Farris chiude, il rincaro del gas impone il fermo

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Farris srl, industria alimentare foggiana specializzata nella trasformazione di ortaggi locali in disidratati, semi dry IQF e surgelati, chiude per sei mesi a causa dei forti rincari del gas e delle altre materie prime
Per l’amministratore unico dell’azienda foggiana, Giorgio Mercuri, è la spia di una grave crisi che sta investendo industria alimentare e produzione agricola

La Farris srl di Orsara di Puglia (Fg) chiude per sei mesi, mettendo in cassa integrazione i dipendenti. Il rincaro del prezzo del gas metano del 600-700% ha imposto il fermo a questa innovativa industria alimentare che lavora ortaggi freschi e di qualità coltivati sul territorio della provincia di Foggia dalla Cooperativa Giardinetto e li trasforma in disidratati, semi dry IQF e surgelati, destinati ad altre industrie di trasformazione alimentare e alla Gdo, in Italia e all’estero.

Per l’amministratore unico Giorgio Mercuri, che è altresì presidente della Cooperativa Giardinetto e presidente nazionale dell’Alleanza cooperative agroalimentari, non è possibile andare avanti con una bolletta schizzata da poco più di 2.000 a quasi 13.000 euro al giorno!

Farris chiude per rincaro gas. Ora in campo grano duro

Giorgio Mercuri
Giorgio Mercuri

«A queste condizioni non possiamo proseguire. È meglio fermarsi. Ho chiesto agli agricoltori soci della Cooperativa Giardinetto di coltivare grano duro al posto degli ortaggi, anche se è meno conveniente. E mi dispiace per gli operai della Farris e per quelli che non potranno più lavorare nei campi riconvertiti da ortaggi a grano duro. Ma i tempi sono difficili. Aspettiamo, poi a giugno si vedrà».

Mercuri motiva la chiusura con i conti alla mano. «L’aumento del prezzo del gas, al quale bisogna aggiungere l’aumento dei costi di altre materie prime indispensabili nella produzione industriale, ci toglie competitività. Faccio un esempio indicativo della situazione: un anno fa produrre un chilogrammo di zucchine disidratate ci costava 11 euro, adesso il doppio, ben 22 euro. E così è per tutte le altre referenze. A questi prezzi non siamo competitivi: i nostri clienti, italiani ed esteri, non comprano più da noi, si rivolgono ad altre industrie alimentari, come quelle cinesi, anche se queste offrono prodotti di qualità nettamente inferiore a quella che garantiamo noi».

Qualità e certificazioni non bastano più

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Qualità e certificazioni non bastano più di fronte al calo di competitività

Farris ha fatto proprio della qualità il punto di forza, sottolinea Mercuri. «Il nostro impianto innovativo e flessibile ci permette di ottenere prodotti stabilizzati e dalle caratteristiche nutrizionali e organolettiche pressoché identiche al prodotto fresco. L’impegno e la passione che ogni giorno mettiamo nel nostro lavoro ci hanno permesso di ottenere il prestigioso certificato di “Eccellenza Italiana” e Ambasciatori del Made in Italy. Un riconoscimento che sottolinea il legame e l'orgoglio che ci lega alla nostra terra. I prodotti, ottenuti da coltivazione integrata o biologica, che ogni giorno portiamo sulle tavole di tutto il mondo sono il risultato di una filiera certificata e rigorosamente a chilometro zero. Dalla coltivazione al raccolto, fino al controllo qualità e al confezionamento: una filiera compatta ci permette di monitorare da vicino ogni singolo passaggio per garantire sempre un prodotto d'eccellenza che mantenga intatti gusto, profumo e proprietà nutrizionali. Negli anni il nostro impegno è stato riconosciuto da importanti certificazioni: biologica, Brc (British retail consortium), Kosher, ecc. Eppure tutto questo adesso non basta più».

Industria alimentare: rischio paralisi per i forti rincari

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La crisi della Farris è lo specchio di una crisi più ampia che sta investendo l'industria alimentare

La Farris chiude perché il rincaro del gas impone il fermo. Ma la sua chiusura è, per Mercuri, solo un esempio della crisi che, di questo passo, travolgerà l’industria alimentare nazionale e, di conseguenza, anche i produttori agricoli che le forniscono le materie prime. «Per il comparto agroalimentare si prospetta un vero e proprio “rischio paralisi”, per via della situazione insostenibile causata dai rincari dei costi di energia elettrica, gas e altre materie prime». Perciò Mercuri, come presidente di Alleanza cooperative agroalimentari, ha inviato, con Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, una lettera al premier Draghi «per esprimere tutta la preoccupazione e i rischi delle imprese associate, che rappresentano oltre il 90% della produzione alimentare del Paese, e per chiedere al Governo che vari misure urgenti per arginare la situazione emergenziale e si faccia promotore di iniziative a livello europeo per l'adozione di provvedimenti che tutelino le imprese da speculazioni globali riconducibili anche a fattori di natura geopolitica».

Da crisi industriale a limitazione delle produzioni agricole

Per Mercuri dalla crisi dell'industria alimentare nasce il rischio di una progressiva limitazione delle produzioni agricole

I problemi delle industrie alimentari di trasformazione, chiude Mercuri, «portano con sé anche il rischio di una progressiva limitazione delle produzioni agricole: in alcuni casi sarà infatti necessario intervenire nella stessa programmazione delle prossime campagne produttive, contenendo proprio quelle coltivazioni che necessitano di una lavorazione industriale. E ciò avrà conseguenze anche sull’impiego di manodopera in campagna».

 

Farris chiude, il rincaro del gas impone il fermo - Ultima modifica: 2022-01-18T22:41:44+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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