L’agricoltura biologica in Trentino è in costante crescita in tutti i settori.
Ne sono prova le 1.400 aziende certificate biologiche che coltivano un totale di 9.000 ettari di superficie. All’interno di questa realtà i produttori di tre aree omogenee (Trento, Valle dei Laghi e Valle di Gresta) hanno sviluppato tre distretti biologici che ad oggi raggruppano 400 aziende che coltivano 1.400 ettari.
Segnali di distensione con la produzione integrata
I vertici dei tre biodistretti si sono incontrati per rafforzare le collaborazione fra di loro ma anche con i produttori del sistema di produzione integrata. Un segnale di “distensione” tra due metodi di produzione spesso in competizione con un impegno molto forte sull’urgenza di una maggiore intesa in favore della sostenibilità delle produzioni.
Un’iniziativa diffusa in occasione di una conferenza stampa organizzata presso la Cantina di Trento.
I presidenti dei tre biodistretti, ovvero Giuliano Micheletti Biodistretto Trento, Michele Bortoli presidente Biodistretto Valle dei Laghi e Loris Cimonetti presidente Biodistretto Valle di Gresta, hanno dato un forte segnale di unità d’intenti e nel medesimo tempo di grande attenzione e rispetto per i produttori che hanno scelta la produzione integrata oltre che dei consumatori.
Un ruolo centrale nelle politiche di indirizzo
«L’agricoltura biologica - hanno ricordato i presidenti- rappresenta una voce importante all’interno del settore primario, non solo per i fatturati in costante crescita, ma anche per la ricaduta positiva in termini di tutela e promozione del territorio. Per questo occorre che il bio abbia un ruolo centrale nelle linee indirizzo dell’agricoltura trentina».
Ma c’è bisogno di crescere, per questo i tre portavoce dei distretti hanno fatte una serie di richieste all’ente pubblico, senza per questo dimenticare la grande importanza di un raccordo molto stretto con i produttori dell’agricoltura integrata.
Aggiungi un posto al tavolo
Le prima richiesta formulata è quella di ottenere il riconoscimento giuridico e l’accreditamento al Tavolo Verde (la sede dove vengono tracciate le linee guida dell’agricoltura trentina n.d.r), anche in vista dell’ormai prossima revisione da parte della Provincia della legge sull’agricoltura biologica.
Nell’ottica dello sviluppo va vista anche l’urgenza di potenziare l’Ufficio per le Produzioni Biologiche della Provincia che deve ampliare le competenze, andando oltre il ruolo ispettivo per assumere a tutti gli effetti un ruolo di supporto e di raccordo con l’intero sistema.
Sburocratizzare il settore
Un’altra precisa richiesta riguarda la sburocratizzazione del settore, confermata da tante nostre interviste ai giovani che spesso rifiutano di passare formalmente al biologico per l’eccesso di burocrazia che questo comporta.
All’assessore all’Agricoltura Giulia Zanotelli, hanno dato atto di buona sensibilità
dimostrata anche con lo stanziamento di aiuti per il settore oltre che con un confronto costante.
Il sostegno della ricerca
Ma è evidente che un rilancio del settore non può prescindere dal potenziamento dell’Unità biologica della Fondazione Mach sia sul tema della ricerca e della sperimentazione che su quello del trasferimento tecnologico e della didattica considerato che questo comparto rappresenta il futuro della sostenibilità della nostra terra sia sul piano economico che su quello sociale ed ambientale.
Ma anche formazione e marketing
Considerato che il biologico rappresenta un progetto culturale di lungo respiro, lo stesso deve essere supportato da adeguate strutture e programmi formativi, educativi, di divulgazione e di informazione. Questa deve avvenire a 360 gradi e deve partire dai produttori per raggiungere anche i consumatori in quanto il biologico contribuisce oltre che ad una sana alimentazione anche alla conservazione dell’ambiente.
Fondamentale il supporto di Trentino Marketing che deve capire che investire sulla promozione dei prodotti biologici vuol dire fare la miglior promozione del marketing territoriale di questa nostra terra.