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Il percorso legislativo che porterà alla nuova Pac 2014-2020 è entrato nel vivo con la votazione del 23-24 gennaio 2013 in Commissione Agricoltura del Parlamento europeo (Pe), presieduta da Paolo De Castro.
Le novità introdotte dalla Commissione Agricoltura (Comagri) sono tantissime e, in alcuni casi, modificano radicalmente la proposta di Ciolos, specialmente in alcuni punti: pagamenti diretti, greening, agricoltore attivo, misure di mercato.
La votazione della Comagriè molto importante, ma non è la parola definitiva sulla Pac 2014-2020; occorre ancora attendere le decisioni sul budget, previste per il 7-8 febbraio 2013, il voto in sessione plenaria del PE e il pronunciamento del Consiglio dei ministri agricoli.
Vediamo ora le principali indicazioni della Commissione Agricoltura.
Tra le proposte di modifica più significative, si segnalano le seguenti: convergenza, flessibilità tra i pilastri, greening, agricoltore attivo, pagamenti accoppiati.
Convergenza esterna
La proposta della Commissione prevedeva un meccanismo di convergenza tra gli Stati membri per avvicinare i pagamenti medi per ettaro. L’Italia è fortemente penalizzata dal meccanismo di convergenza, con una diminuzione del massimale nazionale del 6%.
La Comagri fissa un nuovo criterio di ripartizione delle risorse tra gli Stati membri, in base al quale nessuno Stato membro può percepire meno del 65% della media.
Il nuovo meccanismo comporterebbe per l’Italia un piccolo recupero degli effetti negativi della convergenza esterna.
Pagamenti diretti, il valore dei titoli
Convergenza e regionalizzazione: la Comagri presta maggiore attenzione a quelle aree o settori dove una riduzione degli aiuti troppo repentina potrebbe impattare negativamente sui redditi dei produttori agricoli.
La convergenza avverrà in modo meno rapido, partendo nel 2014 da un valore unitario dei titoli non inferiore al 10% del massimale nazionale, anziché al 40% come proposto dalla Commissione.
Inoltre, sono previste due possibilità, a discrezione degli Stati membri:
– di adottare misure affinché i titoli nel 2019 non siano inferiori di oltre il 30% rispetto a quelli attivati nel 2014;
– che il valore dei titoli nel 2019 si discosti all’interno di uno SM fino al 20% rispetto al valore unitario medio.
In altre parole, lo Stato membro può avvicinare il valore dei titoli, senza raggiungere il livello uniforme nel 2019. Ad esempio, un agricoltore che, nel 2012, ha titoli di 2.000 euro/ha potrebbe subire una riduzione del 30%, quindi a 1.400 euro/ha nel 2019. Una soluzione ben diversa dall’obbligo di scendere a livello uniforme, che per l’Italia è di circa 300 euro/ha.
Se questa proposta venisse approvata, lo Stato membro avrà una grande autonomia nelle decisioni sulla convergenza e regionalizzazione.
Flessibilità tra pilastri: entro il 1° agosto 2013 gli Stati membri potranno decidere di spostare sul II pilastro fino al 15% (contro il 10% proposto dalla Commissione) del proprio massimale nazionale, cui possono aggiungersi i fondi non spesi per il greening.
Piccoli agricoltori: l’importo massimo dell’aiuto per i piccoli agricoltori sarà pari a 1.500 € annui.
Pagamento integrativo per i primi ettari: gli SM possono decidere di utilizzare una parte loro massimali nazionali per concedere agli agricoltori un pagamento annuo integrativo per i primi ettari al fine di tenere maggiormente conto della diversità delle aziende agricole in termini di dimensioni economiche, scelta di produzione e occupazione.
Giovani agricoltori: i pagamenti diretti per i giovani agricoltori sono un regime obbligatorio per un importo totale pari al 2% della dotazione nazionale. Le eventuali risorse non spese possono essere trasferite alla riserva nazionale con priorità per giovani agricoltori e nuovi entranti.
Greening
La diversificazione delle colture a seminativo sarà più morbida, e prevede:
– almeno due colture per le aziende la cui superficie è compresa tra 10 e 30 ha, nessuna delle quali copra più dell’80% della superficie a seminativo;
– per le aziende oltre i 30 ha, le colture saranno tre con la coltura principale che copre fino al 75% della superficie e la minore almeno il 5%.
Quindi fino a 10 ettari a seminativo, l’agricoltore non ha obblighi di diversificazione.
Sono considerate greening “per definizione” le superfici ad agricoltura biologica, che beneficiano di pagamenti agro-climatico-ambientali e che ricadono in zone facenti parte della rete Natura 2000. Sono esonerate dal greening le aziende con superficie investita per oltre il 75% da colture sommerse per una parte significativa dell’anno (es. riso) e la cui restante superficie aziendale ammissibile non supera i 50 ha. Possono essere esonerate dal greening anche le aziende certificate da sistemi nazionali o regionali.
