Nell’immaginario l’industria cosmetica è legata alla chimica di sintesi e all’effimero. Apparentemente niente di più distante dall’agricoltura. In realtà inizia a costituire un importante canale di vendita e valorizzazione per la produzione agricola di qualità. È questo il caso soprattutto del segmento della cosmesi che usa, al posto dei prodotti di sintesi, materie prime agricole. Il settore naturale e biologico della cosmesi costituisce una nuova tendenza e una prospettiva interessante anche per i produttori agricoli italiani.
La possibilità di aprire nuovi e concreti sbocchi di mercato è stata oggetto di un incontro tenutosi a Firenze tra i rappresentanti dei produttori biodinamici e la casa farmaceutica Wala. Insieme a un piano di formazione per operatori, si è parlato di una programmazione strategica volta ad accompagnare i produttori agricoli a inserirsi in questo importante segmento di mercato, con nuove competenze specialistiche.
Un mercato importante
Secondo il rapporto “La Cosmetica Italiana. Un’industria che fa bene al Paese” a cura del Centro Studi di Cosmetica Italia, l’Associazione nazionale delle imprese cosmetiche del circuito di Confindustria, ogni individuo utilizza quotidianamente almeno otto cosmetici. Con un conseguente forte impatto sull’ambiente in termini di imballaggi e prodotti chimici.
Il mercato della cosmetica è enorme e si distingue per la sua resilienza e anticiclicità. Nel 2021 il sistema in Italia ha generato 22,3 miliardi di euro, pari all’1,25% del Pil. 155mila gli occupati nella catena che va dalla produzione alla distribuzione. Un'industria in cui le donne sono il 54% degli addetti, circa il doppio della media dell’industria manifatturiera.
Consumi sostenibili
La sostenibilità, che coniuga i risultati economici delle attività produttive con l’attenzione agli aspetti ambientali e sociali, è al centro dello sviluppo dell’industria cosmetica a livello globale. In Italia la quota di consumi di cosmetici naturali e sostenibili, nel 2022, era pari al 25% del totale. E l’approccio sostenibile coinvolge l’intera filiera. “La sfida è valorizzare e comunicare l’innovazione e gli sforzi che ciascun anello, a monte e a valle del processo produttivo, mette in atto per contribuire a uno sviluppo sostenibile del settore”. Questa la strada indicata dal Rapporto.
Ne abbiamo parlato con Roberto Cingia, responsabile della formazione ed educazione Dr.Hauschka Italia di Wala, importante azienda tedesca del farmaco e della cosmesi naturale, in occasione di un seminario da lui tenuto presso l’istituto di formazione Apab di Firenze e di un incontro con Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e i suoi collaboratori.
Materie prime agricole
«Tutto il mercato della cosmesi si sta orientando al mondo del naturale e quindi anche la ricerca delle materie prime di qualità agricola diventa sempre più strategica. Questa è una grande opportunità per le aziende agricole biologiche e biodinamiche» afferma Cingia. Le materie prime agricole saranno sempre più richieste sul mercato dalle aziende del comparto della cosmetica, visto che oggi la cosmesi naturale non è solo una moda ma la strada con maggiori prospettive di crescita.
È un esempio di ciò la scelta di case farmaceutiche di istituire coltivazioni nella propria sede, come nell’esempio di Aboca in Italia. Wala ha la propria sede in Germania in una fattoria con circa 9 ettari di terreno destinati al giardino botanico biodinamico delle piante officinali. Nei Paesi dai quali provengono le materie prime agricole ha consolidato una rete di forniture e partnerships equosolidali.
Sostegno della biodiversità
«Abbiamo già tantissimi progetti che coinvolgono cooperative agricole biodinamiche dove ci assicuriamo che ci sia il rispetto per le persone, per il terreno e per tutta la biodiversità locale». In Italia viene acquistata l'Erba cristallina dalla Sicilia, utilizzata per una crema specifica per la dermatite, alcuni oli essenziali come l’olio di Pino cembro dal Sud Tirolo e quello di Bergamotto dalla Calabria. L’azienda ha come politica quella di ridurre l’inquinamento globale e quindi cerca di acquistare le materie prime più vicino possibile.
«Ci sono però alcuni prodotti che non crescono in Europa e quindi cerchiamo i migliori prodotti nella loro regione di appartenenza. Il Burro di karité, per esempio lo coltiviamo in Burkina Faso in una cooperativa di 300 donne coinvolte con noi in un progetto ventennale, mentre in Kenya ci riforniamo di Avocado e delle Noci di Macadamia coltivate in agroforestazione. I nostri prodotti devono far bene non solo alle persone che li usano, ma anche al mondo agricolo».
Le origini di Wala
Dal 1935 Wala sviluppa i propri preparati con soli ingredienti naturali. Quando il dr. Rudolf Hauschka ha cominciato a fare esperimenti con gli estratti di piante officinali lavorava contro corrente, all'interno di una società che non aveva ancora alcuna consapevolezza sui preparati naturali. L’impulso principale per il suo percorso venne dal fondatore della biodinamica, Rudolf Steiner.
L'affermazione di Steiner "il ritmo porta la vita" incoraggiò Hauschka a studiare metodi di estrazione che tenessero conto delle polarità della natura, come il riposo e il movimento, il caldo e il freddo, il giorno e la notte. Questo approccio lo portò a produrre estratti di piante officinali acquosi e durevoli senza l'aggiunta di alcol, o conservanti. Nel 1935 Hauschka ha fondato l'azienda Wala concentrando le sue ricerche su uomo e natura in un’epoca votata alla chimica e alle soluzioni tecniche.
«Oggi abbiamo la Fondazione Wala, fondata nel 1986, proprietaria al 100% dell’azienda Wala, che produce medicinali a marchio Wala e cosmetici naturali a marchio Dr. Hauschka - chiarisce Cingia -. Una fondazione dove titolo giuridico e capitale sociale non possono essere lasciati in eredità o venduti e nella quale i guadagni servono ad assicurare continuità e soprattutto un prezzo accessibile ai nostri prodotti farmaceutici».
Sulla pelle solo materie naturali
Per Wala scegliere materie prime da agricoltura bio è oggi una necessità. «Le piante medicinali portano un messaggio al nostro corpo o alla nostra pelle, per aiutarli a ritrovare il loro equilibrio naturale - spiega Cingia -. Per questo dobbiamo utilizzare prodotti agricoli della massima purezza e in grado di rappresentare il ritmo della natura. Queste caratteristiche oggi sul mercato le ritroviamo nei prodotti biodinamici».
Questione di ritmo
Il ritmo e i cicli naturali sono importanti tanto per gli agricoltori biodinamici che per Wala, nel processo di estrazione e nelle preparazioni dei rimedi o dei cosmetici.
«Il ritmo agricolo è uno degli elementi imprescindibili ed è quello che mantiene l’azienda ancorata alle sue radici pur affrontando un mondo che cambia in continuazione» ci dice Cingia. Si tratta di un cambio di prospettiva radicale nell’industria cosmetica convenzionale.
In Italia una normativa complessa
Wala vende i suoi cosmetici in circa 50 Paesi del mondo. «In relazione ai medicinali in Italia la questione un po’ complessa dal punto di vista giuridico. Basti pensare che solo che in Germania abbiamo 900 rimedi farmaceutici, mentre in Italia sono autorizzati meno di 50. Il nostro farmaco, infatti, non è autorizzato in alcuni Paesi del mondo e quindi il settore della cosmetica è un grande sostegno per il nostro lavoro» dice Cingia.