Psp, quella della Ue non è una bocciatura

Le osservazioni della Commissione europea al Piano strategico Pac italiano: il piano viene giudicato “non sufficiente”. Ma sono stati individuati con precisione i punti da revisionare

Il 31 dicembre 2021, il ministero delle Politiche agricole aveva inviato a Bruxelles il Piano Strategico per la Pac (Psp), come previsto dal nuovo regolamento sul sostegno della Pac (Reg. 2021/2115). A seguito della presentazione del Psp da parte dell’Italia, la Commissione ha provveduto, il 31 marzo 2022, a formalizzare le proprie osservazioni in merito al Piano strategico della Pac 2023-2027.

Ricordiamo che il Psp è un documento importantissimo poiché definisce le scelte nazionali della politica agricola dei prossimi 5 anni (2023-2027), pari a 7,1 miliardi di euro annui.

Le osservazioni della Commissione europea, presentate in quaranta pagine di testo, recitano testualmente «Il piano, nella sua forma attuale, non è sufficiente». E invitano l’Italia a rivedere il contenuto del piano strategico della Pac e a fornire una serie di informazioni supplementari.

La Commissione osserva che numerosi elementi del piano sono mancanti, incompleti o incoerenti. Inoltre, la Commissione ha rilevato alcune incoerenze presenti nelle informazioni finanziarie (descrizione degli interventi e tabelle finanziarie) che rendono particolarmente difficile valutare il rispetto dei massimali e delle dotazioni.

Si tratta di una bocciatura della Commissione al Psp italiano? No, non è una bocciatura. Solo pochi giorni prima di Natale la Conferenza Stato-Regioni aveva trovato un accordo (parziale) sulle scelte della Pac 2023-2027. Di conseguenza, i tempi in cui è stato redatto il Psp sono stati strettissimi negli ultimi giorni di dicembre 2021.

Non è una bocciatura, comunque le osservazioni della Commissione sono ponderose, evidenziando il fatto che il Psp messo a punto dall’Italia si presenta privo di una reale strategia di sviluppo del settore agricolo e dei territori, e costituisce un compromesso al ribasso. Il Psp appare orientato a distribuire le risorse disponibili, tentando di accontentare tutte le richieste, apportando il minimo necessario di modifiche rispetto alla Pac attuale.

In poche parole, le scelte italiane sono troppo conservative e mancano di una strategia di sviluppo.

Articolo pubblicato sulla rubrica Primo Piano di Terra e Vita

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Orientamento strategico da migliorare

La prima critica al Psp riguarda l’orientamento strategico: la Commissione osserva numerose mancanze, incompletezze ed incoerenze nel piano redatto dall’Italia.

L’Italia è, quindi, invitata a migliorare la strategia proposta e la descrizione degli interventi, garantendo una concentrazione e un targeting chiari e decisi del sostegno verso i territori, i beneficiari e i settori più bisognosi, sulla base dell’analisi swot e delle specifiche esigenze territoriali.

Occorre anche considerare che il Piano presentato a dicembre 2021 è parziale e privo degli allegati previsti. In particolare, mancano: le analisi swot complete; la valutazione ex ante del Piano e la valutazione ambientale strategica; gli allegati relativi alla coerenza con gli obiettivi Green Deal e la quantificazione del contributo ad essi.

Inoltre, nel Piano non sono state inserite le sintesi delle swot e la descrizione delle esigenze in collegamento ad esse, oltre che gli indicatori di risultato con i target intermedi e finali. La mancanza di questi elementi soprattutto ha reso difficile per la Commissione comprendere la reale portata ed efficacia del Piano per rispondere alle esigenze nazionali.

Competitività intelligente, ambiente e conoscenza

La Commissione invita a perseguire con più decisione «il miglioramento di un settore agricolo intelligente, competitivo, resiliente e diversificato che garantisca la sicurezza alimentare a lungo termine», obiettivo che il Psp italiano persegue solo in parte e che necessita di una strategia più ambiziosa, che stimoli l’agricoltura di precisione, l’efficienza energetica e il passaggio alla concimazione organica.

Inoltre la Commissione invita al sostegno e rafforzamento della tutela dell’ambiente, compresa la biodiversità, l’azione per il clima e il contributo al raggiungimento degli obiettivi dell’Unione in materia di ambiente e clima, compresi gli impegni assunti tramite l’accordo di Parigi.

Secondo la Commissione, l’ammodernamento del settore si consegue promuovendo le conoscenze, l’innovazione e la digitalizzazione nell’agricoltura e nelle zone rurali, incoraggiandone l’utilizzo da parte degli agricoltori attraverso un migliore accesso alla ricerca, all’innovazione, allo scambio di conoscenze e alla formazione.

Le osservazioni sui pagamenti diretti

La Commissione rileva che il Psp non prevede importi unitari minimi e massimi per il pagamento di base; il livello dell’importo unitario per il sostegno di base non può essere giustificato come risultato della divisione della dotazione del sostegno di base per il numero di ettari ammissibili stimati.

Dovrebbe invece essere giustificato principalmente sulla base dell’analisi del fabbisogno di reddito. Vengono inoltre richiesti chiarimenti sulla convergenza interna, il trasferimento dei titoli senza terra e la destinazione della riserva.

