In tanti hanno parlato di agricoltura biodinamica in questi ultimi tempi e il mondo dei biodinamici italiani, rappresentati dal loro presidente, vogliono cercare di mettere un po’ di chiarezza raccontando la biodinamica, le sue tecniche e i vantaggi e i benefici della sua applicazione.
Con questo obiettivo Carlo Triarico, presidente dell'Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, lo scorso 8 aprile si è presentato ai giornalisti presso l'Associazione della stampa estera Italia a Roma per la conferenza stampa dal titolo Agricoltura Biodinamica: vi spiego perché è una cosa seria. La conferenza segna l'avvio ufficiale del tour 'Progettiamo il Futuro' un itinerario di incontri di studio e di co-progettazione in giro per l'Italia per determinare insieme agli agricoltori e ai cittadini come l'agricoltura biodinamica possa contribuire efficacemente all'autosufficienza alimentare e alla mitigazione dei danni climatici.
Un metodo anticrisi
L’incontro è stato un momento di dialogo e di confronto di Triarico, in qualità di rappresentante dei biodinamici Italiani, con ecologi e ricercatori di fama mondiale, quali Nadia El-Hage Scialabba e Raffaella Pergamo impegnate sul fronte dell'agroalimentare a livello accademico e istituzionale, e imprenditori agricoli delle aziende agricole biodinamiche Agrilatina, Biolatina e Agricola Nuova, con l’obiettivo di spiegare quanto questo metodo agricolo possa essere utile per affrontare al meglio le crisi ambientali, sociali ed economiche in atto.
«L'Italia, che pure lascia incolti centinaia di migliaia di ettari, non è autosufficiente nel settore agroalimentare - ha affermato Triarico - e subisce una fortissima dipendenza dall'estero per l'approvvigionamento di concimi sintetici, mangimi, grano, legumi, latte e diversi prodotti di primaria importanza. Le criticità di tipo geopolitico e speculativo rendono il nostro Paese ancor più vulnerabile e fragile».
Costi insostenibili
Triarico ha spiegato come la scarsità europea di alimenti si rifletterà sui paesi importatori del Sud del mondo, sul mondo arabo, aprendo a una grave destabilizzazione socio-politica di quelle aree. Il tutto in uno scenario che vede una grandissima quantità di cibo sprecato, proveniente da modelli iper-produttivi ad alto input e da monocolture.
«L’aumento del gasolio agricolo è ormai del 40%, quello dei concimi di sintesi arriva fino al 180%, il costo degli agrofarmaci è in alcuni casi triplicato. Gli input per sostenere il modello produttivo consumista – ha detto Triarico - hanno raggiunto costi insostenibili con un trend che ha ripreso a crescere già dal 2021. L’approccio ad alto input è una variabile incontrollabile, non permette a molti di continuare a coltivare e rischia di non garantire più i fabbisogni alimentari».
La questione ambientale
A tutto ciò va aggiunta la questione ambientale. La Corte dei Conti Europea stima che, in ambito Comunitario, il settore agricolo contribuisca con il 13% alle emissioni totali di gas globali di cui, oltre il 50%, è dovuto all’allevamento intensivo e il 36% ai processi di fertilizzazione (Relazione Speciale della Corte dei Conti Europea Politica agricola comune e clima, 2021).
Le tecniche di base che rendono la biodinamica un sistema produttivo a bassissimo impatto ambientale e un metodo che contribuisce alla mitigazione dei danni climatici e dei rischi ambientali sono state evidenziate da Triarico. «La biodinamica offre una via sostenibile – ha detto -, basata sull’economia circolare, le filiere corte e organiche. È un metodo agroecologico caratterizzato da bassa intensità energetica in grado di ripristinare terreni asfittici restituendo loro la fertilità, di incrementare la biodiversità agraria e naturale, di migliorare ambiente e alimentazione, di favorire il benessere animale e di coltivare anche aree marginali e aride, portandole alla produttività. Tutto questo è alla base della autosufficienza alimentare italiana ed europea». Triarico ha ricordato anche che l’agricoltura biodinamica è il metodo che ha dato il via all’agricoltura biologica visto che gli standard biodinamici Demeter hanno ispirato il primo Regolamento sull'agricoltura biologica del 1991.
Soluzioni importanti
Applicazioni biodinamiche hanno riscontrato successi in Italia e in aree di crisi, anche in collaborazione e sinergia con la Fao. Le esperienze biodinamiche nel Sud del mondo hanno permesso la rinascita di intere aree desertificate. Ne è un illustre esempio il caso di Sekem in Egitto; infatti in una regione desertica a 60 km dal Cairo, oggi c’è un'oasi di agricoltura biodinamica nel deserto che dà lavoro a 2mila persone.
