Biostimolanti, prima sconosciuti adesso indispensabili

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Per Giuseppe Campo i biostimolanti sono diventati alleati preziosi nella coltivazione biologica di numerose ortive in 25 ettari di serre fredde

Dal trapianto alla raccolta, per accompagnare costantemente il ciclo vegeto-produttivo degli ortaggi. Per Giuseppe Campo, orticoltore di Santa Croce Camerina (Rg), i biostimolanti sono da più di 5 anni «assidui compagni di viaggio» nella coltivazione di pomodoro da mensa, peperone, melanzana, anguria, cetriolo, melone, zucchino e sedano che effettua, rigorosamente secondo le tecniche dell’agricoltura biologica, in 25 ha di serre fredde.

Un sostegno importante

«È davvero straordinario pensare che fino a qualche anno fa quasi ignoravo l’esistenza dei biostimolanti e che adesso mi sono indispensabili. A tal punto che proprio non ne posso fare a meno per il buon andamento e, soprattutto, il buon esito finale delle coltivazioni orticole. Sono sempre stato un agricoltore aperto alle innovazioni, tanto è vero che ho aderito al metodo di produzione biologica molti anni fa. Ma la coltivazione biologica presenta diversi limiti, non potendo fare ricorso a prodotti chimici di sintesi per sostenere le piante. Ebbene, la scoperta dei biostimolanti mi ha permesso di “aiutarle” durante l’intero ciclo colturale e in particolare nelle fasi fenologiche più delicate, poiché essi sono costituiti da “ingredienti” naturali».

Subito dopo il trapianto, Campo utilizza su pomodoro, peperone, melanzana, anguria, cetriolo, melone e zucchino, con 3-4 applicazioni per via fogliare ogni 8-10 giorni, un biostimolante promotore della fioritura e dell’allegagione.

Giuseppe Campo

Sincronizzazione della fioritura

«È eccellente perché favorisce la sincronizzazione delle fioriture, stimola l’antesi e l’attività dei meristemi anche nei momenti di stress, promuove l’allegagione e riduce la cascola dei frutticini. Si tratta di un biostimolante vegetale a base di idrolizzato enzimatico di Fabaceae, in cui triacontanolo naturale, composti fenolici e altri estratti vegetali bioattivi hanno un’azione positiva sul metabolismo primario delle piante. In pratica stimola l’attività degli enzimi che regolano le reazioni del metabolismo del carbonio e dell’azoto e quindi migliora l’attività vegeto-produttiva delle piante, regolando la ripartizione dei nutrienti e stimolando positivamente la fotosintesi e le fasi (fioritura e allegagione) che portano allo sviluppo iniziale dei frutticini. La regolazione enzimatica e ormonale permette di portare a raccolta un numero maggiore di frutti, limitando così la cascola dei frutticini e favorendo un aumento della produzione finale».

Dopo, a partire da 15 giorni dopo i primi frutti allegati, Campo applica su pomodoro, peperone, melanzana e melone, per via fogliare, un biostimolante naturale che si distingue per l’intensa attività biologica.

«Anche esso è a base di idrolizzato enzimatico di Fabaceae e contiene triacontanolo naturale e altri composti vegetali ad azione biostimolante. Agisce stimolando il metabolismo e quindi l’aumento di biomassa e l’attività fotosintetica delle colture: così favorisce un maggior trasferimento di metaboliti nei frutti e aumenta rese e qualità finale delle colture orticole».

Cominciando dai primi turni di fertirrigazione, Campo effettua 2-4 interventi fertirrigui con un biostimolante vegetale ad applicazione radicale

Stimolazione del metabolismo

Cominciando dai primi turni di fertirrigazione, Campo effettua, su pomodoro, melanzana, peperone, cetriolo, melone e zucchino, 2-4 interventi fertirrigui con un biostimolante vegetale ad applicazione radicale costituito da estratto liquido di erba medica, alghe e melasso.

