Cinghiali, in Lombardia un’arma in più (anzi due) per gli agricoltori

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Delibera regionale consente a proprietari e conduttori dei fondi danneggiati di presentare alla polizia provinciale istanza di autorizzazione per due operatori abilitati al controllo selettivo degli ungulati

Da oggi gli agricoltori lombardi che subiranno danni alle coltivazioni causati da cinghiali potranno indicare due operatori abilitati al contenimento degli ungulati sui propri terreni. È quanto stabilisce una delibera approvata dalla Regione. Il proprietario o conduttore del fondo sul quale vengano certificati danni alle colture o al sistema agrario, potrà quindi presentare ai competenti Corpi di Polizia provinciale specifica istanza di autorizzazione per due operatori abilitati al controllo selettivo dei cinghiali. Plaudono le associazioni di categoria agricole.

Rolfi: «Fatto il possibile per contenere il fenomeno rispettando le leggi»

«In questi anni abbiamo introdotto la possibilità per gli agricoltori provvisti di licenza di intervenire direttamente, abbiamo aggiornato la legge, abbiamo introdotto la caccia di selezione al cinghiale tutto l’anno anche con visore notturno, abbiamo previsto la facoltà di foraggiamento ossia il posizionamento di piccole quantità di cibo per attrarre il cinghiale – ha fatto notare l'assessore regionale all'Agricoltura Fabio Rolfi –. La Lombardia ha fatto tutto ciò che consente la norma nazionale, spesso finendo anche nelle sedi giudiziarie per difendere le proprie leggi e il diritto dei territori di gestire la piaga del cinghiale. Ora serve l’intervento dello Stato, da sempre inerte: la proliferazione incontrollata di cinghiali causa danni all’agricoltura ed è un pericolo per la sicurezza stradale. Il cinghiale è anche il principale vettore della peste suina africana e questo dovrebbe far riflettere sugli effetti del disinteresse manifestato in questi anni da parte dei ministeri competenti».

Coldiretti: bene, situazione ormai insostenibile

Coldiretti Lombardia stima in almeno novemila negli ultimi dieci anni gli attacchi di cinghiali tra campagne e strade della regione. Secondo la professionale i cinghiali stanno mettendo a rischio la tenuta stessa delle aziende agricole, a causa delle devastazioni che provocano alle colture in campo: dal fieno, la cui qualità è compromessa dall’andirivieni di questi animali sui prati, al mais, le cui semine vengono decimate se non azzerate; dalle patate ai piccoli frutti che sono ricercati come cibo. Non vengono risparmiati neanche il riso, schiacciato dai loro zoccoli, o le vigne dove le piantine più piccole vengono sradicate mentre il frutto maturo viene mangiato.

Danni si registrano anche negli uliveti – spiega Coldiretti Lombardia – con i cinghiali che scavano vicino alle radici delle piante, pregiudicandone la tenuta. Questi animali – continua la Coldiretti – sconvolgono l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico e non risparmiano i muretti a secco, la cui arte è stata riconosciuta dall’Unesco patrimonio immateriale dell’Umanità.

Cinghiali, in Lombardia un’arma in più (anzi due) per gli agricoltori - Ultima modifica: 2022-01-31T17:10:08+01:00 da Redazione Terra e Vita