Attraverso i portavoce Jean Michel Delannoy (Felcoop), Davide Vernocchi (Alleanza Cooperative Italiane settore ortofrutta) e José Manuel Fernandez (Cooperativas Agro-alimentarias de España), le cooperative ortofrutticole di Francia, Italia e Spagna hanno chiesto alla Commissione Ambiente del Parlamento europeo un cambiamento radicale nell'approccio delle proposte legislative sugli imballaggi e sulla riduzione dell'uso dei prodotti fitosanitari. Lo rende noto la stessa Alleanza delle Cooperative Italiane.
Il contesto
A novembre 2022 la Commissione Ue ha pubblicato la proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggi (Ppwr), che riguarda tutti i settori, ma colpirebbe con provvedimenti ad hoc quello dell’ortofrutta. Al momento il regolamento prevede di fatto che la frutta e la verdura vengano commercializzate sfuse (fino a 1,5 kg) andando quindi a colpire tutte le tipologie di imballaggio, non solo di plastica ma anche di cartone. Sebbene gli obiettivi sul tema packaging della Commissione siano in generale condivisibili, i produttori sono innanzitutto molto preoccupati per l'approccio discriminatorio utilizzato nella proposta del regolamento per il settore dell’ortofrutta e per lo spostamento di focus da parte della Commissione dal riciclo al riuso. Molti attori della filiera ortofrutticola si stanno muovendo per chiedere alla Istituzioni europee di riconsiderare la bozza di regolamento così come proposta.
Regolamento arbitrario, sproporzionato e discriminatorio
Nel corso dell'incontro promosso e organizzato dall'europarlamentare francese Irene Tolleret, le organizzazioni cooperative hanno ribadito il loro netto giudizio negativo sul divieto di utilizzo degli imballaggi per le confezioni inferiori a 1,5 kg, definito «arbitrario, sproporzionato e discriminatorio» dimostrando, con prove concrete basate sulla loro esperienza, che l’imballaggio continua a essere fondamentale per portare sul mercato prodotti deperibili come frutta e verdura, soddisfacendo le aspettative dei consumatori in termini di qualità, sicurezza e prezzo.
L'imballaggio svolge inoltre una serie di funzioni che vanno dalla protezione del prodotto dai danni al prolungamento della durata di conservazione e alla corretta informazione dei consumatori sul metodo di produzione, sul Paese o sulla regione di origine. Le nuove regole contraddicono anche altri obiettivi considerati strategici dalla stessa Commissione, come la riduzione degli sprechi alimentari, la promozione del consumo di frutta e verdura come base di una dieta sana e l'aumento del valore e della differenziazione dei prodotti ortofrutticoli. Per questo motivo le cooperative hanno chiesto un regolamento comune dell'UE basato su basi scientifiche, anziché sulla percezione, e orientato alla riduzione, alla razionalizzazione, alla migliore gestione degli imballaggi e non a un drastico divieto che punisca ingiustamente il settore ortofrutticolo.
Per quanto riguarda invece la riduzione del 50% dell'uso dei prodotti fitosanitari, è stata definita un'ipotesi «irrealistica e non realizzabile a livello economico, perché non si basa su alcun dato scientifico e non tiene conto degli sforzi già compiuti, né dei vari studi di impatto che convergono tutti nel prevedere un inevitabile calo della produzione. L'Europa abbandoni la logica punitiva e punti invece a salvaguardare un'agricoltura europea competitiva e la sovranità alimentare dei suoi consumatori, evitando le importazioni da Paesi terzi meno sostenibili».
Le richieste delle cooperative europee
Le tre cooperative hanno chiesto tempi più lunghi, ben oltre l'orizzonte temporale del 2030, per la realizzazione di studi d'impatto adeguati e l'effettiva disponibilità di strumenti alternativi che la scienza e la ricerca saranno in grado di mettere a disposizione del settore, insieme alle nuove tecnologie (nuove tecniche genomiche, applicazione di droni, varietà più resistenti, ecc.) In secondo luogo, la Commissione dovrebbe evitare l'ingresso nell'Ue di qualsiasi prodotto ortofrutticolo proveniente da un Paese in cui è consentito l'uso di prodotti fitosanitari vietati nell'Ue e mettere in pratica "il principio di reciprocità" attraverso un regolamento ad hoc.
Le cooperative hanno inoltre sottolineato che la Commissione «dovrebbe astenersi dall'introdurre politiche comunitarie eccessive che finiscono per generare costi aggiuntivi» considerando che il settore agricolo e ortofrutticolo sono già molto provati dagli eventi climatici (gelate nel 2022, siccità e alluvioni nel 2023), squilibri di mercato e aumento dei costi di produzione come conseguenza delle varie crisi geopolitiche o sanitarie che hanno colpito l'Ue (Brexit, guerra in Ucraina, post Covid). Tutti fattori che incidono negativamente sul reddito degli agricoltori e delle loro cooperative».