Campo lo ha scelto «perché, aggiunto regolarmente agli altri concimi nella soluzione fertirrigante, stimola il metabolismo naturale delle piante dalle prime fasi fino alla formazione dei frutti, perciò può essere applicato durante tutte le fasi del ciclo produttivo. Grazie al contenuto in triacontanolo naturale, polisaccaridi, betaine e potassio, stimola positivamente i processi fisiologici essenziali delle piante sia aumentando la tolleranza agli stress abiotici, sia attivando gli enzimi che regolano le fasi di radicazione, moltiplicazione cellulare, fioritura, allegagione e sviluppo dei frutti.

Così, svolgendo un’azione riequilibrante a livello fisiologico, favorisce l’assorbimento degli elementi nutritivi, migliorando l’efficienza nutrizionale, anticipa l’entrata in produzione delle colture e aumenta la resa e la qualità finale. Inoltre in serra, con le alte temperature, svolge un ruolo fondamentale nel mantenere le piante più compatte, accorciando gli internodi e aumentando il potenziale produttivo».

Potenzialità espresse al meglio

L’attenzione certosina di Campo per la qualità del suo lavoro continua, durante il pieno sviluppo vegetativo di pomodoro, peperone, melanzana e melone, con 2-4 applicazioni ogni 8-10 giorni di un altro biostimolante fogliare.

«Grazie all’alta percentuale di amminoacidi liberi levogiri e oligopeptidi a basso peso molecolare, questo biostimolante fogliare stimola il metabolismo delle piante permettendo un’azione preventiva e di rapida ripresa vegetativa in situazioni di stress abiotico e favorendo l’assorbimento di macro, meso e microelementi.

L’alto contenuto di azoto organico, inoltre, insieme ad amminoacidi liberi e oligopeptidi, favorisce un migliore sviluppo dei frutti, aumentandone le caratteristiche qualitative finali, in termini di calibro e sostanza secca. Ho notato e apprezzato che l’uso regolare di questo biostimolante aiuta le piante a mantenere sempre pienamente attive tutte le vie biochimiche sia in condizioni normali sia in momenti critici determinati da stress esterni».

L’impiego dei biostimolanti, conclude Campo, seppur continuo, non è mai casuale. «Esso è sostanzialmente volto a migliorare il benessere delle piante.

Perciò l’agricoltore deve accompagnare la loro crescita con i biostimolanti, ma con intelligenza, in modo da aiutarle a prevenire qualsiasi tipo di stress abiotico e affinché possano esprimere al meglio tutte le loro potenzialità produttive, in termini di resa e di qualità dei prodotti ottenuti».

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Coltivazione di sedano nelle serre dell’azienda Campo

Un coformulante ad azione antistress

In miscela con i comuni interventi fogliari eseguiti con biostimolanti o fertilizzanti Campo utilizza, su tutte le colture orticole, un coformulante (registrato in legge come “prodotto ad azione specifica”), che aumenta l’efficacia del prodotto applicato insieme.

«È un idrolizzato proteico ad alto peso molecolare, alto contenuto di azoto organico e amminoacidi e peptidi da idrolisi enzimatica: i peptidi di cui è composto hanno un’azione complessante con altre sostanze miscelate, favorendone l’assorbimento fogliare da parte delle piante. Ha anche azione bagnante e adesivante, per cui aumenta la superficie bagnata delle foglie trattate, evita lo scivolamento della soluzione e ne impedisce l’evaporazione. Inoltre, l’alto contenuto di azoto totalmente organico e di amminoacidi gli consente di avere anche un’azione nutritiva e anti-stress sulle piante, fondamentale per una pronta ripresa vegetativa dopo un eventuale trattamento fitosanitario».

Biostimolanti, prima sconosciuti adesso indispensabili - Ultima modifica: 2021-10-02T11:44:04+02:00 da K4

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