In Italia le aziende biodinamiche contribuiscono a un settore, quello del biologico, che vede l'Italia in posizione avanzata rispetto al resto d'Europa, con il 16% di coltivazioni contro l'8% della media Ue. Un settore che merita di essere sostenuto anche in virtù della sua forza di volano economico.
Produzioni di qualità
Sono intervenuti con le loro testimonianze Pasquale Farzarano, imprenditore del Gruppo Agrilatina, circa 200 h, più di 70 dipendenti, azienda certificata biodinamica Demeter dal 1993, e Maurizio Falzarano, socio fondatore di Biolatina, cooperativa agricola con circa 1 milione di mq di terreno biodinamico, 150 dipendenti stagionali e, anch’essa, storica azienda a marchio Demeter. Entrambe le realtà sono anche certificate Global Gap per un'agricoltura sicura e sostenibile.
Pasquale Falzarano ha sottolineato l’attualità delle aziende biodinamiche. «Agrilatina – ha detto - produce professionalmente e con molta cura ortaggi di qualità, cereali antichi, kiwi e frutta antica con annessi allevamenti di mucche, api e galline. Il nostro impegno quotidiano consiste nell’applicare con scrupolo, e in larga scala, il metodo biodinamico agevolando gli innumerevoli processi vitali che avvengono nell’ambiente e nel terreno. Perché è dalla fertilità del suolo e dalla salute delle piante che deriva la salute dell’uomo, degli animali e, in ultima analisi, la salute della terra, perché tutto è interconnesso».
Maurizio Falzarano si collega a questo citando la frase che rispecchia la filosofia di Biolatina: «Ogni uomo che mette a dimora un seme compie un atto di amore per la madre terra e per l’umanità». La cooperativa ogni giorno produce 200mila razioni alimentari di verdura e, durante l’anno, produce oltre 30 tipologie diverse di prodotti. In azienda ci sono gli animali, 40 capi di bestiame, 60 alveari di api per l’impollinazione e il miele. «L’agricoltura biodinamica fatta con rigore e professionalità porta alle produzioni di alta qualità richieste dal mercato». E ha concluso dicendo che “«se questa crisi ci ha insegnato qualcosa è che si può fare a meno di tutto tranne dell’agricoltura e quindi dobbiamo farla con la massima attenzione».
Carlo Patacconi della Cooperativa agricola Agricoltura Nuova, circa 300 ettari biodinamici dal 2010 che danno lavoro a 50 persone, ha sottolineato l’evidenza dell’efficacia del metodo biodinamico e la necessità di portare avanti la ricerca in questo campo perché a questa evidenza pratica ci possa essere una maggiore corrispondenza anche di evidenza scientifica. «Noi oggi abbiamo rese uguali a quelle che avevamo quando eravamo in convenzionale – ha detto -, la terra sta bene e i frutti sono di alta qualità. Il metodo biodinamico funziona noi ne siamo convinti».
Vicini alle indicazioni della Ue
La conferenza ha voluto ripristinare una corretta informazione sulla validità economica e serietà del metodo che appare il più vicino alle direttive Ue. Perfettamente rispondente, peraltro, alle strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità” e alla Missione 2 del Pnrr, “Rivoluzione verde e transizione ecologica", volta "al raggiungimento di un nuovo e migliore equilibrio fra natura, sistemi alimentari, biodiversità e circolarità delle risorse" (definizione del Ministero della Transazione Ecologica).
«La Transizione agricola che ci attende è verso un’economia generativa e circolare, in cui si garantiscono ecosistemi e comunità verdi. Molto di quanto descritto si ritrova già nell’approccio biodinamico che, al pari del biologico, rientra nel filone dell’agro-sostenibilità e rispecchia molto quell’ecologia integrale richiamata dall’enciclica papale, di interconnessioni tra uomo e natura» ha evidenziato Raffaella Pergamo, ricercatrice Crea, centro di Politiche e Bioeconomia.
E Nadia El-Hage Scialabba ecologa indipendente, già senior officer Fao per l'agricoltura biologica ha detto: «La biodinamica cerca la saggezza olistica dalle culture indigene, rispetta gli insegnamenti genuini della scienza atomistica e le completa con ciò che può scaturire dalla concezione vivente dell’Universo».
Progettiamo il futuro
Il tour Progettiamo il Futuro, che prevede una serie di incontri di studio e di co-progettazione, toccherà Roma, Milano, Padova, Torino, Bologna, Bolzano, Firenze, Napoli, Pescara, Bari, Palermo e altre città ancora. Il tour Progettiamo il Futuro è stato studiato e realizzato come percorso di innovazione preparatorio del centenario della nascita della Biodinamica ad opera di Rudolf Steiner nel giugno 1924.