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PEI: questo acronimo entrerà nel lessico degli agricoltori con la nuova Pac 2014-2020. PEI vuol dire “Partenariato europeo per l’innovazione”.
La strategia europea “Europa 2020” investe nell’innovazione e, a tal fine, la Commissione europea ha lanciato cinque PEI. Il tema dell’innovazione è stato raccomandato all’Italia nell’utilizzazione dei fondi comunitari, visto che il nostro paese è al 21° posto tra i paesi più innovativi dell’UE-27 (vedi box).
Anche il settore agricolo e agroalimentare dovrà dare il suo contributo, con uno specifico PEI che ha per tema “Produttività e sostenibilità dell’agricoltura”, lanciato dalla Commissione europea il 29 febbraio 2012.
Obiettivi
Le parole chiave del PEI per l’agricoltura sono: produttività e sostenibilità.
Il PEI mira a costruire un settore primario competitivo, che garantisca la disponibilità di derrate alimentari a livello mondiale, la diversificazione delle produzioni e dei prodotti, l’approvvigionamento a lungo termine di materie prime diverse per usi alimentari e non alimentari e una migliore ripartizione del valore aggiunto lungo la catena alimentare.
Contestualmente, il PEI contribuisce a un settore agricolo sostenibile, a bassa emissione CO2, climate friendly, resilienza, sistemi di produzione agro-ecologici.
In altre parole, da una parte, si richiede una maggiore produttività e, dall’altra, una maggiore sostenibilità. Quindi, riuscire a produrre di più attraverso un uso maggiormente efficiente delle risorse naturali.
L’incremento della produzione agricola e della sua sostenibilità sarà realizzabile solo con un ingente sforzo di ricerca e innovazione a tutti i livelli, che dovranno essere trasferite agli agricoltori.
Il metodo, si parte dalle imprese
Il principale elemento di novità è costituito dal metodo attraverso il quale la Commissione intende trasferire innovazione.
La via indicata è quella della maggiore integrazione tra il sistema della conoscenza (università, centri di ricerca e servizi di consulenza) e il mondo delle imprese agricole.
In altre parole, il metodo è quello di collegare il mondo della ricerca e gli attori del mondo agricolo e rurale (agricoltori, imprese agroalimentari, gestori foreste, comunità rurali, imprese, Ong, servizi di assistenza).
Questo obiettivo verrà realizzato tramite le risorse dei nuovi Psr 2014-2020. Infatti, nell’ambito della futura politica di sviluppo rurale, la Commissione intende rimuovere uno dei frequenti ostacoli ai processi innovativi: la distanza tra i risultati della ricerca e l’adozione di nuove pratiche/tecnologie da parte degli agricoltori.
Per superare questo gap strutturale, il metodo è la progettazione dal basso (bottom-up). Il ruolo dei privati, in particolare le imprese agricole, sarà decisivo.
Solo con la progettazione da parte delle imprese le azioni di trasferimento delle conoscenze e gli investimenti innovativi saranno in grado di produrre risultati prontamente applicabili.
Lo strumento, i gruppi operativi
Un’altra parola che gli agricoltori dovranno imparare con la nuova Pac sono i gruppi operativi. Infatti l’applicazione del PEI avverrà tramite i gruppi operativi.
Cosa sono? Sono gruppi costituiti da soggetti come agricoltori, ricercatori, consulenti e imprenditori operanti nel settore agroalimentare, che si riuniscono su tematiche di interesse comune per portare avanti un progetto di trasferimento dell’innovazione.
Ad esempio, si potrebbe costituire un gruppo operativo, composto da agricoltori, tecnici e ricercatori universitari, per trasferire un’innovazione su nuove tecniche di irrigazione che consentono una maggiore produttività e un risparmio di acqua.
Il partenariato che andrà costituire un gruppo operativo dovrà avere completa rappresentatività dei soggetti che compongono il settore di riferimento o la filiera (ad. es. non solo agricoltori, ma anche imprese di trasformazione, operatori non agricoli, ecc.).
Il PEI è quindi un sistema aperto in cui la domanda di innovazione (imprese) e l’offerta di innovazione (mondo della conoscenza) si incontrano liberamente, formano un gruppo operativo, progettano e realizzano il trasferimento di un’innovazione.
I gruppi operativi sono quindi lo strumento concreto per il trasferimento delle innovazioni.
I temi dei progetti devono tener conto dei settori prioritari dell’innovazione individuati dalla Commissione (vedi box), con l’obiettivo dell’incremento della produttività in agricoltura, attraverso una gestione maggiormente sostenibile delle risorse.
I finanziamenti
Il finanziamento dei progetti dei gruppi operativi avverrà tramite il Psr 2014-2020.
Un intervento simile era già contenuto nell’attuale fase di programmazione 2007-2013 della politica di sviluppo rurale con la misura 124 – “Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie, nel settore agricolo, alimentare e forestale”.
Con la prossima programmazione 2014-2020, i gruppi operativi saranno finanziati tramite una nuova misura, denominata “Cooperazione” (art. 36, Regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale).
All’interno di questa misura sono previsti finanziamenti per la costituzione, la gestione, la programmazione (inclusi studi propedeutici, animazione e divulgazione dei risultati), nonché iniziative e interventi innovativi in azienda dei gruppi operativi.
Rete europea e nazionale
A supporto dei gruppi operativi sarà costituita una rete europea e una rete nazionale.
La rete europea del PEI deve favorire il collegamento tra i risultati della ricerca in agricoltura e i gruppi operativi.
La rete europea avrà quindi il compito di fornire informazioni di carattere scientifico, utili per l’avvio dei gruppi operativi, nonché assicurare, a livello europeo, lo scambio di esperienze lungo la fase di implementazione degli interventi.
La rete nazionale dovrà sostenere la ricerca partner per la nuova misura “Cooperazione”, inclusi i nuovi gruppi operativi. Probabilmente, questo ruolo sarà svolto dalla già esistente “Rete rurale nazionale”.