha dichiarato la presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini –. Apprezziamo inoltre l'impegno costante che Ifoam Oe ha dedicato all'attivazione di politiche, a livello europeo, finalizzate alla trasformazione dei sistemi agricoli e alimentari verso il biologico e l'agroecologia».
«Adesso è arrivato il momento dell'impegno a livello nazionale e dei territori affinché gli obiettivi del Piano d'azione europeo per il biologico siano inseriti nel Piano Strategico Nazionale della Pac dotandosi anche dei servizi di supporto e consulenza agricola, necessari per sostenere gli agricoltori nella conversione al bio – ha aggiunto Mammuccini –. Ci auguriamo, quindi, che questa ulteriore spinta dell'Europa verso il biologico, favorisca la veloce e definitiva approvazione della legge nazionale sull'agricoltura biologica e l'inserimento nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza d'investimenti adeguati per la promozione di distretti biologici e di filiere di "Made in Italy Bio"».
Associazione italiana coltivatori: bene, ma attenzione al come
«Siamo contenti che Bruxelles inizi a dare concretezza alle strategie Dal produttore al consumatore e sulla Biodiversità, riconoscendo l'apporto positivo su più piani dato dagli agricoltori biologici – ha dichiarato il presidente dell'Associazione Italiana Coltivatori Giuseppino Santoianni – a proposito del Piano d'azione per lo sviluppo della produzione biologica. Attenzione però a pensare che sia già tutto predisposto – avverte – l'Europa ci lascia ampi margini di manovra nazionale e fa bene perché attualmente in Ue la quota di terreni a coltivazione biologica varia da paese a paese dallo 0,5% a oltre il 25%. Noi in Italia siamo a quota 15%, per questo entro il 2030 possiamo e dobbiamo superare la quota fissata dal Piano europeo».
«Ma ancora più importante è il come – ha sottolineato Santoianni –. Il nostro piano d'azione nazionale deve incentivare la transizione al biologico promuovendo e rafforzando in primis le aziende biologiche esistenti, coloro che hanno aperto una strada difficile credendo in questo modello alternativo di produzione. I lunghi anni di investimento e cura sono buone pratiche che le istituzioni italiane devono valorizzare. Inoltre – ha concluso – il Governo Draghi tenga conto che rafforzare le aziende biologiche esistenti è anche un modo per aiutare il Mezzogiorno, dove molte di queste aziende sono concentrate e dove i biodistretti previsti dal Piano d'azione europeo sarebbero uno strumento utilissimo, a patto che il Piano italiano li disegni quali efficienti strumenti di sviluppo sostenibile».