
Si è tenuto a Bruxelles il primo incontro del Comitato fitosanitario permanente dove è stata presentata la bozza di revisione della Decisione di esecuzione (UE) 2015/789 relativa alle misure fitosanitarie di emergenza per il contrasto alla Xylella fastidiosa che colpisce gli olivi pugliesi. La decisione, periodicamente modificata per tenere conto delle nuove conoscenze tecnico-scientifiche acquisite nel frattempo sulla batteriosi, prevede tante novità derivanti da un percorso di revisione completa che ha tenuto conto del mutato scenario europeo e delle difficoltà che in tutta Europa sono state incontrate nell’adozione delle misure di lotta previste in diversi focolai in Italia, Francia, Spagna e Portogallo.
Fronte comune dei Paesi colpiti da Xylella

«La nota positiva è che i Paesi colpiti stanno facendo fronte comune e stanno marciando in maniera univoca – dichiara il Sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate –. Questi Stati rappresentano una maggioranza qualificata e importante ai fini della votazione finale del testo revisionato. Seguiremo con attenzione e sosterremo con massimo impegno il fondamentale lavoro dei funzionari Mipaaf a Bruxelles. Nelle prossime riunioni, che dovrebbero giungere a conclusione all’inizio del 2020, si affronteranno i rilievi giuridici, scientifici e politici che i diversi Stati membri presenteranno in relazione alla proposta di revisione in discussione». Di seguito ecco le principali proposte di revisione delle misure di attuazione.
Riduzione dell’area soggetta a taglio obbligatorio da 100 a 10 m

L’abbattimento immediato delle piante riscontrate infette per sottrarle all’azione di diffusione dei vettori rimane elemento essenziale, ma diverse sono le modifiche apportate. L’area soggetta a taglio obbligatorio intorno alle piante infette dal batterio si riduce (la proposta sul tavolo prevede di scendere dagli attuali 100 metri ad appena 10 metri), limitando così l’impatto ambientale e le azioni legali avanzate dagli operatori e dalle associazioni ambientaliste non favorevoli a questa strategia di intervento, con forte incremento delle analisi a tutte le piante dell’intorno.

Rivisti i criteri dei delimitazione dei focolai
Inoltre, sono stati rivisti i criteri di delimitazione dei focolai, con la proposta di dimezzare l’ampiezza della zona cuscinetto che passa da 10 a 5 km nel caso delle aree gestite con misure di contenimento. In Puglia, anche la zona di intervento obbligatorio si riduce dagli attuali 20 km a 10 o 5 km.
Importanti novità per il comparto vivaistico

Anche per il comparto vivaistico ci sono importanti novità. Le restrizioni alla movimentazione e commercializzazione per le piante specificate e potenzialmente infette alla X. fastidiosa, prodotte all’interno di ogni zona delimitata, saranno infatti applicate alle sole specie vegetali ospiti della subspecie (o ceppo) presente nell’area delimitata in questione. «Ciò significa che la movimentazione di piantine di alcune specie diffuse sul nostro territorio come le brassiche (cavolo, rapa, cavolfiore) o anche i pomodori, il cui divieto dal settembre 2018 ha interessato comuni come Fasano e Monopoli a forte vocazione vivaistica, sarà permessa trattandosi di vegetali potenzialmente ospiti della sola subspecie pauca della Xylella fastidiosa – afferma L’Abbate –. Nell’attesa dell’approvazione definitiva, per questo fiorente comparto produttivo ciò rappresenta un importante risultato dovuto all’ottimo lavoro di dialogo e confronto condotto dai funzionari ministeriali sui tavoli di Bruxelles».
Intensificato monitoraggio intensivo basato su criteri statistici di indagine
Infine, è intenzione della Commissione intensificare le attività di monitoraggio intensivo basate su criteri statistici di indagine, comuni per tutti i Paesi membri, abbandonando le griglie rigide, al fine di avere indicazioni certe sullo stato fitosanitario del territorio dell’Unione europea.













