Il settore biologico si fa strada e, numeri alla mano, erode spazio e valore ai prodotti agroalimentari non certificati bio. Una
domanda di mercato in costante crescita che riguarda anche la spesa online, canale che – come confermato dall’indagine Ismea-CIHEAM Bari, realizzata nell’ambito del progetto Dimecobio III – negli ultimi cinque anni ha registrato un incremento pari a +50% per oltre 1/4 dei consumatori.
Un fenomeno indubbiamente accelerato dal periodo emergenziale Covid-19, caratterizzato da lockdown e distanziamento sociale, che ha inevitabilmente incoraggiato, anche per i prodotti bio, l’utilizzo del carrello virtuale.
Cambia l’offerta
I dati e le tendenze del Report Ismea-CIHEAM Bari sul mercato italiano online dei prodotti agroalimentari biologici – pubblicato sul sito SINAB e realizzato attraverso la somministrazione di un questionario online a 3.792 consumatori – confermano il canale e-commerce tra le strategie vincenti del mercato del futuro.
Una modalità di acquisto che si aggiunge ai tradizionali canali della distribuzione, in particolare i negozi specializzati e la GDO, che negli ultimi anni ha realizzato scaffali e spazi dedicati ai prodotti biologici.
Un segmento dinamico e complessivamente caratterizzato da una domanda e un trend dei consumi in progressiva crescita, fattori che hanno inevitabilmente promosso un cambiamento delle modalità di offerta: il rapporto ha infatti confermato che il numero di operatori commerciali che hanno scelto la vetrina online registra un netto incremento, da 49 nel 2001 a 375 nel 2018. Tra questi, sono più utilizzati i siti web dei distributori specializzati (31%) rispetto ai portali della GDO (23%), ai siti di e-commerce non specializzati in prodotti alimentari (21%) – che comunque rimangono tra le abitudini di acquisto delle fasce d’età più giovani – e allo shop online sui siti dei produttori (19%).
In aumento la spesa online
La ricerca ha considerato un panel di consumatori italiani che utilizzano abitualmente il carrello online, canale di vendita che certamente rappresenta, anche al netto dell’effetto Covid-19, una prospettiva promettente per il segmento agroalimentare.
Dal rapporto emerge infatti che circa 1/4 degli intervistati ha utilizzato la spesa online per i prodotti alimentari nel corso del 2019 e tra questi il 14% ha acquistato prodotti biologici. Da sottolineare inoltre che per il 27% dei consumatori intervistati la spesa online di prodotti alimentari biologici è crescita, negli ultimi cinque anni, del 50% mentre, rispetto alla frequenza di acquisto, il 40% dei clienti ha dichiarato di utilizzare lo shopping online almeno una volta a settimana.
Tra i prodotti biologici più acquistati dai clienti intervistati spiccano gli oli extravergine di oliva (73% del totale), il miele (70%), la pasta, così come il pane ed i prodotti della pasticceria (66%), la frutta (65%), i cereali ed prodotti per la prima colazione (65%) e la verdura (63%).
Vincono i prodotti a marchio del distributore specializzato, acquistati da quasi la metà dei clienti intervistati, mentre il 28% preferisce marchi biologici della GDO (private label) ed il 13% prodotti a marchio delle aziende agricole.
Effetto Covid-19
Cosa spinge il carrello online così veloce? Certamente la comodità della consegna a domicilio, fattore di scelta addirittura determinante per il 38% del panel, così come, per il 35% dei clienti intervistati, il maggiore risparmio dei prodotti venduti sullo scaffale virtuale.
Rispetto all’orientamento delle scelte d’acquisto occorre evidenziare anche il peso della reputazione dei prodotti biologici: il 78% dei consumatori ha un livello di fiducia medio o alto e addirittura oltre 1/3 del campione ritiene che i prodotti biologici venduti online osservino in maggior misura la normativa sulla produzione biologica rispetto agli stessi prodotti commercializzati attraverso altri canali di vendita.
Un canale di acquisto che indubbiamente presenta un ampio margine di miglioramento rispetto alle reali potenzialità, anche considerando che il 62% dei consumatori intervistati ha dichiarato di utilizzare con una maggiore frequenza, accanto alla modalità online, i tradizionali canali di distribuzione. C’è spazio quindi, in una logica di vasi comunicanti, per un ulteriore rafforzamento del circuito e-commerce, comunque sostenuto dalle nuove abitudini di consumo dovute al lockdown che ha caratterizzato il periodo di emergenza Covid-19.
Sarà percepibile, come già registrato per gli altri prodotti alimentari, un effetto Covid-19 sulle dinamiche di acquisto ed un parallelo incremento della spesa online anche per i prodotti biologici.