Per quanto riguarda il sostegno ridistributivo, oltre a motivare la necessità di un sostegno, l’Italia è invitata a fornire una giustificazione dell’importo unitario stabilito, che deve essere basato principalmente sui dati relativi alle esigenze di ridistribuzione.

Per il sostegno complementare per i giovani agricoltori, vanno, completate le informazioni sull’intervallo e sull’importo degli aiuti.

Inoltre, servono maggiori chiarimenti sulla convergenza, sulla riduzione della differenza tra valore del diritto all’aiuto e il valore obiettivo e quali aiuti contribuiranno al finanziamento.

Molte osservazioni puntuali e dettagliate riguardano la condizionalità e gli ecoschemi (tab. 1), dove l’Italia è invitata ad approfondire la descrizione degli impegni degli agricoltori e la relativa capacità di raggiungimento degli obiettivi.

Per quanto riguarda il sostegno accoppiato, questa misura necessita di prove statistiche che possano giustificare gli interventi e i relativi importi destinati al superamento di specifiche difficoltà settoriali.

Le osservazioni sugli interventi settoriali

Per tutti i settori in cui i tipi di interventi sono attuati mediante programmi operativi e gestiti dalle Op è necessario descrivere separatamente ciascun tipo di intervento.

La Commissione, inoltre, invita a descrivere in dettaglio ciascun tipo di intervento conformemente ai requisiti generali del regolamento sul piano strategico e a verificare adeguatamente in che modo devono essere soddisfatti tutti i requisiti aggiuntivi di cui al regolamento (Ue) 2022/126, ad esempio la percentuale di risparmio idrico minimo.

Le osservazioni sullo sviluppo rurale

L’Italia è invitata a compilare adeguatamente e a precisare tutti gli elementi richiesti nelle sottosezioni di ciascun intervento di sviluppo rurale.

L’attuale Psp presenta molte informazioni e giustificazioni mancanti, incomplete o poco chiare fornite nella descrizione degli interventi, anche in termini di criteri di ammissibilità, impegni, livello di sostegno, deroghe/esenzioni e metodo di calcolo, che non consentono di valutare la conformità e l’accettabilità degli interventi, né la loro coerenza con la logica di intervento e il loro contributo agli obiettivi ambientali e climatici. È richiesto di fornire tutte le informazioni e le giustificazioni mancanti, anche per quanto riguarda gli elementi regionali.

L’Italia è invitata a verificare, per ciascun intervento, la coerenza dei collegamenti tra obiettivi specifici, indicatori di output e indicatori di risultato, nonché la plausibilità degli output annuali e della relativa dotazione finanziaria.


Il percorso del Psp

Il lavoro di programmazione nazionale della Pac 2023-2027 è stato svolto in sede fase tecnica fino ad aprile 2021. Questo lavoro ha portato a individuare gli indicatori dell’analisi di contesto, l’analisi swot (punti di forza, punti di debolezza, opportunità e minacce), i fabbisogni e poi la strategia della Pac 2023-2027 per l’Italia. Gli esiti sono presenti nel sito della Rete Rurale Nazionale.

Il 19 aprile 2021 è stato istituito il Tavolo di Partenariato, con Decreto ministeriale n. 360279 del 6/08/2021, che prevede la presenza di soggetti istituzionali nazionali (29 componenti) e regionali (21 componenti), delle rappresentanze economiche, ambientaliste, sindacati (132 soggetti).

Cinque gli incontri del Tavolo di Partenariato tenutisi finora: il 19 aprile 2021, l’8 settembre 2021, il 22 novembre 2021, un quarto il 28 dicembre 2021, a ridosso dell’adozione definitiva del Psp, infine il 19 aprile 2022.

Ricordiamo che nella programmazione 2023-2027 gli Stati membri godono di una maggiore flessibilità, per quanto riguarda le modalità di utilizzo delle dotazioni finanziarie della Pac, e possono progettare programmi su misura che rispondano più efficacemente alle preoccupazioni degli agricoltori e delle comunità rurali.

Questa è, infatti, la principale novità della Pac 2023-2027: il new delivery model (nuova modalità di attuazione), che consiste in un maggiore potere decisionale agli Stati membri, che si esprime tramite il cosiddetto Piano strategico nazionale o più precisamente Piano strategico per la Pac 2023-2027 (Psp).

Le scelte del Psp riguardano tutti gli strumenti della Pac (pagamenti diretti, interventi settoriali, sviluppo rurale).

Entro il 31 dicembre 2021, come previsto dalla normativa Ue, il Piano Strategico per la Pac è stato inviato alla Commissione europea. Il 31 marzo 2022, la Commissione europea ha trasmesso all’Italia le osservazioni in merito al Piano strategico della Pac 2023-2027.

Entro luglio 2022, l’Italia intende rispondere alle osservazioni della Commissione europea e inviare il Psp definitivo.


di Angelo Frascarelli
Università di Perugia, Coordinatore del Comitato tecnico scientifico di Edagricole

Psp, quella della Ue non è una bocciatura - Ultima modifica: 2022-04-27T13:01:32+02:00 da K4

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