Le aree di interesse ecologico sono obbligatorie solo per le aziende superiori a 10 ha e la percentuale è del 3% degli ettari ammissibili (contro il 7% della proposta della Commissione) con esclusione delle colture permanenti, oltre che dei prati e pascoli permanenti. Dal 1° gennaio 2016 tale percentuale aumenterà al 5%.
Le aziende di dimensione inferiore ai 10 ettari sono esonerate dall’obbligo delle aree di interesse ecologico.
Agricoltore attivo
Gli Stati membri avranno una maggiore flessibilità nell’individuazione del concetto di “agricoltore attivo” ovvero i soggetti cui spettano i pagamenti diretti.
Sono comunque esclusi dai pagamenti diretti, una lista “nera” di soggetti quali: aziende di trasporto, aeroporti, società immobiliari, campeggi, aziende ferroviarie, ecc.
Sostegno accoppiato
Il sostegno potrà essere concesso a tutti i prodotti agricoli per un ammontare di risorse pari al 15% del massimale nazionale per gli aiuti diretti (la proposta della Commissione prevedeva solo alcuni prodotti beneficiari del sostegno per un ammontare di risorse pari al 5% con possibilità del 10%).
In via prioritaria saranno privilegiate le produzioni che già hanno beneficiato del sostegno accoppiato nel periodo 2010-2013.
Il pronunciamento della Comagri apre le porte a un maggiore accoppiamento del sostegno, a vantaggio di tutti i settori agricoli, nessuno escluso, ad esempio anche a favore del tabacco, che nella Pac 2010-2013 gode dell’aiuto accoppiato dell’Articolo 68.
Capping
La Comagri ha stabilito che il tetto massimo degli aiuti diretti per azienda dovrà essere di 300.000 euro. Inoltre, è introdotto un taglio del 20% per gli aiuti compresi tra 150.000 e 200.000; del 40% tra 200.000 e 250.000; del 70% sopra i 250.000. si introduce un’eccezione per le imprese cooperative che saranno escluse dal taglio degli aiuti.
Ocm unica
Il frumento duro è stato inserito tra i prodotti ammissibili all’intervento pubblico. Per l’ammasso privato, sono state ampliate le condizioni di concessione dell’aiuto.
Il programma Frutta nelle scuole viene allargato alla verdura.
Sono state introdotte misure per contenere l’aumento della produzione di latte dopo la fine del sistema delle quote.
Olio di oliva e olive da tavola: per l’aiuto in questo settore, si va verso il “modello ortofrutticolo”, quindi i programmi triennali saranno gestiti dalle Op e dall’interprofessione.
Ortofrutta: rafforzamento del ruolo delle associazioni di organizzazioni di produttori (Aop) che possono gestire fondi di esercizio, attuare e presentare programmi operativi. Per le Aop, inoltre, s’introduce la possibilità di portare l’aiuto finanziario fino al 5% del valore produzione commercializzata.
Vino: tra le misure previste dai programmi di sostegno nel settore vitivinicolo s’inserisce la ricerca e sviluppo. La misura della promozione viene estesa anche al mercato interno.
Quote di produzione
Zucchero: conferma e aggiornamento del regime delle quote produttive fino alla campagna 2019-2020.
È stato prorogato il sistema dei diritti di impianto dei vigneti fino alla campagna 2029-2030, mentre nella normativa attuale scadevano al 2015.
Latte: le quote latte terminano il 31 marzo 2015. Vengono confermate le regole contrattuali approvate nel “pacchetto latte”, inclusa la programmazione produttiva. Si introduce per il dopo 2015, la possibilità per la Commissione di concedere un aiuto ai produttori di latte che riducano volontariamente la loro produzione di almeno il 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il significato politico
La Comagri ha approvato una serie di emendamenti che confermano l’impalcatura della proposta Ciolos, ma contestualmente rivoluzionano alcuni punti cardine.
La Pac che scaturisce dalla Comagri ammorbidisce il greening in modo rilevante, quindi una Pac meno verde o meno vincolata a obiettivi ambientali. Contestualmente viene dato maggiore risalto agli obiettivi produttivi dell’agricoltura, con l’aumento del sostegno accoppiato e la riduzione della percentuale di aree ecologiche.
Un’altra novità è il “passo indietro” sulla regionalizzazione e convergenza interna; la possibilità per gli Stati membri di mantenere le differenze nel valore dei titoli anche nel 2020, segna un passo verso un sostegno più finalizzato al reddito che ai “beni pubblici”. Su questo punto la proposta della Comagri rappresenta una delusione per gli agricoltori che attualmente non ricevono i pagamenti diretti o possiedono titoli di valore basso.
In sintesi, una Pac meno ecologista, più attenta alla produzione e al reddito degli agricoltori storici.