“Grow!”, dai produttori grido d’allarme sulle carenze infrastrutturali del Sud

Matera ha ospitato “Grow!”, laboratorio di riflessione di Agrinsieme sul divario infrastrutturale del Mezzogiorno con il resto dell’Italia.
L’alta qualità può essere valorizzata solo da moderne infrastrutture fisiche e digitali. Se ne è discusso alla edizione di Matera del laboratorio di riflessione di Agrinsieme

L’inadeguatezza delle reti infrastrutturali materiali (viarie, ferroviarie, portuali, aeroportuali, idriche, ecc.) e immateriali (digitali) nel Mezzogiorno ostacola la crescita del settore agroalimentare e rallenta l’esportazione. Del divario infrastrutturale rispetto al resto dell’Italia e a Paesi più organizzati come la Spagna sono pienamente consapevoli i produttori, i quali lo avvertono nella quotidiana competizione commerciale. Occasione per denunciare tale grosso limite alla crescita delle aziende agricole e agroalimentari meridionali è stata l’edizione di Matera di “Grow!”, laboratorio di riflessione sulle politiche influenzanti il futuro del settore agroalimentare ideato da Agrinsieme (il coordinamento che unisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari), che ha visto la partecipazione anche del ministro dell’Agricoltura e del turismo Gian Marco Centinaio.

Leggi qui l'articolo con l'analisi di Nomisma

Leggi qui l'articolo sull'intervento del ministro Centinaio

Badursi: «L'urgenza è il porto di Taranto»

Sono stati in particolare alcuni dirigenti di importanti realtà produttive di Basilicata e Puglia a porre l’accento su tale penalizzante divario. Come il direttore generale di Asso Fruit Italia società cooperativa agricola di Scanzano Jonico (Mt), Andrea Badursi.

Andrea Badursi.

«Siamo una cooperativa da sempre alla ricerca di nuovi mercati e che fa dell’export uno dei punti di forza. Il mercato italiano non può andare oltre. Anche quello europeo è pressoché saturo. Però noi non possiamo caricare navi che vadano lontano, in Cina, Giappone e altrove. Non esportiamo da un lato perché sui dossier necessari per ottenere il via libera per l’export verso la Cina, ad esempio, l’Italia procede a rilento, mentre la Spagna e gli altri competitor già occupano il mercato disponibile. Dall’altro perché far partire un container da Salerno ci costa 950 € e da Gioia Tauro addirittura 1.300 €! Da Taranto basterebbero solo 300 €, perciò auspichiamo investimenti infrastrutturali urgenti sul porto. Chiediamo inoltre di prendere in seria considerazione la realizzazione della piattaforma logistica di Ferrandina».

Rizzo: «La digitalizzazione è un miraggio»

Se non si è competitivi nei costi e nei tempi di consegna, le eccellenze qualitative meridionali, come l’uva da tavola, non riescono a esprimere tutte le loro potenzialità, ha ricordato Luigi Rizzo, presidente dell’Op Terra di Bari di Noicàttaro (Ba).

Luigi Rizzo.

«Il divario infrastrutturale è per noi produttori di uva da tavola un limite enorme che si evidenzia con gli elevati costi di trasporto, l’assenza della banda larga e le difficoltà di lavorare con l’e-commerce. Chiediamo che lo Stato ascolti i nostri problemi e faccia tutto il possibile per venirci incontro, altrimenti non ce la faremo più. In particolare siamo molto indietro nella digitalizzazione, perciò chiediamo reti efficienti, investimenti veloci e coordinati, altrimenti gli Spagnoli si avvantaggeranno troppo del nostro ritardo».  

 

Verrascina: «Al Nord l’alta velocità, al Sud manca il doppio binario!»

Limiti e ritardi sulle infrastrutture nel Sud sono stati ben chiariti dallo studio commissionato da Agrinsieme a Nomisma, come ha rilevato il coordinatore nazionale di Agrinsieme Franco Verrascina.

Franco Verrascina.

«Al Nord si parla di alta velocità, al Sud di doppio binario sì-doppio binario no! È incredibile, poi, che l’Anas avesse deciso lavori per un importo di 16 miliardi di euro, di cui 10 per il Mezzogiorno, e poi abbia rinviato tutto di due anni per intoppi burocratici! L’Italia deve investire sulle infrastrutture, porre le basi logistiche affinché gli agricoltori ottengano il giusto reddito dal loro lavoro». Sulle difficoltà con le quali quotidianamente sono costrette a scontrarsi le imprese agroalimentari del Sud ha convenuto l’assessore lucano all’Agricoltura Francesco Fanelli.

Francesco Fanelli.

«In Basilicata, regione molto povera di infrastrutture, i problemi sono drammatici, soprattutto per i produttori dell’entroterra». Adeguate infrastrutture fisiche e digitali servono agli agricoltori per conoscere e farsi conoscere, ha esortato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.

Massimiliano Giansanti.

«Moderne strutture digitali sono indispensabili per arrivare sulle piattaforme digitali. Prendiamo esempio da Israele, dove l’agricoltura digitale è già il passato!».

 

di Gioia: «Le infrastrutture non vanno realizzate con i fondi Psr»

A volte manca persino la viabilità minore, perciò, secondo il presidente della Cia-Agricoltori italiani Dino Scanavino, «una risposta volta a migliorare la logistica non può non partire dalla produzione agricola. L’economia si sviluppa se sa investire anche nel benessere degli agricoltori».

Dino Scanavino.

Purtroppo, ha rilevato l’assessore pugliese alle Risorse agroalimentari e coordinatore della Commissione agricoltura della Conferenza delle Regioni, Leonardo di Gioia, «la realizzazione di infrastrutture di base, come strade e acquedotti rurali ed elettrificazione nelle campagne, viene posta a carico dei fondi comunitari, impegnando denaro, come per i Psr, che dovrebbe essere destinato a investimenti nelle aziende agricole».

Leonardo di Gioia.

Esportare dal Sud è più difficile e costoso, perciò alle aziende meridionali bisogna garantire maggiore sostegno, ha aggiunto il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale Ugo Patroni Griffi: «Ferrobonus e marebonus hanno contribuito a ridurre i costi dei trasporti, ma i fondi nazionali non sono sufficienti. Alcune Regioni ne hanno previsto altri, sono però ancora troppo scarsi per favorire un’efficiente intermodalità».

Ugo Patroni Griffi.

 

Mercuri: «Bisogna far circolare merci e turisti».

La disponibilità di moderne infrastrutture non può che esaltare l’alta qualità dei prodotti agroalimentari, ha sostenuto il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio.

Ivano Vacondio.

«La crescita dell’agroalimentare meridionale negli ultimi 10 anni ci induce, nonostante tutto, a essere ottimisti». Le infrastrutture sono utili per far circolare non solo merci ma anche turisti, che poi diventano veicolo di una importante domanda, ha suggerito il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri.

Giorgio Mercuri.

«Perciò a Grow! abbiamo invitato il ministro Centinaio, per la sua particolare attenzione al forte legame fra agricoltura e turismo».

“Grow!”, dai produttori grido d’allarme sulle carenze infrastrutturali del Sud - Ultima modifica: 2019-06-17T01:44:38+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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