Un Piano Generale Agroecologico per combattere il disseccamento degli Ulivi del Salento. Gli ulivi vanno curati e non tagliati essendo la xilella diffusa e non più eradicabile.
Intervento sulla Xilella di Giuseppe Altieri a “Tra poco in Edicola” – Rai radio 1 (25 ottobre)
E’ necessario un Piano Agroecologico generale per combattere la Xilella e non un programma di sterminio chimico della biodiversità botanica ed animale generale, oltre che del patrimonio paesaggistico e culturale dell’Umanità rappresentato dagli Ulivi secolari, tutelati dall’Art. 9 della Costituzione Italiana.
Cui si aggiungono le drammatiche conseguenze delle irrorazioni di Pesticidi sulla popolazione locale
LINK RADIO RAI 1: https://www.raiplayradio.it/programmi/trapocoinedicola/archivio/puntate
Techiche agroecologiche come lo sfruttamento della biodiversità funzionale per aumentare gli insetti utili e attrarre altrove i vettori della Xilella (Sputacchine), impiego di microrganismi utili sinergici dell’Ulivo ed antagonisti dei patogeni, recupero della fertilità dei suoli con coperture vegetali appropriate e incremento del’humus, corroboranti e biostimolatori per rinforzare le piante, potature di risanamento e cure fitosanitarie generali con metodi preventivi a base di sali di Rame e Zinco, ecc… sono le uniche possibilità che abbiamo per contenere e combattere la Xilella.
I Pesticidi chimici e i disseccanti come il Glifosate o altri, che hanno ridotto la fertilità e biodiversità microbiologica dei suoli, sono semmai la causa del complesso di disseccamento degli Ulivi e non possono essere la soluzione contro la Xilella. Così come non lo può essere la distruzione di tutte le piante infette, in quanto la xilella è ormai diffusa ed ubiquitaria su moltissimi ospiti vegetali; e gli insetti vettori sono estremamente polifagi e molto mobili…
Usare Pesticidi chimici, in particolare quelli che uccidono tutto ed hanno lunga persistenza, come i Piretroidi (che sono tra l’altro solo dei contatticidi e pertanto non proteggono dagli insetti la nuova vegetazione che nasce dopo il trattamento chimico), significa massacrate soprattutto insetti Utili, predatori e parassitoidi della Spitacchina vettore della Xilella. In quanto gli insetti utili sono molto più mobili e non si muovono solo sulla nuova vegetazione, come avviente per gli insetti vettori ad apparato boccale pungente succhiante come le sputacchine, gli afidi, ecc. , che cercano tessuti meno lignificati. In tal modo gli insetti utili vengono più facilmente in contatto con la vecchia vegetazione sulla quale si trovano residui di pesticidi di lunga persistenza (anche 8-12 settimane) come avviene per alcuni piretroidi, rimanendone vittime predestinate.
I disseccanti chimici oltre a compromettere la fertilità e l’equilibrio microbiologico dei suoli, alterano la biodiversità vegetale e microbica a danno degli organismi utili.
E’ necessario pertanto in primis vietare la pratica (incivile) della raccolta delle olive da terra con aspiratori, che oltre a compromettere la qualità dell’olio (immangiabile), costringono gli agricoltori a usare disseccanti e prodotti che uccidono lombrichi e fertilità, per evitare ostacoli alla raccolta e qualche vermetto (utile e protetto come il lombrico) tra le olive… per meno di 2 € al litro…
Le regioni italiane hanno a disposizione miliardi di € in fondi europei prioritari ed obbligatori per misure agroclimatico-ambientali e per l’agricoltura biologica, con cui
è possibile compensare gli agricoltori per le cure agroecologiche e per il servizio fornito alla collettività, pagando loro i maggiori costi delle cure agroecologiche e gli eventuali minori ricavi, più un 30% per le azioni collettive, come quelle dei sindaci che impongono di non usare pesticidi chimici in quanto tutori della salute dei prorpri cittadini…
Abbiamo fondi a disposizione per tutti, ma che da tropo tempo finiscono per sovvenzionare l’esatto contrario, ovvero l’impiego di mezzi chimici, oggi oltretutto anacronistici… magari sovvenzionando anche la raccolta delle olive sulle piante, per un olio biologico e di alta qualità, valorizzabile sul mercato
…rispetto all’elemosina oggi pagata agli agricoltori del Sud.
Proviamoci almeno…
Giuseppe Altieri