Biostimolanti, tra mercato che cresce, regole da rispettare e novità dal campo

biostimolanti in campo
Nel webinar organizzato da Edagricole con ICL, esperti del settore hanno analizzato crescita del mercato, evoluzione normativa e metodi per la sperimentazione dei biostimolanti, offrendo un quadro aggiornato per orientarsi tra innovazione e complessità del settore

Il settore dei biostimolanti sta attraversando una fase di crescita molto rapida. In Europa vale oltre un miliardo e mezzo di dollari e continua a espandersi con tassi vicini al 9% annuo, sostenuto sia dalla ricerca scientifica sia dalla crescente richiesta di soluzioni che migliorino resilienza, efficienza e sostenibilità delle colture. Un progresso tuttavia accompagnato da una certa complessità: prodotti numerosi, meccanismi d’azione non sempre trasparenti e un quadro normativo in evoluzione rendono difficile per agronomi e tecnici orientarsi tra le molte proposte del mercato.

Per fare chiarezza su questi aspetti Edagricole, in collaborazione con ICL, ha organizzato lo scorso 25 novembre il webinar “Biostimolanti oggi. Trend di mercato, regole e novità dal campo”, con interventi che hanno affrontato il tema da quattro angolature complementari: mercato, normativa, sperimentazione e innovazione industriale.

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Il mercato e le nuove dinamiche del comparto

Il professor Stefano Corsi, docente di economia agraria all'Università di Milano, ha aperto il webinar inquadrando la crescita del mercato europeo, oggi trainato da tre fattori: la domanda di soluzioni più sostenibili, la volatilità dei fertilizzanti minerali e la ricerca di prodotti capaci di mitigare gli effetti degli stress abiotici.

Corsi ha evidenziato come quello dei biostimolanti sia un comparto giovane ma già maturo nei volumi, caratterizzato da una forte vitalità nella ricerca scientifica: negli ultimi anni oltre 4.000 articoli accademici hanno approfondito composizione, meccanismi d’azione e risposte delle piante. E il contributo dell'Italia alla produzione scientifica europea è significativo.

Un secondo elemento riguarda la percezione degli agricoltori: molti li impiegano per la prima volta e spesso li associano a un miglioramento della qualità e della resilienza più che all'aumento delle rese assolute. Corsi ha mostrato come le parole chiave degli studi si stiano spostando dal concetto di “incremento di produzione” verso “tolleranza allo stress”, “biodiversità del suolo” ed “efficienza nutrizionale”.

Scarica la presentazione di STEFANO CORSI

La normativa tra Italia ed Europa: un quadro in evoluzione

La seconda relazione, affidata a Mariano Alessio Vernì, vicepresidente Silc Fertilizzanti, ha messo in luce le difficoltà di un comparto che opera tra due livelli normativi: la legislazione italiana (D.lgs. 75/2010) e il Regolamento europeo 2019/1009.

Il relatore ha osservato come il sistema italiano elenchi solo dodici tipologie di biostimolanti, con aggiornamenti molto lenti rispetto alla velocità dell’innovazione. Il regolamento europeo, invece, ha introdotto per la prima volta il concetto di claim funzionale, distingue tra biostimolanti microbici e non microbici e richiede prove di efficacia standardizzate per poter ottenere il marchio CE.

Un punto critico evidenziato da Alessio Vernì riguarda l’assenza, a livello comunitario, di una definizione univoca di “biostimolante”, fattore che lascia margini interpretativi e differenze tra Stati. L’Italia, inoltre, non è brillata per tempestività nell’adattamento della propria normativa ai nuovi criteri europei, creando frizioni per le aziende che devono muoversi tra iter di registrazione differenti.

Vernì ha sottolineato come sia l’industria a dover adattarsi alla norma, non la norma a inseguire l’innovazione: un invito alla responsabilità nel proporre prodotti realmente efficaci, con dati chiari e verificabili.

Scarica la presentazione di MARIANO ALESSIO VERNÌ

Come si valutano i biostimolanti: i metodi di Landlab

Di carattere tecnico è stato l’intervento di Cristina Sudiro, direttrice scientifica del centro di saggio Landlab, che ha mostrato nel dettaglio come si testano oggi i biostimolanti attraverso un approccio integrato che parte dal laboratorio, passa per il campo e ritorna nuovamente in laboratorio per validare le osservazioni.

Studiare questi prodotti, ha spiegato Sudiro, richiede una combinazione di metodi: misure fisiologiche, analisi dell’apparato radicale, metodi omici, imaging e monitoraggi ad alta risoluzione. «Le piante sono organismi estremamente complessi», ha sottolineato, «e un buon protocollo deve permetterci di capire non solo se un prodotto funziona, ma come funziona».

Un esempio illustrato durante il webinar riguarda le prove su Actirise, nelle quali sono stati misurati parametri del suolo, attività enzimatica e composizione microbica, permettendo di definire il ruolo dei metaboliti siglati e l’effetto sulle prime fasi di sviluppo radicale. Studi di questo tipo consentono di posizionare correttamente il prodotto, stabilire le migliori condizioni applicative e verificarne l’impatto reale sulle colture.

Scarica la presentazione di CRISTINA SUDIRO

L’innovazione secondo Icl

A chiudere il webinar è stato l’intervento di Sebastiano D’Amico, che ha presentato l’approccio di Icl allo sviluppo dei biostimolanti di nuova generazione.

L’azienda sta investendo nella cosiddetta metabolite technology, una piattaforma che seleziona metaboliti benefici derivati dai microrganismi presenti nella rizosfera, integrandoli in formulati più stabili e facilmente applicabili. Il risultato sono prodotti ibridi, che combinano sostanze bioattive, amminoacidi vegetali e acidi umici con una frazione microbica mirata.

D’Amico ha illustrato tre soluzioni della linea Beoz:

  • Adamite
  • Firestone
  • Actirise, che contiene Pseudomonas palmensis, specie in grado di produrre enzimi che riducono la sintesi di etilene nelle piante sotto stress e stimolano la crescita radicale.

Applicazioni in campo hanno mostrato risposte positive nelle prime fasi vegetative, soprattutto in condizioni di stress idrico moderato, confermando il potenziale dei prodotti “probiotici e prebiotici” per la salute del terreno e la resilienza delle colture.

Scarica la presentazione di SEBASTIANO D'AMICO

Conoscerli bene per usarli al meglio

Il webinar ha sottolineato, in sintesi, come i biostimolanti rappresentino oggi uno degli strumenti più promettenti per migliorare la sostenibilità e l’efficienza dell’agricoltura. Il mercato è in forte crescita e tutto ci dice che questa tendenza proseguirà nei prossimi anni.

Chi li utilizza però deve verificare che siano prodotti correttamente, nel rispetto della normativa e che abbiano superato le validazioni in campo e in laboratorio.

Biostimolanti, tra mercato che cresce, regole da rispettare e novità dal campo - Ultima modifica: 2025-12-01T12:03:07+01:00 da Alessandro Piscopiello

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