A 100 anni dalla sua prima formulazione, e nonostante i suoi detrattori, la Biodinamica è viva e gode di ottima salute, tra eventi nazionali e territoriali. In Italia, infatti, questo metodo agricolo rispettoso dell’ambiente continua a diffondersi e a raccogliere consensi da parte degli agricoltori che la praticano e dei consumatori che, sempre più numerosi, scelgono i suoi prodotti per le proprie tavole.
«Una piazza di uomini e donne»
L’ultima conferma al Sana di Bologna, dove l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica si è presentata con uno stand con 10 aziende agricole biodinamiche piccole e grandi, rappresentative di tutto lo stivale. Uno stand trasformato in «una piazza di uomini e donne portatori di un'idea di agricoltura e di economia evolutiva con un clima di stima, vicinanza e attiva partecipazione per l'umanizzazione non solo dell'agricoltura ma anche dell'economia e delle relazioni sociali» come dichiara Marco Serventi, segretario nazionale dell’Associazione Biodinamica.
Il progetto Differ
Anche per quanto riguarda i progetti di ricerca e di innovazione l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica tiene il passo. Sempre al Sana sono stati presentati i risultati del progetto Differ, finanziato da un bando del Mipaaf sull’agricoltura biologica che aveva l’obiettivo di definire pratiche agro-ecologiche per la sostenibilità dei sistemi agro-zoo-forestali biologici e biodinamici basati sulla coltivazione di vite ed olivo.
I relatori, Gaio Cesare Pacini e Ottorino Pantani dell’Università di Firenze, Paola Migliorini dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica si sono soffermati sulla complessità della ricerca in campo svolta con un approccio olistico, in cui dover tenere conto di numerose variabili agronomiche e climatiche. Per la ricerca su biologico e biodinamico è richiesto un approccio metodologico specifico e la chiave è programmare una continuità di sostegni pubblici per la collaborazione attiva delle organizzazioni degli agricoltori bio alla ricerca.
Il progetto Innovazionebio
Per un progetto che si conclude uno che si apre. Un progetto territoriale rivolto agli agricoltori biologici perché, ricordiamo, che tutti i biodinamici sono anche biologici. Su scala nazionale coinvolge 10 regioni e coinvolgerà le filiere olivicoltura, viticoltura, frutticoltura, orticoltura, cerealicoltura, erbe officinali, apicoltura, allevamento bovino e allevamento avicolo.
Il progetto Innovazionebio - Formazione, supporto alla conversione e mercato per il primato italiano del biologico, è stato recentemente finanziato dal Ministero dell’Agricoltura e si basa su tre pilastri.
La formazione, con corsi professionali e seminari, il sostegno alle aziende attraverso scambi interaziendali e visite alle aziende agricole e la divulgazione con pubblicazioni su riviste di settore, quotidiani nazionali in stampa e on line.
Ai blocchi di partenza sono presenti già 45 aziende provenienti da tutto il territorio nazionale, tra cui 2 consorzi e 1 organizzazione di produttori, ma tutte le aziende biologiche interessate possono richiedere di partecipare alle attività del progetto.
Presidio del Pizzutello
Dal globale al locale, l’impegno per la biodinamica non è solo a livello nazionale ma anche sul territorio. Un esempio la partecipazione di Carlo Triarico, lo scorso 10 settembre, al convegno che si è tenuto a Tivoli “Cambiare prospettiva coltivando la vite: bellezza, identità, memoria storica generano formazione e nuova consapevolezza per il paesaggio ed il turismo” per la valorizzazione Presidio Slow Food dell'Uva Pizuttello di Tivoli.
La storica condivisione dei valori tra Slow Food e Associazione Biodinamica potrebbe trovare un ambito di collaborazione proprio a Tivoli, per una conduzione biodinamica degli Orti di Pizzutello e dei giardini di Villa d'Este, uno dei simboli del Rinascimento italiano e patrimonio dell'umanità Unesco.
Lo testimonia anche l’archeochef Gabriella Cinelli fiduciaria di Slow Food Tivoli e Valle dell'Aniene. «Durante il Convegno – ha detto Cinelli - abbiamo sancito la collaborazione tra l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e la Comunità delle Uve Pizzutello nel paesaggio Tiburtino dell’Associazione Slow Food Tivoli e Valle dell’Aniene Aps.
In questo contesto abbiamo iniziato il reclutamento di giovani agricoltori per la Scuola del Pizzutello e stiamo predisponendo insieme ad esperti un piano didattico che includerà anche l’attivazione di competenze biodinamiche. E la collaborazione continuerà anche con il Gal Terre Sabine e Terre Tiburtine, di recente costituzione, nel quale la nostra APS porterà avanti il progetto di estendere la capacità produttiva dell’Uva Pizzutello coltivata con metodo biodinamico».